sabato 6 ottobre 2018

A TEMPO, DEBITO

Appetitoso, vero? Ora immaginatelo confezionato al
contrario, col pane al posto del ripieno e viceversa...
Impossibile usufruirne, giusto? Ecco: come oggi i TG!
Se il classico marziano sbarcasse in Italia oggi e per acquisire presto tutte le informazioni possibili sul contesto in cui è capitato si fidasse del giornalismo televisivo, si farebbe un'idea della situazione tale per cui poi, a leggere gli scorsi risultati elettorali e ancor di più i sondaggi, dovrebbe dedurre che o la gente è completamente pazza oppure l'informazione del mainstream è assolutamente falsa e capziosa.
Che poi lo è sempre stata, siamo d'accordo, ma oggi lo è in modo diverso. Ad esempio, continua a confezionare i panini, ma adesso con la fetta di pane in mezzo a due di ripieno. La devo spiegare? In gergo giornalistico il panino è un servizio confezionato in modo che le critiche all'azione di governo (spezzoni di interviste, citazioni, riferimenti, eccetera) vengano si in qualche modo riportate ma precedute e seguite da apparentemente neutre ma sostanzialmente elegiache (e quantitativamente maggiori) informazioni e descrizioni con tanto di ampio spazio ai leader che dicono quello che gli pare o rispondono a domande sdraiate. Lo schema è "approvata la proposta di legge tal dei tali, comporta questo e quello, l'opposizione dice che non va bene per questo e per quello, sentiamo il premier che ne dice", per la manovra appena varata sarebbe stato ad esempio, in breve: "varata la manovra comporta il 2,4% del deficit, comunque al di sotto dei parametri di Maastricht, e in controtendenza rispetto alle ultime manovre fortemente restrittive", poi qualche stralcio tagliato ad arte di dichiarazioni di esponenti piddini, poi il dovuto riferimento al monito di Mattarella sul pareggio di bilancio in Costituzione, ma subito seguito dal ricordo diretto o indiretto che c'è stato messo da poco e magari ora è il caso di toglierlo, infine ampio spazio a Conte o Di Maio o Salvini che spiegano come finalmente si torna a politiche keynesiane che peraltro se fatte bene lo sbilancio lo fanno rientrare in breve ma intanto si è rilanciata l'economia. Avete sentito niente del genere, o l'esatto contrario, con l'azione di governo spiegata in malo modo e in mezzo alle voci contrarie, anche se queste ultime oramai rappresentano un quindici per cento dell'elettorato, e in calo? Ecco (anche) perché i sondaggi sono quello che sono: più continuano in questa pratica di manipolazione mal dissimulata, più ascoltatori diventano governativi anche solo per dispetto (massimamente leghisti, per via degli argomenti a facile presa, anche quelli trattati con lo stesso paradigma controproducente, se confronti le belle parole con la realtà del tuo quartiere...), e magari smettono di seguire TG e approfondimenti perché prevenire il giramento di palle è meglio che curare.
Avviene così che certi concetti passano pian piano nel senso comune, a dispetto del fatto che a livello accademico non sono manco più studiati e a livello informativo vengono bellamente ignorati quando non demonizzati ridicolizzati distorti. C'è la democrazia? E io voto per un governo che mi promette una politica di segno opposto rispetto a quelle degli ultimi decenni che mi hanno tolto diritti sicurezza e futuro. Li pigliate per il culo, dite che sono dilettanti, razzisti, populisti, e mi terrorizzate dicendo che alla fine ci porteranno alla rovina? E io mi convinco ancora di più che ho fatto bene a votarli, e scopro in ufficio negli spogliatoi della palestra al bar per strada tanti altri che intanto si sono convinti, perché intanto alla rovina mi ci hanno portato gli altri, e se vi fanno tanto rosicare vuol dire che davvero sono pericolosi, si, ma per voi. Poi arriva l'Europa e li censura, dapprima tramite i suoi sgherri italiani, disseminati ovunque fino ai più alti scranni, poi con interviste e dichiarazioni, infine per atti ufficiali, e io capisco solo una cosa: che se esiste un livello gerarchicamente superiore al mio governo, o anche quel livello viene fuori da libere elezioni o non è legittimo, e allora delle due l'una o la democrazia c'è e allora io ho diritto a pretendere che il mio Paese faccia quello che vuole la maggioranza dei suoi elettori anche se il consiglio UE non vuole, o io non ho questo diritto e allora la democrazia non c'è.
Quel poco che c'è, se c'è, allora, passa dalle prossime elezioni europee. Come tutti sanno, tutti gli organi che contano nella a-democratica UE sono non elettivi, praticamente a nomina del direttorio bancario sovranazionale. Ma difficile che le cose possano restare come sono se i cosiddetti populisti dovessero sbancare il parlamento europeo. E anche dalle dichiarazioni odierne dei leader della maggioranza di governo italiana, si capisce che questo appuntamento costituisce un orizzonte degli eventi, oltre il quale potrebbe non essere necessario il famigerato piano B, perché sarebbe l'Europa a cambiare registro. Magari con qualche defezione, ma da parte di chi dal carrozzone attuale ha avuto lustri di vantaggi, praticamente vincendo una guerra commerciale con l'euro a tenerci fermi perché potessero malmenarci, fuori metafora distruggendo il nostro tessuto imprenditoriale e lavorativo a loro esclusivo vantaggio.
Nel frattempo, oltre al suddetto piano B, il governo probabilmente ha già in animo, e lo tiene giustamente nascosto, il ricorso a forme di espansione monetaria alternative all'emissione di Euro (che pure in moneta metallica potrebbe aver luogo liberamente, e infatti altri lo hanno già fatto, tedeschi compresi): tra tutte sono forse da preferire i certificati di credito fiscale a incasso posticipato, poniamo a due anni, che potrebbero agire senza aumentare il deficit, perché gli effetti della crescita indotta causerebbero l'aumento delle entrate fiscali prima e in misura maggiore della diminuzione che l'incasso comporta.
Magari con queste si potrebbe varare un reddito di cittadinanza vero, non questa specie di sussidio di disoccupazione rinforzato di cui la disciplina eurista ci costringe di accontentarci, lamentandosi e allarmandosi pure, dimenticando che si tratta di un istituto presente quasi ovunque altrove nell'Unione. Oppure, come sarebbe ancora meglio, un piano monstre di riqualificazione del territorio e del patrimonio edilizio paesaggistico artistico energetico con milioni di assunzioni in tutto il Paese (si, anche di extracomunitari, a sto punto da far venire con mezzi sicuri). Roba che davvero si pagherebbe da sola, rilanciando finalmente il sogno del dopoguerra.

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