Per capirci, l'impronta ecologica individuale moltiplicato il numero degli abitanti del pianeta fa quanti pianeti ci vorrebbero per sostenerci tutti, e se tutto il mondo avesse quella di uno statunitense medio di terre ce ne vorrebbero più di sette, quella di un europeo occidentale più di quattro, ma fino a che sopra l'uno restavano solo porzioni relativamente piccole dell'umanità il sistema reggeva, a fatica ma reggeva. Il "guaio" è che negli ultimi anni hanno superato la "parità" anche i BRICS, che contano gli abitanti a miliardi. Il combinato effetto è che per agire sostanzialmente nella direzione di "salvare il pianeta" bisognerebbe fermare la crescita del livello di vita degli abitanti di Brasile Russia India Cina Sudafrica, e far tornare indietro di decenni quello di italiani tedeschi francesi eccetera e soprattutto americani, ma per ragioni etiche e dimostrative, tanto in sostanza sarebbe meno impattante. Quindi si che dovremmo farlo, ma un conto è farlo con le giuste ragioni, e ben spiegate ad una popolazione di cittadini adulti consapevoli e liberi, un conto è vederlo imposto surrettiziamente e/o violentemente ad una popolazione di sudditi appositamente fatti regredire a bambinoni manipolabili. Perché questi siamo diventati negli ultimi decenni.
Il problema, stringi stringi, è questo: il capitalismo funziona solo in sistemi "aperti", che possono crescere sempre. Ha funzionato un paio di secoli nell'occidente industrializzato solo perché questo, prima col colonialismo e poi con le pratiche paracolonialiste che lo hanno soppiantato, attingeva "fuori dal sistema" alle ricchezze indispensabili perché il meccanismo non si inceppasse. Le guerre, in questo meccanismo, hanno avuto (e hanno, per questo dovremmo tremare per ogni soldo in più ad armare l'Ucraina, anziché berci la storiella delle democrazie contro l'autocrate folle) la funzione di "reset", cancellando vite e ricchezze private per consentire al meccanismo di ripartire con vigore da qualche casella indietro, in questo folle gioco dell'oca. Ma da quando comunicazioni e trasporti hanno reso il pianeta un sistema unico, essendo esso un sistema chiuso quindi incompatibile con un modello di sviluppo a crescita obbligatoria, era solo questione di tempo che si arrivasse al suo limite fisico. Il tutto si traduce in una strettoia logica: se vogliamo essere ambientalisti ma sul serio, dobbiamo abbandonare il capitalismo, e adottare un sistema che se non vogliamo chiamare comunista perché il termine non ci piace deve comunque gestire le risorse finite del pianeta in modo che ogni suo abitante abbia "secondo il suo bisogno" e contribuisca ad alimentare "secondo la sua capacità"; se la cosa non ci piace, perché comporterebbe per tutti gli occidentali un drastico abbassamento del tenore di vita e per tutti gli "emergenti" uno stop alla sua rincorsa, almeno evitiamo di avere la faccia come il culo di chi adotta l'ambientalismo di facciata così tanto di moda, da Greta in giù.
In realtà nella storia ci sono stati dei momenti in cui è stato possibile ricaricare la molla della crescita spostando il limite significativamente avanti: quando la tecnologia ha fatto un salto epocale, incrementando le risorse disponibili di un fattore rilevante. La "scoperta" del fuoco è stato forse il primo, quella dei combustibili fossili l'ultimo. Ecco perché il capitalismo si affanna a cercarne un altro: se trovasse un nuovo "moltiplicatore tecnologico" sposterebbe in avanti, di quanto dipende dalla sua entità ma non credo più di un paio di secoli, la deadline. La notizia, strombazzata in questi giorni ovunque nel mainstream, della prima "fusione nucleare" a saldo energetico positivo è da leggere in questo senso. Ma purtroppo è una solenne minchiata, già implicitamente ammessa in abstract: se tutto va bene un reattore economicamente sostenibile (e non è affatto detto che lo sia anche, davvero, per l'ambiente) lo avremmo tra decenni, ben oltre la breakline. Ma allora perché lo dicono? Beh, per la semplice ragione che esiste e opera, in questi tempi bui, una classe "cuscinetto" tra i pochissimi detentori del Potere (e vale la pena leggere con attenzione anche questo post di Stefano Re) e la massa dei sudditi, composta da gente che ci campa, a libro paga dei primi, assolvendo la funzione di diffondere e affermare narrazioni che tengano buoni i secondi. Politici, giornalisti, militari e pochi altri. Bastano. E non è affatto necessario, e infatti non è previsto, che siano davvero consapevoli di questa loro reale funzione, basta che credano (o facciano finta di credere, sordamente mirando a mantenere i loro relativi privilegi) alle loro finzioni ideologiche e mistificatrici.
Altrimenti non dovremmo andare a leggerci su Comedonchisciotte o altri siti di controinformazione che Bill Gates, lo stesso losco figuro che pochi mesi prima della scorsa pandemia aveva organizzato un convegno (pubblico, perché non c'è posto migliore per nascondere le cose che metterle sotto il naso di tutti, come ben sapevo io stesso a scuola dove mi ero scelto il primo banco davanti alla cattedra per farmi i cavoli miei anziché ascoltare i prof) che ne anticipava persino i dettagli, in questi giorni ne ha organizzato un altro, lo sentiremmo nel TG assieme alla notizia che il governo italiano denunciava davanti ai più alti consessi di giustizia planetari l'indegna azione di questa lobby, e intanto si smarcava dalle sue manovre, intendendo invece difendere e rilanciare la sanità pubblica, per affrontare come si deve una eventuale prossima pandemia. Sogni, appunto.
Invece, non c'é TG, documentario e nemmeno programma di intrattenimento (e se è per questo, nemmeno programma scolastico: l'indottrinamento riesce meglio cominciando da piccoli) che non faccia da eco o almeno sottintenda le narrazioni di regime. Tra cui appunto, l'ambientalismo 2.0 di cui stiamo parlando. Siamo a fine dicembre e sembra primavera? E' il riscaldamento globale, anche se nello stesso periodo in nordamerica stanno morendo di freddo. La sintassi è come col covid: apoditticamente, la stessa causa è buona a dimostrare tutto e il contrario di tutto, e se cerchi di argomentare (ad esempio, elencando le alluvioni in Calabria del secolo scorso, quando non era uso chiamarle "eventi estremi dovuti al riscaldamento globale") sei un negazionista. Se osi pensare che l'uomo ha affermato il suo dominio per essere capace di gestire, quali che fossero, i capricci della natura, e quindi, anziché tentare di incidere su fenomeni a variabili infinite e imprevedibili e cause fondamentalmente ignote e probabilmente ben al di sopra della nostra azione (non potendo in alcun modo prevedere che qualsiasi azione sia utile o non sia addirittura controproducente) come i mutamenti del clima, agire a valle per conviverci, ad esempio manutenendo il territorio e considerando con attenzione come insediarvicisi, sei un complottista, antieuropeista se aggiungi che se l'UE non consente di investire in queste indispensabili azioni meglio lasciarla subito (al suo destino di aborto di un ibrido impossibile). Ma anche questi sono sogni.
Dei rimedi che invece propongono questi "neoambientalisti", le maravigliose auto elettriche, giocattoli per ricchi che hanno la casa in centro e il garage per la ricarica, sono un ottimo paradigma: tutto compreso, non c'è niente di meno ecologico al mondo, e però a forza di menzogne riusciranno a farvi sembrare normale il divieto di circolare con qualsiasi altro mezzo, e anzi a farvi sentire in colpa se non siete daccordo o a farvi odiare il vicino che si ostina finché glielo consentono a girare con l'auto di vent'anni quindi ormai a impatto ecologico zero o quasi. Ma vedrete che riusciranno anche a ricicciare la deleteria e antieconomica (a fare i conti bene) fissione nucleare, visto che la fusione resta una chimera: non ci sono i soldi per il reddito di cittadinanza e per manutenere territorio scuole o ospedali, ma per le megaopere (che chissenefrega se saranno mai ultimate e renderanno mai un centesimo ai cittadini) vedrete che li trovano, le tangenti (in esse implicite per natura) essendo una motivazione irresistibile.
Chiudo (anche l'anno) con un poscritto dedicato a Mihajlovic, che è in tema sia per via del tag "malafede dell'Occidente" che del tag "giornalaismo mainstream": avrete sentito sicuramente i mille coccodrilli, e altrettanto certamente nessuno di essi che raccontava davvero come la pensasse ad esempio sulle ignominie euroamericane contro la Serbia (leggetevelo su Comedonchisciotte, o ascoltatevelo da Grimaldi, se davvero volete commemorare questo campione di sport e vita).
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