martedì 30 ottobre 2012

LA MALAPIANTA

Se non sradichiamo la corruzione dalla nostra cultura,
non saremo salvi né nell'Euro né fuori dall'Euro
Non muore mai. Non avevamo ancora finito di commentare (chi credendoci chi come modestamente questo blog no) il ritiro dall'agone politico di Sua Emittenza, che eccolo a reti unificate (rai1 rete4 e la7) imperversare tanto a lungo che, prima di aver capito che era in diretta e stava in pratica rimangiandosi la parola data meno di 48 prima, ti aveva costretto a restare inchiodato ad ascoltarlo, nella speranza fosse un qualcosa di commemorativo o nel timore di un golpe. Nel farlo, e prima che arrivasse a scoprire le carte sul suo vero obiettivo, attaccare la magistratura (che novità!) per minacciare di restare in campo fino a che non riesca a "riformarla" (come se averlo finalmente condannato per un reato commesso fosse un delitto di lesa maestà), prima cioè di rivelarsi in tutta la sua bassezza morale e politica, aveva inanellato una serie di considerazioni sull'Euro e la politica monetarista della UE, la Merkel e Sarkozy, il debito pubblico e lo yen moneta sovrana, eccetera eccetera, in un discorso che sembrava scritto da Paolo Barnard con la supervisione di un mio amico comunista che mi aveva detto le stesse cose la sera prima dietro a una birra: il nostro problema non è il debito pubblico, ma essersi infilati nell'avventura Euro con una parità sbagliata e aver accettato troppi vincoli senza chiedere nulla in cambio, tanto è vero che il Giappone ha un debito pubblico doppio del nostro ma paga interessi dell'uno per cento perché da un lato esso è detenuto principalmente da investitori interni dall'altro questi sono rassicurati dal fatto che la banca centrale stampa il denaro necessario ad onorarlo. Nessuno dei giornalisti presenti, evidentemente ormai assuefatti a fargli solo da comodo sfondo, ha alzato il ditino per chiedergli: "non sarà perché in Giappone un politico beccato ad aver rubato una risma di carta si dimette prima che lo denuncino e poco ci manca che faccia karakiri in diretta tv, e uno come lui sarebbe in galera da vent'anni e per il resto della sua miserabile vita?".
Sono troppo schifato e non riesco ad andare con ordine. Del resto, sono mesi e mesi che scrivo su queste inutili pagine web:
  • che il più grande peccato di questa sinistra è lasciare abbandonate le argomentazioni neokenesiane e antimonetariste, e che continuando così le avrebbe raccattate Lui e piegate ai suoi consueti scopi delinquenziali;
  • che senza il ventennio berlusconiano, che restando sul solco del risanamento tracciato a valle del quasi-crack del 1992 e sull'onda di Mani Pulite, e ripreso (ma vanamente, perché ste cose funzionano solo se agiscono nel tempo) solo dalle brevi esperienze prodiane, questo Paese oggi avrebbe i conti messi meglio della Germania e grazie alle sue PMI sarebbe lui oggi il principale esportatore della UE;
  • che questo non è successo, ed è invece successo che un criminale e i suoi alleati hanno saccheggiato la cosa pubblica sia dal governo che dall'opposizione (con governi colpevolmente disattenti quando non complici) riaffermando un modello che si è imposto a tutti i livelli di un decentramento federalista che ha completato l'opera, e questo è successo esattamente perché gli italiani democraticamente lo hanno voluto. Senza l'Euro a fare da argine, finché la crisi non lo ha indebolito, un Berlusconi con in mano una moneta sovrana ne avrebbe stampata di fasulla tanta ma così tanta, per non scontentare i tanti alla questua e i troppi correi, dai pesci piccoli col posto ai pesci grossi con la maxitangente da grande opera inutile, che lo spread (che c'è sempre, anche tra monete diverse) sarebbe arrivato a tre zeri l'inflazione alle stelle e la corruzione a livello colombiano.
Ora è vero che stiamo commettendo l'errore opposto, che curare il malato con politiche restrittive lo sta uccidendo, e che quindi questi cosiddetti tecnici (che non sanno far altro che applicare questa ricetta come quei medici medievali che prescrivevano le sanguisughe perché gli avevano insegnato che l'unica è "fare uscire il veleno dal corpo", ignorando l'esistenza dei microbi e con gli antibiotici al di là da venire) devono andar via, ma la soluzione non è certo mettere in mano a dei bambini (come gli italiani hanno ampiamente dimostrato di essere, politicamente) un'arma potente come una moneta sovrana, con la certezza che loro in cambio di una caramella la daranno a zio Silvio che la userà a vantaggio esclusivo suo e dei suoi simili. Come ampiamente dimostrato sia da lui che dai suoi simili, vedi ad esempio Lombardia Lazio Calabria e Sicilia, regioni campione di un federalismo fatto apposta per nascondere le ruberie e i conti fallati, come leggete sempre su questo blog da anni, anche quando il coro era tutto dall'altra parte.
La Sicilia, che è di enorme attualità, è un esempio lampante di tutto ciò: ha un deficit tale da essere praticamente in default, e molto di questo è da imputare proprio a politiche di spesa clientelare e dissennata, assunzioni, contributi, eccetera. Molti dotti analisti oggi giudicano l'enorme astensionismo come derivante da protesta, ma chi guardando i siciliani si guarda allo specchio sa che è invece motivato da mancanza di interesse personale immediato, ad alzare il culo per andare alle urne: nessuno degli schieramenti stavolta, chi perché non voleva chi perché dato lo stato dei conti non poteva, ha promesso niente a nessuno, e io che minchia vado a fare a votare allora?! Il PD canta vittoria per l'elezione di Crocetta, che peraltro ha un curriculum di persona perbene, ma cacchio questi devono essersi bevuto il cervello, se lo hanno mai avuto: come partito hanno il 13%, e vincono per essersi alleati con quella UDC che fino a un paio di anni fa vi governava con uno che aveva costruito la sua carriera politica sull'attacco a Falcone che ebbe la faccia tosta di fare da Costanzo in diretta e oggi è in galera per mafia. Inoltre, per una legge elettorale stupida da loro stessi voluta, non potranno governare se non chiedendo appoggio a gente ancora peggiore. E intanto il Movimento 5 stelle è il primo partito, ma non può governare perché giustamente si rifiuta di apparentarsi con gente eticamente impresentabile.
Ma dico, cosa ci voleva un genio a capire che Grillo dice tante cose perfettamente condivisibili da una sinistra moderna, che l'Europa o si riforma da sinistra o muore e ci uccide, che gli argomenti contro questa Europa dei banchieri non devono essere lasciati alla destra populista? No, ci prepariamo ad eleggere leader di coalizione un traffichino bischero figlio di democristiano che ha già deciso di apparentarsi a Casini, o un segretario così furbo da essersi legato in un abbraccio letale ad un governo di destra, lasciando alla destra il compito di criticarne il comportamento da sinistra. E così o a perdere anche queste elezioni politiche imperdibili, oppure a vincerle ma senza poter governare, così da costringere il Presidente a rinnovare l'invito ai tecnici... Quasi quasi preferirei fosse questo il vero obiettivo degli strateghi del PD: sarebbero carogne, invece che deficienti.
...
Per approfondire:
  • Bonini e Caporale, ovvero la truffa delle case antisismiche all'Aquila;
  • Di Cori Modigliani, ovvero la Sicilia come paradigma e forse anche speranza per l'Italia;
  • Lameduck, ovvero una commemorazione a 50 anni dall'assassinio di Mattei (che c'entra? c'entra...);
  • Senzapatria, ovvero una toccante e significativa "lettera a un figlio precario", che dovrebbe sostituire il programma del PD, e forse dopo allora lo voto...

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