mercoledì 30 maggio 2012

FERMIAMO QUESTO CALCIO

Il vero calcio è quello dilettantistico. ProReggina campione d'Italia 2012!
Di critiche a Monti e alla sua politica di killeraggio dell'economia reale con mandanti in quella finanziaria ce ne sono tante, su queste pagine, che quando gli si dà ragione è proprio perché ce l'ha, anche se forse "per sbaglio", e da vendere. La sua uscita di questi giorni, sulla necessità di chiudere il calcio in Italia per due o tre anni, è infatti altamente condivisibile, anche se gli interessi in gioco sono talmente tanti che lo stesso premier ha già dovuto precipitosamente precisare rimodulare eccetera. Il punto è, però, che soluzioni cerchiobottiste e/o genericamente moralizzatrici riportate da tanti commentatori, anche integerrimi come Massimo Mauro, si sono già ripetutamente dimostrate inefficaci nel passato anche recente. La Juventus neoscudettata ha potuto innescare la polemica sulla terza stella (cui avrebbe avuto diritto se non gli fossero stati tolti due scudetti nella Calciopoli del 2006: per chi non segue il calcio è forse una precisazione necessaria...), infatti, sulla base della semplice considerazione che in quella occasione NON furono puniti tutti quelli che lo avrebbero meritato, a cui logica vorrebbe seguisse semmai un desiderio di repulisti generale, sennonché in Italia la chiamata a correo vale come richiesta di non pagare per la propria parte di colpe piuttosto che anche altri paghino per la loro. I pochi osservatori obiettivi, al tempo, invece, non solo ritenevano più che giusto revocare gli scudetti ai bianconeri, ma ritenevano ingiusto assegnarli a  chiunque altro, in un sistema in cui come dicevano gli antichi il più pulito ci ha la rogna, e anzi una lettura incrociata del fenomeno "scommesse e illeciti sportivi" col fenomeno "bilanci riciclaggio esposizione fiscale" portava dritto dritto alla necessarietà di azzeramento e rifondazione totale. In quel particolare momento storico, parve esserci persino una volontà politica convergente, e avremmo visto non solo la Juve in B, ma anche il giusto fallimento, per varie ragioni, di Lazio, Roma, Milan e Inter, tanto per dire solo le più grosse. Nel basket dove sono un po' più seri, e ci sono meno interessi in gioco, negli stessi anni sono passate attraverso la sparizione e rifondazione società pluriscudettate come Bologna e Pesaro, per tacere di minori come Reggio Calabria. Accadde però, purtroppo, che vincemmo i Mondiali, e in un Paese dove questo è uno dei pochissimi eventi in grado di suscitare senso di appartenenza alla Patria l'evento causò un cambio di paradigma nell'azione della giustizia sportiva, col risultato che in breve siamo tornati punto e daccapo.
La situazione attuale è talmente incancrenita che non è affatto esagerato chiedere se non lo smontaggio definitivo di baracca e burattini una moratoria che ne consenta la ricostruzione su basi diverse. La ricetta sarebbe la stessa di quella tracciata ad esempio da Nobili sei anni fa: regole di bilancio salari sponsor e franchigie mutuate dallo sport professionistico americano e immediata cancellazione delle società che non le rispettino avessero anche 100 scudetti e 100 milioni di tifosi, e per quanto riguarda scommesse e altre amenità del genere tranquilli che una lega professionistica vera assumerebbe tolleranza zero di natura; posto che la legapro organizzerebbe in autonomia uno o due campionati piuttosto ristretti, il resto del calcio resterebbe a una FIGC che lo dovrebbe organizzare su base locale e giovanile. Non si sente già profumo di aria fresca, come nel calcio a 5 femminile di Reggio Calabria fresco scudettato con una squadra totalmente di reggine? O come nel misterioso mundial dimenticato del 42 organizzato dagli anarchici in Patagonia, raccontato prossimamente al cinema?
Quindi si, fermiamo il calcio professionistico, incarichiamo dei cacacazzi livello S&P di fare le pulci ai bilanci e dei magistrati livello manipulite ai reati, e ripartiamo tra un paio di stagioni coi pochi club che si sono salvati, anche se il prossimo scudetto dovessero giocarselo (ai playoff, perchè solo con playoff e playout si evitano le combine anche non prezzolate) Pizzighettone e Mirandola (questo, è un augurio di altro genere..). Ci si perderebbe il ritorno del Boemo a Roma, ma di certo lui sarebbe daccordo, lui è una persona seria.
p.s. Se invece pensate che finirà tutto all'italiana anche stavolta, giocatevi un euro sulla vittoria della squadra di Prandelli agli Europei, sapete, quella roba dei corsi e ricorsi e (con l'82) del non c'è due senza tre...

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