venerdì 6 aprile 2012

QUESTA LEGA E' UNA VERGOGNA

Quando più di vent'anni fa un buzzurro in canottiera apparve nella scena politica italiana biascicando slogan razzisti misti a propaganda contro i partiti di Roma ladrona, molti meridionali ebbero un sussulto di orgoglio: persino Pino Daniele scrisse uno dei pochi versi decenti della sua produzione post-1985, in una canzonetta peraltro mediocre (chissà, ora forse la ricanterà senza saltarli, come paraculamente faceva negli ultimi anni).
Come tutti i movimenti politici di successo rapido, la Lega partiva da alcune premesse corrette, sostanzialmente quelle legate alla corruzione del sistema politico imperante, e riusciva a tesorizzarle convincendo una massa incolta e consapevole solo dei propri interessi di bottega di brevissimo termine. Questa combinazione gli ha dato una conformazione da tifoseria calcistica, un nocciolo duro di consenso acritico fatto di slogan e incurante di tutte le volte che la prassi contraddiceva gli slogan stessi e gli ideali che in teoria si richiamavano, consenso acritico cui è legata adesso la sua unica possibilità di sopravvivenza. E' stato così possibile entrare al governo romano con il compare di Craxi circondato da ex socialisti nonostante si sia nati proprio al grido di socialisti ladri e Roma ladrona, farlo cadere e iniziare un quinquennio di attacchi al grido di mafioso dove hai preso i tuoi soldi, tornarci insieme facendosi pagare caro l'oblio di quel quinquennio, e infine tentare di riguadagnare consenso politico occupando lo spazio antimonetarista lasciato vuoto da quegli sciagurati del PD. I dietrologi diranno che è proprio questa la molla del complotto plutocratico che ha scatenato la magistratura ad orologeria, ma trovare questi argomenti sulla Padania dona una goduria quasi mistica a chi ricorda quando i leghisti attaccavano quelli che li usavano.
Il pericolo maggiore, adesso, è che con la caduta della Lega il qualunquismo trionfi - so' tutti uguali - e spalanchi le porte a una dittatura più formale di quella sostanziale al governo - mejo uno che magna che tanti: è già successo, non ci sarebbe da stupirsi. Potrebbero cominciare rinviando le prossime elezioni, con la scusa che non ci si mette d'accordo sulla legge elettorale (a proposito, le ipotesi su cui stanno lavorando sono semplicemente vergognose) e il Paese è ancora in emergenza: spero di sbagliarmi, vedremo. Sicuro se non si attacca il cuore del problema, che non è nelle retribuzioni dei parlamentari ma nel sistema dei rimborsi elettorali, nessun partito sarà mai al riparo nemmeno "Gesù e i 12 apostoli" che già ha avuto i suoi problemi con la corruzione di un elemento...
Intanto per i secchioni lascio una serie di considerazioni e approfondimenti:
  • Leonardo sulla figura di Re Umberto e l'italicissimo nepotismo che lo ha rovinato;
  • Blondet sul federalismo (pace all'anima sua, speriamo: io alle prossime elezioni voterò per chiunque proponga l'abolizione delle Regioni fosse anche Bokassa) all'italiana contrapposto a un modello serio come quello spagnolo;
  • Strill  (ma chi volesse su Google news trova una marea di notizie: nel momento in cui scrivo 2944!) sull'apparentemente paradossale legame tra la Lega e la 'ndrangheta, comunque un bellissimo finale per un futuro film di Risi o Giordana, che fa il paio con le origini del berlusconismo e le tesi secessioniste di Miglio, e la dice lunga su chi in realtà ci sia dietro a quelle cose nei primi anni 90 e agli attacchi all'Euro (che certo se fosse moneta sovrana se ne fregherebbe...) oggi;
  • L'Espresso, per chi volesse leggersi il dossier completo sulla famigghia Bossi con tanto di atti giudiziari.

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno