sabato 8 maggio 2021

RADIOCIXD 39 - ROBINSON, COME SALVARSI LA VITA

Di recente abbiamo parlato di resilienza e capacità di adattamento nei periodi difficili, non è strano possa venire in mente Robinson Crusoe. Il capolavoro di Defoe introduce, infatti, una allegoria così potente che ha continuato a trovare attualità per oltre tre secoli (secondo in questo solo a un capolavoro quasi suo contemporaneo di un altro inglese, I viaggi di Gulliver di Swift), attraverso una infinità di riscritture e adattamenti per tutte le epoche e le forme d'arte, dal cinema ai fumetti passando per la musica d'autore.

Infatti, lasciando Gulliver a Guccini (pezzo brevissimo e folgorante, da mandare a memoria), nel 1979 Roberto Vecchioni, reduce da tre dischi uno più bello e venduto dell'altro (Elisir, Samarcanda e Calabuig), licenzia questo Robinson, album che fortunatamente posseggo in vinile, essendo la copertina un assoluto capolavoro di Andrea Pazienza, da sfogliare e tenere in mano per poterla apprezzare a pieno. Per farvi rosicare, ve la mostro aperta, sia all'esterno che all'interno.

Non è né il primo né l'ultimo disco a spunto letterario o storico del Professore, anzi sono talmente tanti che per forza che si è meritato questo nomignolo. Ma forse è il più consistente, a prescindere dall'apparire quasi un concept album. Era un po' un vezzo di quegli anni, che in Vecchioni si presenta all'ennesima potenza, l'atteggiarsi a vecchio saggio fin da ragazzi, ma insomma il nostro ai tempi passava la boa dei 35 anni, si stava separando dalla prima moglie, e aveva persino trascorso un mese in galera: non sembra incongruo che si specchi in uno che difende con le armi l'isola in cui è naufragato, come ne fosse il padrone, e ne faccia la metafora della vita di tutti noi. Il disco, inoltre, complessivamente suona contemporaneo ancora oggi, merito di arrangiatori e produttori che già da un paio d'anni (e prima di altri) lo stavano smarcando dagli stilemi del cantautorato dell'epoca. Ecco la solita tracklist commentata, che si può leggere mentre vanno i brani.

1. Signor giudice (un signore così così)
Mani pulite era lontana, i giudici erano ancora "di destra". Questo magari non aveva il cuore vicino al buco del culo, ma ebbe lo stomaco di mettere in galera il Nostro per una questione di spinelli e andarsene in vacanza, lasciandolo al fresco un mesetto prima di doverlo assolvere: la canzoncina satirica se l'è meritata tutta.
2. Roland - Chanson de geste, chanson sans geste
Laddove noi ragazzi di allora scoprivamo che le minchiate che ci avevano raccontato a scuola delle crociate erano appunto tali, e che i farabutti eravamo noi cristiani. Non è poco, ai giorni nostri la musica ha abdicato a questo ruolo di svegliacoscienze, purtroppo...
3. Mi manchi
Mia madre mi raccontava che mio padre da fidanzati le aveva spacciato come versi suoi quelli de il cielo in una stanza. Se avete un'amore lontano, usatene allo stesso modo alcuni ben scelti (alcuni meglio evitare) di questa meraviglia: non vi sgamerà che tanto oggi non la conosce nessuno, e si scioglierà senza dubbio.
4. Luci a San Siro
La prima versione di questa celebre canzone incongruamente (essendo scritta da un ventenne) nostalgica era arrangiata in modo convenzionale e cantata con voce querula, e il primo verso era stato cambiato per ordine censorio. Qui è riproposta in chiave moderna, asciutta e ancora godibilissima, e per non sapere né leggere né scrivere senza il primo verso, che conosceremo in versione integrale solo nei live dei decenni successivi.
5. Come salvarsi la vita
Il brano che fa da sottotitolo all'album, a illustrare la chiave di lettura usata nell'adottare la metafora robinsoniana, è solo una breve filastrocca apparentemente leggera. Brani così si usavano per chiudere il lato A dei vinili, sapevàtelo.
6. Lettera da Marsala
Il mese in carcere se lo fece a Marsala, quindi questa canzone (che inizia il lato B) racconta in pratica la stessa storia del primo brano del lato A, dal punto di vista introverso. Forse per questo il Nostro vi si cimenta nel dialetto delle sue origini (che non è il milanese...).
7. Robinson
Col suo loop tra bambino e adulto, la title track è un capolavoro assoluto, da ascoltare e riascoltare fino a che non si è compreso il messaggio, per poi guardarsi allo specchio e scoprirsi Robinson pure noi.
8. Lo stregone e il giocatore
Fine del loop, entra in scena il vecchio, che in una scena bergmaniana si gioca a dadi la vita, ma quando ha quasi perso ecco lo scarto geniale: si ferma, e baratta: per un giorno in più, uno solo, offre in cambio la cosa infinitamente più cara che ha al mondo. Se avete figli, vi fa ancora più effetto, ma a me anche da ragazzo questo ascolto suscitava sia orrore che fascino, come quando si passa vicino a un incidente o a un suicida e guardare è irresistibile. 
9. Allonsanfan
Non è che il reprise di Come salvarsi la vita, nei vinili si usava, talvolta, specie come sottofinale...
10. Vorrei
Questa è senza mezzi termini una delle canzoni d'amore più belle della musica italiana. E l'ultimo verso (che potete mixare a quelli di Mi manchi per il vostro nobile scopo, ma occhio che questa è più nota) alla fine suggerisce anche di rigirare il disco e rimetterlo daccapo.

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno