martedì 21 febbraio 2012

SU' NUMERA!

Il sondaggio che appalesa l'idiozia politica del PD, prelevato
non a caso dal sito de l'Unità
Il titolo in riggitano si traduce letteralmente "sono numeri!" (si noti il neutro plurale in a, retaggio del latino), ma il significato corrisponde esattamente all'espressione "roba da matti!". Il gioco di parole si presta benissimo alla descrizione di alcune pagine di cronaca politica di questi giorni: l'accordo sulla riduzione dei parlamentari, le trattative sulla legge elettorale, le dimissioni del presidente tedesco e i sondaggi demoscopici sulle intenzioni di voto.
Roba da matti (cosi 'i pacci): "morto" (ammesso che non risorga) Berlusconi, il Terzo polo è in rotta verso la sua collocazione naturale, il centrodestra, e il PD cosa fa? anziché guardare a sinistra, dove si trova la maggior parte del 44,6% della gente che oggi non andrebbe a votare (nel 2008 erano la metà, ed erano a sinistra TUTTI), si mette a trattare coi nemici, occasionalmente compagni di governo, per una riforma elettorale che in qualche modo alzi la soglia di esclusione, e non trovando l'accordo su questo terreno lo sigla su un altro che mira allo stesso scopo: la riduzione del numero dei parlamentari. Il coro demagogico monocorde, infatti, si concentra sugli stipendi dei parlamentari e sul loro numero, proprio per incanalare la rabbia del popolo bue verso dove fa comodo ai padroni del vapore: se così non fosse, il governo Monti oggi si occuperebbe di nuove efficaci norme anticorruzione e pro-magistratura e amministrazione della giustizia, in grado potenzialmente di raddrizzare la baracca da sole, e di abrogazione della legge sui cosiddetti rimborsi elettorali ai partiti, non di cose senza impatto pratico sui conti come abolire l'articolo 18 e dare qualche centinaia di euro al mese in meno a 1000 persone, magari riducendole a 750. Cari co-sudditi, se riducessimo i parlamentari a uno il risparmio sarebbe lo stesso ininfluente, e la soglia di esclusione tenderebbe al 49,9%, tanto per andare al caso limite e capirci. La democrazia è in pericolo, per usare un eufemismo, e se proprio non si vuole ricorrere al sorteggio dei parlamentari urge comunque riappropriarsene prima che sia troppo tardi: l'unica legge elettorale che ha mai funzionato in Italia (il maggioritario a doppio turno usata per i Sindaci) è anche l'unica che può funzionare in teoria, lo so dai tempi dell'università (primi anni 80, il testo era di Sartori di fine anni 70), in un Paese frammentato ideologicamente e territorialmente che pertanto necessita del massimo possibile sia di rappresentatività che di governabilità. Ogni proporzionale (e basta avere una certa età per ricordarsi cosa può essere in Italia uno puro col voto di preferenza) favorisce la prima a scapito della seconda, a meno di soglie di esclusione antidemocratiche e premi di maggioranza scandalosi (e infatti il Porcellum tenta queste contromisure, con l'aggravante dell'indicazione centralizzata delle liste); ogni maggioritario a turno unico viceversa, a meno di quote proporzionali cervellotiche come quelle del Mattarellum (con l'aggravante che venivano usate per garantire il ripescaggio dei maggiorenti).
Sto dicendo ovvietà, cosucce che sono l'abc dell'ingegneria elettorale, le astine della scienza della politica: non è possibile che chi fa il politico di mestiere non le conosca. Dunque bisogna necessariamente postulare la malafede: non solo si disinteressano della marea crescente di diseredati che non votano più anche perché l'attuale legge elettorale e l'idiozia dei leader di sinistra rende il voto inutile al fine di andare in Parlamento, vogliono far si che anche altri pezzi della loro potenziale coalizione divengano extraparlamentari, lasciando in gara solo i due partiti maggiori e poco altro, in un brutto remake di quanto si vede negli Stati Uniti (dove infatti vota circa la metà degli aventi diritto), il che ci dice anche chi sia ancora a tirare le fila del PD nonostante abbia rimediato una serie di batoste da giustificare non il suo ritiro definitivo, ma l'emigrazione su Marte più che nella promessa e non mantenuta Africa.
E' pensando a gente come Uolly o a quella barzelletta dei commercialisti fino a ieri Ministro (campione del mondo della contraddizione che oggi pontifica in libreria di cose che non si è sognato di fare quando poteva), o ai mille corrotti facce di tolla che non solo non vanno in galera e non si dimettono, ma gli viene ripetutamente salvato il culetto santo dai colleghi, che viene l'invidia per un Paese dove ci si dimette da Presidente per cose di cui da noi ci si vanterebbe. Che tristezza...

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