Il gioco di parole col re della foresta è ridicolmente elementare, ma rivedere C'era una volta in America sul grande schermo non può non ricordare che Sergio Leone era il re del cinema, e morto lui il trono è rimasto vacante.
Già a rivederlo tante volte in TV il lunghissimo capolavoro del cineasta italiano non solo non stanca mai, ma ogni volta regala un nuovo particolare, una nuova chiave di lettura, una metonimia nascosta o un qualcosa sullo sfondo che ti hanno reso credibile qualcosa che con la mano di qualsiasi altro regista sarebbe apparsa forzata.
Poi, la visione di questa versione regala 28 minuti di tagli reintegrati, che da un lato rendono ragione di intrecci narrativi che la visione precedente lasciava nel dubbio, e talvolta aggiungono contenuto come nel dialogo con l'autista prima di andare a prendere Deborah per la famosa cena e il triste dopocena, dall'altro rendono ulteriore merito a Leone evidenziandone la maestria anche nel sottrarre. Nessun altro film, forse, può incollare alla poltrona tanta gente per quasi 4 ore e mezza e poi costringerla all'applauso all'una di notte di un giorno lavorativo quasi trent'anni dopo la sua prima uscita nelle sale, nonostante un particolare tipo di lentezza che è come un marchio di fabbrica, e grazie anche a un dominio dell'intreccio spaziotemporale dei piani narrativi che ha del prodigioso e regge a qualsiasi test.
Ma in più, la visione cinematografica, che molti non hanno mai fruito per mere questioni anagrafiche, offre rivelazioni sulla fotografia, la cura dei dettagli nelle ambientazioni, il movimento della macchina da presa, che nessun blu-ray nemmeno visto sul migliore schermo casalingo possibile consente. E basta questo a spiegare perché l'industria cinematografica soffra la pirateria meno di quella discografica, ovviamente a patto che il prodotto valga abbastanza. E questo film, poche chiacchiere, è, il Cinema: chi non l'ha mai visto è come chi non ha mai avuto una colica renale rispetto al dolore, non sa cosa sia, quindi se vuole sapere cos'è il cinema, cerchi di non perdersi la proiezione di sabato e domenica prossimi, oppure almeno si procuri un buon DVD di questa pietra miliare. Visto il quale, vi assicuro, condividerete con noi vecchi amanti della saga di Noodles e Max il giusto parametro con cui misurare la cinematografia odierna.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
In evidenza
DEFICIENZA, NATURALE
Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...
I più cliccati dell'anno
-
No, non ho preso a caso, del Diluvio universale, la versione di un genio del Rinascimento Si lo so che sono concetti che ripeto, anzi ch...
-
Il titolo lo volevo lasciare in dialetto riggitano, carn'i porcu , che tanto si capiva lo stesso, ma mi pare che in italiano assuma un t...
-
Della serie " forse non tutti sanno che ", il nome Romeo , che in Italia come nome non è molto usato ma è noto a tutti grazie a un...
-
Immagine tratta da Combat-COC.org , cliccandoci sopra si ingrandisce L'argomento principe che i fautori della UE oppongono ai pochi che ...
-
L'immagine simbolo del 1° gennaio 2013 (da Strill.it ) è la metafora del fallimento del modo di fare politica che ha imperato per tren...
Nessun commento:
Posta un commento