mercoledì 5 maggio 2021

ME NONNU

Luigi Cugliandro, quello vero.
Mio nonno andava sempre in giro in giacca cravatta e panciotto, ma aveva solo due completi, uno per stagione, e li teneva finché duravano. Entrambi di lana, di diversa pesantezza, e per il freddo metteva la maglia a maniche lunghe e i mutandoni lunghi sotto, niente soprabito. Il cappello era buono sia per la pioggia che per il sole, quindi lo portava tutto l'anno. Diceva che col cappello si campava di più: visto che è arrivato a 88, porto spesso il cappello anch'io, non si sa mai.. 

Mio nonno andava sempre a piedi, e per tutta la vita, salvo pochissime eccezioni spesso solo di assoluta necessità, il suo universo era rappresentato dal raggio della distanza percorribile da casa a piedi in una mezz'orata.

Mio nonno non credo sia andato mai in vacanza da nessuna parte. Mia nonna mi raccontava di averlo accompagnato a Roma per una questione legata alla pensione, e che lei ne aveva approfittato per una passeggiata.. al Verano, per vedere la tomba di Mario Riva (sic!).

Mio nonno ha lavorato fino alla fine. Era diplomato, e non erano in tanti a Reggio della sua leva, e da vecchio lavorava in una cartoleria per architetti - credo gli abbia allungato la vita mantenersi attivo fino a 85 anni. Ma vi era stato costretto, perché le leggi del tempo non garantivano il ricongiungimento dei periodi assicurativi, e pur avendo sempre lavorato pigliava una pensione da fame.

Mio nonno mangiava sempre alla stessa ora, una volta al giorno, le cose cucinate da mia nonna (si. parlo proprio di lei), buonissime ma semplici e non certo variegatissime: un pasto completo, a colazione un caffè amaro, e a cena al massimo uno spuntino elementare (tipo pane e olio), ma al massimo, e presto, che ci si alza presto e si va a dormire presto e leggeri.

Mio nonno non beveva acqua minerale, di certo non in casa: il progresso per la sua generazione era l'acqua dal rubinetto. E a tavola beveva un bicchiere di vino allungato con un po' di gazzosa, il massimo del cocktail che abbia mai concepito.

Mio nonno non credo abbia mai mangiato una pizza, o sia mai andato a cena fuori con o senza famiglia. Al ristorante, con tutto il clan, ci si andava solo a pranzo la domenica un paio di volte all'anno, quasi sempre in occasione di ricorrenze (battesimi, comunioni e simili). Sempre lo stesso ristorante, per anni, così ci si sentiva a casa. E si aveva lo sconto.

Mio nonno non so se sia mai andato al cinema o al teatro, sicuro non nei vent'anni che l'ho incrociato io. Da giovane suonava la chitarra, faceva serenate a pagamento, una volta un mezzo mafioso deve averlo malmenato o minacciato per averne fatto una nonostante un diciamo così consiglio contrario, pare. Fattostà che non mi ha voluto insegnare.

Se è per questo mio nonno non guardava nemmeno la televisione, solo il telegiornale delle 20. La mattina la giornata era iniziata, però, col radiogiornale, "u comunicatu", di cui si fidava un pochino di più. Ma non tanto.

Come passatempo, mio nonno usava il cruciverba. Come detto, era relativamente colto, e che continuare ad esercitare la mente serva oggi lo dice la scienza ma lui lo capiva da solo. Mi ha trasmesso la passione per l'enigmistica, e non ha mai saputo che mi è stata più utile, anche per vincere i concorsi, di decenni di studi.

Mio nonno un vizio ce lo aveva: fumava. Decine di nazionali esportazione senza filtro al giorno. A casa non si poteva, e allora lui quando stava dentro teneva uno stecchino in bocca come simulacro di sigaretta. Fumava fuori, al bar dove passava prima e dopo il lavoro, seduto su dei gradini di fronte casa, o sul balcone, dove col vecchio del balcone affianco facevano a gara a chi ne fumava di più, buttando le cicche di sotto. Vinceva l'altro, una montagna di cicche, e mi sa che è pure morto ancora più vecchio di lui.

Il marciapiede però non restava sporco a lungo: lo spazzino (fino al settanta) passava tutti i giorni, e saliva anche a casa a prendere le buste della mundizza. Che era poca: non c'erano i supermercati, mio nonno comprava tutto sfuso sempre nella stessa bottega, dove gli segnavano su un quaderno cosa avrebbe dovuto pagare a fine mese. Si, mio nonno aveva la "carta di credito".

Mio nonno però una qualche volta doveva averla fatta grossa, non ho mai saputo cosa, ma io l'ho visto sempre dormire in soggiorno, e mia nonna prima di morire (oltre 15 anni dopo di lui) mi ha confessato che se ne era pentita, di averlo cacciato dal talamo, ma sempre senza dirmi perché lo aveva fatto. Ai tempi, il divorzio non c'era, ma la separazione si, solo che loro non l'avevano neanche presa in considerazione: era roba da ricchi, da gente con grilli per la testa. Le persone serie certe cose le gestivano in famiglia.

A mia memoria, mia nonna non lo chiamava di nome, ma di cognome: Cogliandro. Così lo aveva conosciuto, la U l'aveva fatta cambiare lui. Peraltro, Luigi, il nome che ha passato a tutti noi nipoti, per lui era il terzo, ma Francesco e Tiberio, i primi due, non gli piacevano. Un uomo deve decidere chi è, e quindi come si chiama.

Mio nonno quando noi nipoti ci lamentavamo di qualcosa diceva che era perché avevamo "u culu chinu", il culo pieno: l'agiatezza ci aveva rovinato i parametri (ne avevo già parlato in questo post di 4 anni fa, che vi consiglio di rileggere - fenomeno raro, lo risottoscriverei rigo per rigo).

Mio nonno era socialista non interventista, e non so come era riuscito a non partire per la prima guerra mondiale: era della leva di Caporetto, non sono tornati in tanti.

Mio nonno per non prendere la tessera del fascio perse il posto in ferrovia.

Ora, secondo voi, vi ho raccontato una storia del mio passato, o una del nostro futuro?

Per qualche decennio, per una lunga serie di ragioni storiche che partono dalla seconda guerra mondiale ma soprattutto vertono sulla guerra fredda, perché il capitalismo aveva bisogno di dimostrare ai suoi sudditi che era in grado di assicurargli condizioni materiali migliori del comunismo sennò quelli diventavano tutti comunisti, le condizioni materiali di vita dei nostri nonni (se avete l'età mia, bisnonni se siete più giovani) ci sono sembrate appartenenti a un passato destinato a diventare sempre più lontano. Per questo ve le ho elencate, non per un'operazione nostalgia. Ora, proviamo assieme a riscriverle in chiave contemporanea, in ordine di apparizione per agevolare il confronto:

  • è un anno e passa che ci vestiamo mediamente molto meno, alcuni stanno fissi in tuta, altri si vestono solo di sopra che per la webcam basta, d'altronde se gli altri non ci vedono per cosa cavolo ci agghindiamo a fare? peraltro, con questi chiari di luna, risparmiare sull'abbigliamento è indispensabile, e comincia a sembrarci insensato tutto quel rincorrere la moda a cui davamo tanta importanza;
  • tra lo smartworking che da emergenziale diventerà la modalità ordinaria di lavorare per molti settori, e l'accelerazione verso la transizione dell'automobile all'elettrico, che però non è alla portata di tutte le tasche, l'obiettivo è che chi proprio si deve muovere lo faccia a piedi, o con bici o altri mezzi di locomozione individuale ed ecologica, quindi per un raggio limitato - va da se che le grandi città perdono senso, anche perché di conseguenza non assolvono neanche più alla funzione di divertimentifici serali e notturni;
  • diciamocelo francamente, il turismo internazionale era un lusso odioso, io quelle poche volte che me lo sono concesso mi sono sempre chiesto con disagio interiore, e avevo evitato le mete per cui avrei avuto più ragione a farlo, cosa dovevano pensare di noi persone a cui il nostro reddito mensile sarebbe bastato a campare un anno o una vita, se non che erano contenti di vederci lì a lasciare loro parte di quelle risorse che inspiegabilmente ci erano state assegnate per nascita - ah, e gli aerei inquinano, era meglio quando erano un mezzo raro per soli ricchi, e sarà di nuovo così;
  • a proposito di lussi, le pensioni saranno sempre più basse e difficili da raggiungere, io stesso pur avendo lavorato sempre nello Stato non so ancora se mi hanno ricongiunto i vari periodi per enti diversi e mai lo faranno, ma io ho un'età e forse tra una decina d'anni avrò un assegno con cui riuscirò ancora a pagare il lungo mutuo che ho dovuto accendere per casa, chi ha meno di cinquant'anni se lo sogna: l'UE ha già detto che il recovery fund, l'elemosina che fanno passare per tesoro che ci prestano erogandocela a rate, è subordinato alla continua verifica della disciplina di bilancio, cazzi nostri, con l'unico lato positivo che lavorare fino a che campi, se ce la fai e se trovi, è buono;
  • mangiare poco e semplice fa bene alla salute, basta un pasto completo al giorno, magari non assunto tutto assieme: due biscotti la mattina col caffè, il primo a pranzo, secondo e contorno a cena, frutta per gli spuntini; specie stando sempre a casa, bisogna stare attenti a non sgarrare, altrimenti alla vecchiaia non ci si arriva proprio;
  • le confezioni da sei di bottiglie di plastica di acqua minerale diventeranno un ricordo, e giustamente: chi non ha una fonte di acqua buona vicino casa cui attingere riutilizzando i vuoti magari di vetro, e non ha in casa l'acqua leggera e i tubi nuovi, può sempre attaccare quei freschibuffi che la purificano e volendo gassificano; ah, un po' di vino buono ce lo si può concedere, ma gli spritz fanno male e i cocktail a base di superalcolici non ne parliamo, meno male che le occasioni per assumerli non torneranno mai quelle di prima;
  • anche sta moda di andare spesso a cena fuori, o all'apericena, o al brunch, oltre a fare male alla salute e al portafoglio, e a dare da vivere a una intera classe di parassiti evasori fiscali nella misura in cui riescono, è di certo odiosa vista con gli occhi di quegli immigrati che le nostre mafie importano a farci da schiavi a paghe da fame (che loro riescono lo stesso a risparmiare quasi tutte campandoci tutto il clan in patria), o degli abitanti di tutto quel mondo dove, come per mio nonno, resta una rara eccezione - della serie: la volevate la globalizzazione? è questa: tutti uguali, livellati verso il basso;
  • la stessa cosa vale per cinema, teatro e concerti: i primi dovranno chiudere e l'industria convertirsi alla produzione per la fruizione domestica, e sennò che li avevano inventati a fare smartphone e smartTV? il secondo era già una cosa per snob delle grandi città, pace all'anima sua, e i terzi si, all'aperto, in piazza, i musicanti col piattino, ma i concertoni e l'industria discografica avevano fatto il loro tempo da un po';
  • se siete snob come me, un telegiornale al giorno tanto per restare collegati col mondo e tenere bene a mente quanto imbroglioni e venduti siano quelli della stampa ufficiale, sennò continuate ad ammazzarvi di disinformazione, serie TV, fiction imbarazzanti, format ripetitivi e comici che non fanno più ridere; e comunque, la TV on demand rimpiazza il punto precedente, e stop;
  • chi vuole tenere acceso il cervello, cerchi mezzi propri, e li insegni ai propri figli, come per millenni di evoluzione umana;
  • il balcone come unico spazio all'aperto sempre liberamente frequentabile, da chi ha la fortuna di averlo: c'è bisogno di aggiungere altro? si, i tabaccai unico esercizio non alimentare o sanitario a essere rimasto sempre aperto;
  • consumando meno, produrremo meno rifiuti, e con la raccolta porta a porta della differenziata arriveremo, forse, a dimostrare che la freccia del progresso in molti casi aveva un verso opposto di quello che sembrava;
  • questa è più difficile da realizzare, se non avete seguito il link al mio vecchio post: la maggior parte delle cosiddette conquiste civili sono lussi, che non avendo surplus di reddito non ce li si può permettere; la famiglia patriarcale indiscutibile a costo di tutto si era affermata perché economica, ed è per questo che ha continuato a dominare nel mondo "non sviluppato" e si candida a tornare a farlo anche da noi;
  • e non è vero che la differenza di ruoli tra uomo e donna rispecchiasse necessariamente una rigidità nella struttura del Potere all'interno del Clan, perché invece a seconda dei campi loro al numeratore si avvicendavano, mentre invece noi con la foglia di fico della parità formale e linguistica (ma qui vi prometto un post a se, sono ferratissimo) tendiamo sempre ad opprimere il più debole, di qualunque sesso sia;
  • insomma non ci sono solo lati negativi dal non avere risorse da sprecare, e non ci sono solo lati positivi nella decrescita pesante che ci dobbiamo mettere in zucca è la conseguenza ineluttabile di una vera attenzione all'ambiente con riduzione dell'impronta biologica, altrimenti è solo un riempirsi la bocca di belle parole per atteggiarsi (e fino ad ora è stato quasi sempre solo così, da Greta fino all'ultimo dei gretini);
  • io non mi vaccinerò se non costretto, e in quel caso la liberatoria la devono firmare a me non io a loro, ma riconosco a ciascuno di voi la libertà di scegliere diversamente, chiedo solo che mi venga riconosciuto altrettanto, che se il vaccino funziona chi non si vaccina può fare del male solo a se stesso o ad altri come lui, se non è così vuol dire che non funziona, e se uccide voglio essere il solo a restare vivo, anche a rischio di restare il solo senza medaglia al valore sul petto (o sulla lapide);
  • io disapprovo e schifo in ogni modo lecito (perché io la legge la rispetto, è chi impone norme e marchi liberticidi che la calpesta) il passaporto vaccinale o comunque altro si voglia chiamare la nuova tessera di pura razza ariana.

Volevo numerare i due elenchi ma significava disistimare i miei pochi lettori. Ma chi si vuole prendere il disturbo di controllare scoprirà che la scansione è rispettata. Lo scopo è chiaro: dimostrare che si sta mettendo in atto un obiettivo evidentemente fissato decenni fa, che non è altro che azzerare tutto ciò che una parte dell'umanità ha conquistato (con o senza merito che sia) nelle ultime generazioni, creando o sfruttando uno stress pandemico cambia poco (e non si sa cosa è peggio: nel primo caso sono solo criminali, nel secondo anche vigliacchi e mentitori). Non vi sarà sfuggito che sia nel primo elenco che nel secondo ci sono degli aspetti che ciascuno di noi può considerare positivi e altri che può considerare negativi, e le nostre opinioni possono anche tranquillamente divergere su quali siano gli uni e quali gli altri. Il punto non è questo, perché qualunque cosa succeda la vita continua e i nuovi esseri umani cercheranno di vivere ed essere felici al massimo di quanto gli riuscirà, come sempre, e come sempre seppellendo i vecchi come sempre convinti che il loro mondo fosse migliore. Il punto è come, ci si arriva. Nella vita è sempre questione di come, perché invece a guardarne il se, l'esito è una guerra persa in partenza.

Se si fosse affacciato sulla scena un politico che mi avesse enumerato lo scenario a cui eravamo costretti dalle cose, dal fatto che siamo su un pianeta con risorse finite e non possiamo più sfruttarlo con un sistema economico che per funzionare presuppone che siano infinite, anche buttandolo giù più duro di quanto ho fatto io adesso, io probabilmente lo avrei capito e accettato, in parte in qualche modo già ci provavo, ma non c'è problema: se si deve e se è giusto si fa. Ma io non sono un target tipico, noi se siete arrivati fin qui. Le regole del marketing impongono di puntare al centro della curva di Gauss, ai "normali" che sono sempre la grande maggioranza, e loro non mollano l'osso manco morti, hai voglia a bastonarli col terrorismo, con la favola della moneta bene scarso da lasciare in mano ai tecnici, con l'ambiente da salvare. Solo se gli fai venire paura della morte, loro e dei loro cari, ci puoi riuscire. Ed eccoci qua: in pochi con me tra gli atipici a soffrire di questo crimine che si compie giorno dopo giorno sotto i nostri occhi, e tutti gli altri a bersi la favoletta quotidiana mettendosi in fila per la punturina, ignari del punturone che stanno subendo.

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