martedì 14 aprile 2009

ANNOZERO O VENTENNIO?

Non ho mai amato il modo di fare giornalismo televisivo di Michele Santoro. A cui però proprio quelli della Lega Nord dovrebbero fare un monumento, perchè è dalle piazze urlanti di Samarcanda che hanno acquisito la loro prima visibilità nazionale. E Marco Travaglio mi è fisicamente antipatico, anche se non condivido la posizione di chi lo accusa di ignorare troppe tematiche antisistema, come il signoraggio e l'11 settembre, per essere al di sopra di ogni sospetto. Infine, avrei letto Gomorra se Saviano non l'avesse pubblicato per Mondadori e non facesse più ospitate tv di una ex velina.
Messe così le mani avanti come a sottolineare che questo è un blog e non una testata giornalistica, tanto poco "professionale" è questa impostazione, posso dire che è vomitevole il coro bipartisan di attacco ad Annozero, perchè ha osato interrompere l'altro coro bipartisan di elogi a Bertolaso e in genere all'atteggiamento delle istituzioni nell'immediato doposisma e di attacchi al ciarlatano che avrebbe previsto il terremoto. L'indignazione monocorde forse produrrà il secondo esilio del discusso giornalista, dopo il diktat bulgaro che lo mise fuori gioco per anni assieme a Biagi e Luttazzi. L'indignazione, invece, almeno da sinistra, dovrebbe riguardare la circostanza che solo da Santoro, purtroppo, si siano sentite quelle voci critiche che costituiscono l'essenza del giornalismo e della democrazia.
Perchè, ad esempio, non è lesa maestà:
  • constatare che tra evacuare 100mila persone e l'inerzia assoluta di fronte allo sciame sismico in corso, ci sono infinite cose intermedie che si potevano fare, a prescindere dagli allarmi di Giuliani, tipo dare consigli alla popolazione oppure avvicinare o almeno allertare i Vigili del Fuoco o l'Esercito;
  • denunciare che non è al 5 per mille che bisogna attingere bensì all'8 per mille, perchè il primo non è obbligatorio e ogni euro che andrebbe ai terremotati sarebbe tolto ad altre Onlus, mentre il secondo lo è, dà origine ad una cifra certa, e - anche senza volere considerare lo scandalo di storni per esigenze di bilancio, o l'ingiustizia della norma che prevede che i soldi di chi non si pronuncia vadano distribuiti in proporzione a chi si è pronunciato - sarebbe preposto, almeno per quanto riguarda la quota destinata allo Stato, proprio per circostanze di questo genere;
  • è perlomeno prudente avvertire che chi di solito sguazza in questo genere di cose è pronto a fare dell'Abruzzo una nuova Irpinia, che è sempre meglio di un nuovo Belice ma sempre di sciagura per le casse pubbliche e di sciacallaggio sulle tragedie altrui si tratta.
Altrimenti, se nemmeno si può esercitare la libera critica giornalistica, davvero non resta che constatare di essere in pieno nuovo fascismo, e rimpiangere come questo lettore di Strill quello vecchio che almeno le ricostruzioni le faceva...

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