giovedì 16 febbraio 2012

IL MOTIVO GIUSTO

No, non sto parlando di Sanremo, dove persino Chiara Civello è riuscita a portare il motivo sbagliato (la peggiore canzone della sua discografia, fin'ora) col vestito sbagliato (sembrava una mortadella, è una bella ragazza "florida" bastava uno specchio mica uno stilista). Sto concordando con Mentecritica sulla ragione per cui a volte anche quando si prendono decisioni giuste non basta.
Il governo Monti di decisioni giuste ne ha prese due, ultimamente: rinunciare alle Olimpiadi di Roma 2020 e rifar pagare l'ICI alla Chiesa cattolica su tutti gli immobili non esclusivamente destinati al culto. Sulla seconda c'è solo da aspettare le modalità di attuazione, registrando che (stante la rilevante componente baciapile nel governo) evidentemente anche dalle parti del Vaticano la vergogna per una così grossa e ingiusta elusione in tempi di crisi deve aver prevalso sul tornaconto immediato. Sulla prima invece c'è più da dire: la reazione iniziale di tutti gli onesti è stata di giubilo, ma a risentire con attenzione le dichiarazioni del premier qualcosa che non torna del tutto in effetti c'è. Va bene, infatti, sostenere che siccome c'è crisi non possiamo imbarcarci in spese del genere, ma non è sufficiente lasciare il vero motivo ad un paio di battute sull'imprevedibilità dei costi alla luce di esperienze precedenti, perché da un lato ciò non è sufficiente a invalidare l'argomento di chi sostiene invece che proprio perché c'è crisi si dovrebbero adottare politiche in grado di rilanciare l'economia, dall'altro le esperienze precedenti hanno dimostrato invece proprio l'esatta prevedibilità che i costi si moltiplicherebbero. La timidezza governativa è motivata da un lato dalla maggioranza politica su cui poggia, ma dall'altro anche dall'incapacità di prendere le decisioni logicamente conseguenti a una presa di posizione più netta: annullamento della TAV, abbandono definitivo del Ponte sullo Stretto e liquidazione della relativa SpA, utilizzo degli immensi fondi risparmiati per finanziare un piano energetico alternativo sia sul piano delle fonti che su quello dalla logica di distribuzione e un piano recupero edilizio ambientale e territoriale ad altissima ricaduta in termini di moltiplicatore keynesiano e di qualità della vita. Se il governo riuscirà a fare questo, dimostrerà infondate le voci riguardo la propria unica "ragione sociale": svolgere il mandato di lobby finanziarie che hanno come unico obiettivo di impoverirci perché questo è l'ultimo modo che gli è rimasto di continuare ad arricchirsi loro (a risorse del pianeta non infinite). Se non lo farà, il no alle olimpiadi rimarrà un caso isolato buono a fare propaganda di serietà a chi ci casca e poco altro.
Gli sprechi infiniti, tutti figli della corruzione e del malcostume italico, costituiscono infatti la vera causa della situazione cui siamo arrivati: non le pensioni o l'articolo 18, non gli stipendi dei parlamentari o le liberalizzazioni supposte insufficienti, nemmeno in fondo (che in qualche modo bisogna pur sopravvivere) gli impiegati pubblici o i piccoli evasori fiscali, ma tutta l'immensa mole di denaro finita senza pudore nelle tasche di corrotti e corruttori, mafiosi politici e sedicenti imprenditori, decennio dopo decennio, cui le cosiddette privatizzazioni per come sono state attuate hanno contribuito anzichenò come doveva essere in teoria (e lo stesso discorso vale per il federalismo).
Ecco un parzialissimo elenco
  • Mani bucate - il sito che parla dell'"orgia degli aiuti pubblici alle imprese private", continuando online l'opera del libro omonimo
  • Malpensa - la cattedrale nel deserto fortemente voluta da quelli che Roma ladrona;
  • Roma 2020 come Roma 2009 e Torino 2006 - lo scampato pericolo in uno studio precedente alla bocciatura
  • i soldi ai partiti e ai loro giornali - le cifre di una vergogna (qui in tabella) che gli italiani avevano cancellato per referendum, vero scandalo dei costi della politica, altro che i tanto cavalcati "stipendi"
  • Craxi e "l'Italia da bere" - ovvero il Capitano che ci ha portati fuori rotta, ovvero la colpa non è degli scogli
  • i notai, ovvero un esempio (di una serie lunghissima, in cronaca e no) di come questi alla fine promettono botte per tutti e poi le mantengono solo a chi non può difendersi
che dovrebbe cominciare con Italia 90, le varie Scip tremontiane, tutti i regali a monopolisti privati in cui si sono sustanziate le varie privatizzazioni (molte del centrosinistra), eccetera eccetera.
Senza tutto questo avremmo i conti migliori di quelli tedeschi e avremmo ancora le pensioni col retributivo e potremmo assumere nel pubblico impiego e anche magari perché no organizzare le olimpiadi. E non ci sarebbe bisogno di nessun Governissimo Tecnicissimo, che adesso se fosse davvero serio come dice dovrebbe per prima cosa abbandonare tutte le grandi opere tangentogene, poi riformare la legislazione sugli appalti, poi ridare mezzi economici e forza politica alla magistratura indipendente, poi abolire i rimborsi elettorali ai partiti, poi combattere l'evasione cominciando dalla parte giusta (le leggi sono le fondamenta, le piazzate la vernice sul tetto), poi, poi, poi, e solo alla fine (e solo se tutto il resto non fosse bastato) andare a erodere il già risicatissimo potere d'acquisto dei poveracci abbattendo del tutto la domanda interna come invece sta già facendo dall'inizio.
Così, a dire no alle improponibili (i monconi delle vele di Calatrava a Tor Vergata non hanno manco cominciato ad arrugginirsi) olimpiadi romane semo bboni tutti. Te vojo mò, Monticello mio: a paggina due dopo Roma ce sta 'a Val de Susa, che a sordi bbuttati nun stà messa maluccio...

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