Per ridare senso al termine democrazia, una proposta che non è una tombola, ma un uovo di Colombo... |
La provocazione de L'orizzonte degli eventi nasce dalla corretta constatazione, che fu di Gelli prima che venisse attuata dal suo allievo numero 1816, che se la democrazia è che la maggioranza dei votanti vince, non hai che da rincitrullire la maggioranza dei votanti ed eccotela bella e vanificata. Se controlli le televisioni, hai l'ordigno fine di mondo per attuare questo bel progettino, come si è purtroppo visto. Il processo ha necessitato di due decine d'anni per essere attuato appieno, e oggi un processo inverso, ammesso che esista una volontà politica di attuarlo, chiederebbe almeno lo stesso tempo, e quindi ammesso che si riesca a farlo partire le prossime elezioni potrebbero fermarlo, com'è accaduto ad esempio alla tax compliance, il principio che un'amministrazione finanziaria dalla guida ispirata tentò di affermare negli anni 90, stroncato sul nascere da politici che hanno soprattutto evasori fiscali nel loro elettorato.
Quindi no, non si può introdurre la patente per votare, anche non volendo considerare le levate di scudi degli Scilipoti di turno o l'italianità che ne farebbe mercimonio come dei titoli di studio. Ma si può fare di molto meglio, si possono abolire tout court le elezioni cosiddette democratiche e sostituirle con il sorteggio integrale dei parlamentari tra i cittadini aventi diritto di voto.
Pensateci bene, magari facendovi assistere da un vostro amico statistico o solo scafato in matematica: un campione estratto a sorte di 400 persone su 40 milioni sarebbe di certo statisticamente rappresentativo della popolazione. Avremmo cioè in Parlamento:
- più o meno il 50% di donne, alla faccia delle quote rosa, e anziché le poche di oggi (quasi tutte modello fighetta senza cervello o capitana di lungo corso) avremmo 200 deputate tra cui ci sarebbe più o meno la stessa percentuale di donne intelligenti e stupide interessanti e sciatte bruttarelle e bellocce giovani e meno giovani che in giro per la città;
- più o meno il 20% di anziani ambosessi, e non la gerontocrazia andrologica di oggi;
- una distribuzione delle occupazioni simile a quella del Paese, precari e pensionati compresi, e non un quadro da cui si desume che se non sei già qualcuno alla carriera politica non puoi nemmeno pensarci;
- una percentuale di disonesti ladri e mafiosi simile a quella reale, e non quella del Parlamento attuale che se si proiettasse nella società ci vedrebbe costretti a uscire con le colt come nel far west.
Nessuna casta, ma semmai un serbatoio di "tecnici" tra cui scegliere i ministri selezionati tramite un concorso pubblico tipo magistratura, un albo nazionale cui attingere anche per le "giunte" di tutti i livelli amministrativi voluti (ma io lascerei in vita solo lo Stato e i Comuni, e le Prefetture per le funzioni specifiche) oltre che per il governo nazionale, i quali si scelgono un Presidente e sottopongono al Parlamento Sovrano ogni decisione, sicuri che saranno approvate solo quelle che vedono d'accordo davvero la maggioranza del Paese reale. Chi non vuole essere eletto può sempre chiedere di essere tolto dal database "elettorato passivo", da cui chiunque abbia una condanna non definitiva sarà sospeso (e depennato in caso di definitività); gli eletti vengono avviati a un corso semestrale full immersion di educazione civica (insomma, conoscenza dei meccanismi di funzionamento del posto dove dovranno lavorare per 5 anni) e hanno diritto alla conservazione della posizione lavorativa precedente da recuperare volendo a fine mandato (se la nuova esperienza non lo mette in condizione di trovare di meglio). Una magistratura indipendente sorveglierebbe sul rischio corruzione, che nessun sistema politico scongiura perché connesso con l'animo umano (e il comunismo e il cristianesimo falliscono proprio perché funzionerebbero solo se gli uomini fossero buoni), con maggiore efficacia perché una classe politica siffatta non avrebbe il tempo di stratificarsi e sedimentarsi in centri di potere organizzati in forma istituzionale.
Mi piacerebbe tanto che una riflessione su questa proposta trovasse casa presso giuristi matematici (Odifreddi, che ne pensi?) e altri tecnici in grado di articolarla meglio del vostro piccolo blogger. Ma in tempi in cui il popolo non lo ascolta più nessuno e la nostra vita la decidono istituzioni non elette da nessuno come Commissione europea, BCE, FMI eccetera, ragionare sulla democrazia in modo da scardinare pregiudizi e operare un salto di intelligenza laterale mi pare cosa dovuta. Io la butto lì, ma sono molto serio. Tra l'altro, se si sentisse l'esigenza di elevare il livello culturale della classe politica non ci sarebbe che una strada: migliorare quello della popolazione, avviando un processo inverso a quello che ci ha portato al berlusconismo.
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