martedì 31 marzo 2009

FUORI STRADA

Il Presidente Obama ha subordinato la concessione di un megaprestito alla Chrysler alla firma definitiva dell'accordo con Fiat che prevede l'acquisizione da parte italiana di un consistente pacchetto azionario della casa statunitense in cambio della cessione di tecnologia per la costruzione di auto piccole e ad impatto ambientale modesto. Capite come cambia il mondo, mentre noi stiamo fermi ad anticaglie antieconomiche come le centrali nucleari e il ponte sullo Stretto?
Gli americani ancora pagano i carburanti relativamente poco rispetto a noi, eppure hanno capito che bisogna fare un salto in avanti, di immaginazione prima che di fatto. Così, gli inventori della Jeep, dei fuoristrada, dei SUV, ora ci chiedono aiuto per diminuire la loro impronta ambientale. Mentre da noi nemmeno un governo con dentro i Verdi era riuscito ad attuare il punto del programma che prevedeva il superbollo ai macchinoni, figurarsi questo!
Ma la cosa più assurda, quella che cozza contro ogni più elementare logica, è come sia stato possibile che sia cominciata questa moda di auto sempre più massicce e pesanti in un Paese come il nostro, tutto stradine. In America o in Australia, si poteva anche capire. Ma andare in giro per Roma con una cosa grande come un camion che corre come una sportiva, non avrebbe dovuto mai essere consentito, e basta.
Basta inserire nel Codice della strada o nel suo regolamento attuativo norme che disciplinino l'altezza minima e massima da terra di un paraurti, e magari il diametro di una gomma, per impedire che certi mostri vengano messi in circolazione immatricolati come "autovetture". Se ci sono, sono ben nascoste e poco chiare: basta guardare un SUV nemmeno dei più grandi parcheggiato accanto ad un'utilitaria nemmeno delle più piccole per notare che in caso di scontro tra i due mezzi il paraurti dell'uno passerebbe sopra quello dell'altra. Non che l'impatto tra due mezzi di così diversa massa sia reso molto meno drammatico dalla presenza di paraurti di pari altezza, ma intanto avrebbe senso che lo fossero: se il Codice non impone con sufficiente chiarezza e perentorietà (e non lo fa, evidentemente) che siano tutti alla stessa altezza, tanto vale non metterli! La casa straniera che volesse commercializzare in Italia un veicolo troppo alto e grosso, se lo vedrebbe omologato come autocarro con tanto di limite di velocità a 80: vediamo quanti ne vende, così!...
Oppure, si potrebbe far pagare il bollo non in base alla cilindrata (com'era un tempo ed è ancora per le assicurazioni) o la potenza (com'è ora) dei motori, ma in base al volume e al peso del mezzo, che poi è come dire il suo "ingombro ambientale", visti i riflessi sullo spazio occupato e il carburante consumato.
Infine, una bella Pubblicità Progresso sullo stile di quella dei rifiuti a Napoli, con la bonazza ricoperta dalla mondezza e ripulita dal Governo. Il messaggio da veicolare, spetta ai creativi come, sarebbe più o meno questo: se hai un fuoristrada o un SUV, o hai un ranch (sostituibile da "se hai un'auto enorme, o hai una famiglia numerosa") o hai il pisello piccolo. In Italia, non ne comprerebbe più nessuno....

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