venerdì 12 ottobre 2018

NOVE E MEZZO (CINEMA PARADISO) - OCCHI E PAROLE

Ebbene si, ve la siete voluta! Sto postando da mesi i miei testi di canzoni, e va bene che non me li chiedete come speravo, ma sono pure i post con le statistiche di lettura peggiori di questo blog. Allora ricorro ai colpi bassi. Canzoni d'amore. Scritte non adesso, ma quando la giovane età mi giustificava a farlo (intendo a scrivere d'amore, che all'amore in se si è giustificati anche a novant'anni sul letto di morte). La prima è concepita per un giro armonico con ritornello, una delle poche concessioni melodiche della mia fantasia giovanile, la seconda per un latin jazz rarefatto base samba, tipo una certa Grazia Di Michele o un certo Silvestri per capirci, ma come per tutte le altre se volete i testi poi potete musicarli a piacimento. E visto il tema farne persino canzoncine da talent: quella robaccia che il fatto che iddio non incenerisca chi li ha inventati dimostra la sua non esistenza, ci siamo capiti. Vediamo se almeno questi vi piacciono...
NOVE E MEZZO (CINEMA PARADISO)
Il mio amore è un amore bambino
(non lo far crescere mai),
ha gli occhi umidi di felicità ed il groppo in gola,
come a cinque anni “non andartene mamma” il primo giorno di scuola,
non c’è niente da fare
se uno è fatto così.
Il mio amore ha le stelle negli occhi
(non le far spegnere mai),
ha il collo lungo e le arterie invitanti per un morso in gola,
è disattento e volubile e fragile ma si basta da sola,
non c’è niente da fare
se uno è fatto così.
Ma così anche nel fiore degli anni (del cinema cosa vuoi che mi freghi?)
ne ho vissuti malanni ed inganni (non ti sposerò mai, non mi freghi!)
lentamente nervoso del tempo che passa che passa che passa che passa…
e passa la palla,
giochi mica da solo!
Il mio amore si sente nell'aria
(più di ogni deodorante)
ed odora di pelle di anima e corpo di sapore e di umori
che mi arrivano subito a centro cervello e non escon più fuori,
è da toccare e sentire
e gustare com'è.
Il mio amore gli succhierei tutto
(Pinocchio, non lasciare niente!)
dal grilletto alle pieghe dietro le ginocchia alle orecchie al seno,
e a sera poi gli farei una carezza globale che non sia niente di meno
perché trovi un buon sonno
in cui sogni di me.
E così nel più bello del sogno (al cinema si verifica spesso)
io accarezzo i suoi piedi di ragno (che lui e lei si osservino fisso)
consapevole e allegro del tempo che passa che passa che passa che passa…
e che importa che passa,
manca molto al “the end”.

OCCHI E PAROLE
Per quanto affetto ci possa essere, non è mai definitivo,
non puoi mai sentirlo acquisito fino a che sei vivo,
e non devi rilassarti, abbassare la guardia:
non è facile farsi firmare
cambiali in bianco.
Non è caldo, non è bellissimo, non è sufficiente,
non fa neanche rima con cuore, come pare evidente,
non è un mito, ma non è vero che neppure esiste:
è lavoro delle tue mani,
è sangue e sudore,
è sangue e sudore,
è sangue e sudore,
l’amore.
Quest'altr'anno ho da raccontarti una storia nuova,
un affare di sentimenti perennemente in prova,
e ho già fatto il terzo tagliando, ho rifatto i freni,
non è facile stare a aspettarti,
quand'è che vieni?
Non è immenso, non è infinito, non è balbuziente,
non è tutto, ma non puoi farne a meno troppo allegramente,
non è un mito tardo-romantico o sessantottino:
è un risultato tuo personale,
è gioia e dolore,
è gioia e dolore,
è gioia e dolore,
l’amore.
Vorrei riuscire ad amarti in difesa,
per costringerti
a scoprirti un po’ in attacco,
vorrei riuscire ad amarti di meno
per costringerti
a costringermi
ad amarti di più….
Per quanta forza ci possa mettere, non è mai abbastanza
per barattare la tua interezza con la mia costanza:
per decidere “questa è la vita” si deve vivere
non fermandosi alle enunciazioni
di principio.
Non ha sonno, non ha riposo, non ha mai stanchezza,
non ha ferie, non ha termometro né leggerezza,
non ha regole ed ha ben poco di serioso e saggio,
non ha fegato né intestino:
ha occhi e parole,
ha occhi e parole,
ha occhi e parole,
l’amore.

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