giovedì 11 ottobre 2012

PRIMATI

Nella foto, alcuni cittadini reggini nel corso del regno di Peppe  I,
pronti a rinnovare il consenso al suo delfino - Gli stessi che oggi si
stupiscono di fronte alle decisioni governative, e si ribellano all'idea
di essere additati tutti come mafiosi?
Da qualche parte l'ho già scritto, forse, ma comunque lo ridico: la mia terra d'origine è non a caso quella che ha dato il nome all'Italia, poiché ne rappresenta sempre il concentrato, la summa dei pochi pregi e tanti difetti, come una boccetta di una potentissima essenza sta all'autobotte di acqua di colonia da essa estraibile. Di sicuro ho già scritto più volte, e non solo in questo fortunato post "storico", dello sfacelo a cui stava conducendo la città dello Stretto l'amministrazione di "centrodestra", dove le virgolette significano che la collocazione politica di un certo modo di intendere la politica, italico e quindi per quanto sopra detto in primis reggino, è del tutto incidentale e di comodo. Se Berlusconi avesse trovato spazio a sinistra, al tempo in cui la trattativa lo impose, il virgolettato sarebbe stato diverso, le persone forse invece le stesse. Scimmie, primati nemmeno tanto evoluti, che corrono dietro al capobranco nella speranza di ottenerne qualche beneficio o favore, questo siamo.
A proposito di primati, la cronaca di questi giorni parla della prima città capoluogo di provincia ad avere il consiglio comunale sciolto per mafia. Pare che a suo tempo fu il primo comune commissariato del neonato Regno d'Italia, stiamo parlando del 1869, e sicuro nel 1970 fu la prima città d'Occidente a vedere carri armati sulle sue strade dalla fine della guerra mondiale, quindi diciamo che siamo abituati, a certi record. Come sempre avviene in questi casi, a ruota partono gli arresti (qui e qui i dettagli degli impicci della società controllata - mai etichetta fu più profetica - per la gestione dei rifiuti...), ma tanto in galera in Italia ci finiscono soltanto i personaggi di secondo piano e ci muoiono soltanto i poveracci. E tanto per chiarire il quadro di riferimento del fenomeno, proprio lo stesso giorno dall'altra parte dello stivale hanno arrestato un politico per documentati rapporti con la stessa organizzazione criminale, manco con una simile... E in quella stessa città ha sede quella impresa che pretenderebbe di incassare una penale per la mancata realizzazione dell'opera più inutile dispendiosa e dannosa della storia dell'umanità, grazie a una legge concepita esclusivamente per favorire gli intrallazzi con le imprese di quel tipo e gli amici di cui si circondano.
Proprio dalle parti del ponte che non si farà, per citare un bel libro letto e recensito, ieri Beppe Grillo riuscendo ad attraversare a nuoto lo Stretto, tre chilometri di correnti mitologiche peraltro sotto la pioggia, ha ottenuto in un colpo solo di rovinare i bookmakers e regalare una prova a chi lo vuole accostare a Mao o Mussolini, o semplicemente un'occasione a chi ha scelto di esorcizzarlo prendendolo in giro. La tattica di dare del dittatore a chi davvero mette in pericolo la dittatura del monetarismo, per fortuna, non ha impedito a Chavez l'ennesima vittoria in elezioni ad esempio ben più democratiche delle nostre (si lo so ci vuole poco, lo erano anche quelle che vincevano Saddam e Gheddafi, e non sto ragionando per paradossi lo erano davvero), ma purtroppo temo che Grillo non abbia né la statura o la forza politiche del venezuelano, né idee altrettanto chiare: il referendum sull'Euro come lo giri lo giri è una boiata, molto meglio sarebbe prendere con decisione e cognizione di causa una strada qualunque, per esempio quella di un'Europa federale e democratica in cui perderebbero senso gli Stati nazionali e i federalismi al loro interno.
Proprio la cronaca di questi giorni, infatti, non dà che il suggello definitivo a una verità che solo a pochi fino a poco tempo fa era apparsa tale: il federalismo porta solo la lievitazione incontrollata delle spese, e in particolar modo di quelle peggiori della politica, legate a clientelismo tangenti criminalità eccetera, in cambio non dando nessuno dei benefici alla popolazione promessi. Non so se proprio perché sa che forse non farà a tempo ad attuarla, questo governicchio fallimentare ha cavalcato l'attualità avviando una controriforma importante, in tal senso.
Nel frattempo, e forse anche questo non è un caso, il barometro ad Arcore si è rispostato sul Non mi ricandido per favorire l'unità dei moderati a guida Monti. Questo, se tra chi guida il PD ci fosse anche solo un cervello funzionante, dovrebbe portare alla elementare deduzione che occorre smarcarsi immediatamente dal sostegno a questo governo DI DESTRA, liberare il campo da ogni ipotesi di accordo pre o post elettorale con Casini e altri sedicenti moderati, annullare la farsa delle primarie e ricordare a Renzi che ha un mandato da completare e che la linea politica la fa la segreteria nazionale e se non gli va bene che ci si allei con SEL e IDV può anche restituire la tessera del partito e dimettersi da sindaco, e poi stilare un programma breve e sintetico per uscire dalla crisi con ricette antimonetariste prima di lasciarle tutte all'estrema destra. Leggete ad esempio questa analisi politica di Maurizio Blondet, e prima ancora il suo profilo su wikipedia: ha una pars destruens che non fa una piega, e una pars construens - sollecitata da un commento provocatorio - che qualche piega la fa in qualche punto, tra i tanti però condivisibili, e lo dico dalla parte politica opposta. Per i pigri, riassumo il programma:
  1. ricentralizzare l'amministrazione
  2. abolire le regioni
  3. ridurre gli strati di democrazia a Stato e Comuni, coi prefetti in mezzo nelle loro funzioni storiche provinciali
  4. separazione del Nord
  5. sostituzione dell'ordinamento giuridico con uno a piacere tra quello tedesco e quello inglese
  6. ricostruire la pubblica amministrazione rimpolpandola con personale di carriera selezionato da esperti magari ancora tedeschi e informato alla filosofia del bene pubblico
  7. uscire dall'Euro e ripudiare il debito.
Come vedete, si tratta di un pacchetto che contiene elementi pericolosissimi, il 4 e il 7, ma solo al di fuori dell'Europa federale e democratica di cui sopra, mentre tutti gli altri qualificherebbero degnamente la linea politica di un qualunque soggetto politico che si possa dire veramente di sinistra, magari nascente dalle ceneri dell'abominio chiamato PD. Lasciamoli alla destra, e quando saranno inevitabili, forse presto, li adotteranno loro. E' già successo, negli anni 30, con quei fascismi che sono un'altro dei primati italiani.

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