sabato 30 aprile 2022

I PARALLELISMI GIUSTI

Impressionante, vero? E' Napoli, sotto le bombe "alleate"...
C'era una volta un popolo che si era affidato a un dittatore fascista, nel senso proprio che quello governava col consenso di una ampia maggioranza, e che però a un certo punto si era alleato a uno che voleva dominare l'Europa col suo Reich dalle manie espansionistiche. Scoppiò la guerra, e finì che un impero potente, praticamente dispotico anche se teoricamente democratico, occupò prima le sue regioni meridionali e poi pian piano il resto del Paese. Messa così, non sembra che sto parlando dell'Ucraina? Non è l'Ucraina che si è affidata mani e piedi a un attorucolo sedicente neonazista al servizio della Nato e della Ue (una cosa tanto simile al quarto Reich che chi ci vedeva bene lo aveva capito da prima, e che Hitler redivivo sarebbe felice di vedere), e che le armate di Putin stanno "liberando"? 

Questa invece è Roma. Dresda, Hiroshima e mille altre ve le
risparmio, tanto si trovano. I russi non sono i soli cattivi della
storia, e sicuramente non sono i peggiori...
Invece sto parlando dell'Italia di qualche decennio fa, e il paradigma è lo stesso. L'unica differenza - a guardare bene, cioè senza i paraocchi gentilmente forniti dall'informazione mainstream - è che l'invasore/liberatore di allora, a differenza di quello di oggi, faceva precedere le sue avanzate da bombardamenti a tappeto con immense stragi di civili e distruzione di tutte le infrastrutture industriali comprese le città ad esse più o meno vicine (ne sanno qualcosa a Terni, ad esempio). Ma possiamo ancora sperare che ci sia un'altra differenza: che il Reich stavolta molli l'osso prima, dei due anni che allora durò la cosa. Allora, finì un 25 aprile, data che ancora quel popolo in teoria festeggia - solo che nei festeggiamenti il suo Presidente in carica, e tutta la stampa appresso a lui, un pochino si confonde con gli accostamenti. C'è qualche temerario che addirittura mette in bocca "Bella ciao" agli ucraini dell'ovest, quando invece al massimo spetterebbe a quelli del sud-est, che dopo otto anni di soprusi e massacri hanno avuto il coraggio di sollevarsi e chiedere aiuto al vicino potente. Il quale, ripeto, si sta peraltro comportando anche militarmente in maniera molto distante dai modi cui gli ammericani invece hanno abituato sia noi che mezzo mondo dopo di noi, dalla Corea al Vietnam al Cile all'Iraq all'Afghanistan alla Libia, peraltro dopo essersi esercitati a casa sterminando milioni di nativi.

Scrivo queste cose, anzi le ripeto, perché c'è già chi auspica (chi prepara lo fa dal 2014) l'ingresso in guerra di Nato e UE, e magari non trova nemmeno contraddittorio dirsi pacifista. D'altronde, anche Hitler era pacifista (oltre che vegetariano e animalista): bastava volere essere annessi o capitolare presto. Un vero pacifista, oggi, dovrebbe aborrire l'invio di armi e aiuti economici finalizzati al riarmo, peraltro da noi assolutamente incostituzionale (ma d'altronde, il vulnus fu inaugurato nel 1991 e proseguito in molte altre occasioni in questi sciagurati trent'anni dalla "fine della Storia", oramai ci siamo assuefatti..). Facendo invece ogni legittima pressione sul proprio governo perché aiuti in ogni modo possibile la Russia a chiudere al più presto e con meno "danni collaterali" possibili quello che chi conosce la Storia sa essere essenzialmente un loro "affare interno" (e anche loro lo sanno, anche per questo già li limitano più che possono, mica come "i nostri" che hanno cominciato da Dresda hanno continuato con Hiroshima e Nagasaki e poi non si sono più fermati).

Proprio per questo, intanto che Pasbas ci regali una delle sue puntuali cronistorie (quelle sulla conquista militare del sud da parte dei piemontesi sono impagabili...), vi lascio con uno dei miei zibaldoni di link di approfondimento, che era da un po' che non lo facevo, e che chiudo con un imperdibile ricostruzione storica in video di Mazzucco:

  • Ons Jabeur, la tennista più talentuosa del circuito ora che si è ritirata la numero uno Barty, oltre che l'unica musulmana mai arrivata a questi livelli (è top ten), si affianca a Djokovic, numero uno tra gli uomini, nel condannare l'inaudito banning di russi e bielorussi da Wimbledon -  Cito la sintesi in occhiello, “Sport e politica non si devono mischiare, ci sono bambini che muoiono ogni giorno per le guerre, come in Palestina da 74 anni”, ma vi invito a leggere tutta l'intervista, da applausi.
  • Grimaldi, ovvero l'ultimo grande vecchio del giornalismo rimasto, in un lungo e imperdibile ragionamento, a partire dal 25 aprile e la cosiddetta liberazione, che sta a questo mio post come un bel pranzo saziante a uno stuzzicante aperitivo.
  • Cardini, che è un po' meno vecchio ma non è riducibile a giornalista e non è inquadrabile a sinistra, invece ci fa la cronistoria della Nato e della sua guerra contro la Russia, che ci dissero finita col Patto di Varsavia nel 1991 ma era appena iniziata.
  • Mazzucco, di cui linko qui che ci mostra i parallelismi tra Ucraina e Covid, e qui che ci ricorda cosa dicevano gli infami traditori di elettorato pentastellati del colpo di stato di Zelenskji sette anni fa, prima di embeddarvi il video promesso: è lungo, ma vale la pena, mettetevi comodi come se fosse un bel film. Senza dimenticare mai che purtroppo non lo è, e senza tentare di schivare le secchiate di acqua fredda a ricordarci tutte le palle che ci raccontano giorno dopo giorno.

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