martedì 28 febbraio 2012

CAMBIO DI VOCALE

La notizia è che gli italiani guadagnano meno, in termini monetari, persino dei greci, e va letta bene: si parla di redditi medi, significa che non si contano i disoccupati e che quelli che stanno sotto la media sono sotto la sussistenza. Letta meglio ancora, significa che se pigli 1500 euro se un poveraccio, se ne pigli 1000 o meno un morto di fame, ma se pensiamo che in vecchie lire stiamo parlando di due o tre milioni, roba che ai tempi ci si campava benissimo, scopriamo che sta cavolo di moneta si è di fatto svalutata una cifra in termini di potere d'acquisto proprio mentre se ne sbandieravano le doti almeno sotto il punto di vista della tenuta in termini di cambio: come dire, assomma gli svantaggi di una moneta debole con quelli di una forte.
La cosa si presta a due famiglie di considerazioni:
  • la presunta scarsa competitività in Italia non è colpa dei lavoratori, ma piuttosto degli oneri fiscali e contributivi che gravano sul costo del lavoro, e comunque della imbarazzante mediocrità di una classe padronale incapace di sfruttare questo vantaggio perché oramai immeritevole dell'aggettivo stesso "imprenditoriale": sono buoni solo quando c'è da arraffare risorse pubbliche, che però stanno per finire;
  • un eventuale ritorno alla lira non ci salverebbe, a meno che non fosse moneta sovrana di uno Stato senza la caterva di corrotti e corruttori come il nostro: bellissimo evento il meeting di Rimini sull'MMT organizzato da Paolo Barnard, come dice egli stesso mirabile esempio di organizzazione autofinanziata, ma purtroppo non sono condivisibili gli entusiasmi adesso anche de L'olandese volante: siamo italiani, rovineremmo persino lo "strumento perfetto" (ora con cittadinanza sul mainstream, qui Rampini e Galloni), non ci resta che sperare che i francesi premino Hollande e che egli riesca a mantenere le promesse.
Siamo quelli, infatti, che mentre ancora tiravano le monetine a Craxi si guardavano attorno in cerca di un suo degno erede che consentisse loro di continuare a rubare, in proporzione alla capacità e al pelo sullo stomaco s'intende. Il tipo poi ci ha afflitto per quasi vent'anni, senza i quali oggi saremmo un modello di virtù di bilancio senza sacrifici né alle spalle né alle porte, durante i quali si è occupato essenzialmente degli affaracci propri, come depenalizzare i propri reati, accorciare la prescrizione dei propri processi, impedire ai giudici di processarlo perché troppo impegnato a organizzare festini, far rientrare a costo zero i soldi sporchi propri e dei suoi emuli in minore, eccetera. Rifatevi gli occhi con questo elenco istruttivo per quanto incompleto, mentre magari riflettete sul perché certi giornali e telegiornali e bischeri dicono prosciolto di uno che se fossimo in uno Stato di diritto sarebbe in galera in automatico, con una fattispecie così, perché non si è mai visto uno che corrompe nell'interesse di un altro e coi suoi soldi senza che l'altro ne sappia nulla, e invece l'ha fatta ancora franca. E se non in galera, un altro qualsiasi dei Paesi sedicenti democratici lo vedrebbe cacciato con ignominia dalla scena politica: non prescritto, ma proscritto.

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno