mercoledì 2 gennaio 2013

BON CAPU RI MISI

L'immagine simbolo del 1° gennaio 2013 (da Strill.it) è la metafora
del fallimento del modo di fare politica che ha imperato per trent'anni
portandoci alla rovina: una grande opera inutile quanto costosa
(il tapis-roulant al centro di Reggio Calabria) ferma per insostenibilità
dei costi di esercizio. Con gli stessi soldi, un sindaco grillino avrebbe
garantito trasporti pubblici elettrici gratuiti ai reggini per qualche decennio:
capite come e perché è il caso di parlare di rivoluzione?
Mio nonno aveva un modo strano di celebrare le festività, in quel territorio di confine tra tradizioni religiose e riti ancestrali che è difficile da comprendere per chi non sia meridionale e non abbia una certa età, oggi. A Pasqua, anzi per la precisione a mezzogiorno del sabato santo (Cristo evidentemente risorgeva prima, che vi devo dire...), prendeva da un cuddhuraci l'uovo sodo lo sgusciava e al suono delle campane (risorgeva prima anche per la Chiesa, non era una cosa carbonara, e non sono sicuro ma forse giù fanno ancora così) me lo infilava in bocca intero pronunciando la formula 'a Gloria sparau e l'ovu s'u 'mbuccau che a noi bambini divertiva moltissimo - un po' meno la lotta per riuscire a inghiottire il malloppone ma vabbè. A capodanno invece mi cantava una canzoncina, due strofe di cui ricordo ancora la melodia, ma per vostra fortuna non mi va di registrarla e postarvi l'mp3, per cui vi riporto solo il testo:
bon capurannu e bon capu ri misi,
arretu a porta c'è unu cull'anchi tisi
anch'essa talmente divertente da averla assimilata senza averne mai compreso il significato del testo (letteralmente: buon capodanno e buon capo di mese, dietro la porta c'è uno con le gambe tese). Solo a distanza di decenni potrei azzardare una parafrasi: oggi è un inizio come tanti altri, che noi viviamo al sicuro di questa casa ma senza dimenticare che appena fuori di qui c'è un morto, che cioè la nostra sicurezza e la possibilità che si avverino i nostri auguri e i nostri propositi sono cose molto precarie che dipendono molto dalla fortuna, e però molto anche proprio dal non dimenticare mai che il peggio è sempre dietro l'angolo.
Pochi giorni fa ricorreva la coincidenza che una fine ciclo del calendario dei Maya cadeva in una data numericamente curiosa come 21.12.12, e ciò è bastato perché si parlasse di fine del mondo, come del resto si disse del 1° gennaio 2000 dimenticando che in realtà il terzo millennio iniziava un anno dopo, perché 10 chiude la prima decina e 11 inizia la seconda e ciò vale anche per le centinaia le migliaia eccetera. Ma soprattutto dimenticando che ogni calendario non è che una convezione, una finzione misurativa per adattare il tempo a una visione discreta (alla portata della nostra misera logica) laddove in realtà è configurabile solo in una visione continua. D'altronde, siamo in un mondo dove milioni di deficienti credono agli oroscopi, e milioni di altri che si vogliono distinguere dicono "gli oroscopi sono una stronzata, ma l'influenza degli astri sul carattere è innegabile", i più "scientifici" aggiungendo che la posizione delle stelle al momento che nasci ha una sua influenza come quella della luna nelle maree e altre idiozie del genere, dimenticando che le costellazioni non sono che la proiezione in un piano (il cielo bidimensionale che noi percepiamo) di oggetti distanti tra loro anche miliardi di anni nello spaziotempo.
Dunque d'accordo auguri a tutti, perché non costano niente e ne abbiamo tutti bisogno, ma il capodanno non esiste. I primi cristiani semplicemente, dopo aver fissato per opportunità la nascita di Gesù nel giorno in cui si festeggiava già la risurrezione del Sole invitto (tre giorni dopo - tre giorni, vi dice qualcosa? - il solstizio d'inverno, il giorno più corto dell'anno), festeggiavano il giorno in cui il piccolo ebreo veniva ammesso al mondo degli uomini con la circoncisione, sempre un inizio era, e solo col calendario gregoriano fu capodanno e solo col Concilio Vaticano II la ricorrenza liturgica di Maria madre di Dio. Siccome però tutti vogliamo padri nobili, la presa di distanza dal capodanno io ora ve la faccio dire da Antonio Gramsci: si lo so che è una palla, ma almeno questo link seguitelo.
...
A proposito di comunisti, c'è una frase che qualcuno attribuisce proprio a Gramsci, moltissimi direttamente a Carlo Marx, ma questi l'ha presa probabilmente proprio da Gesù Cristo, è più o meno
a ciascuno secondo il suo bisogno e da ciascuno secondo la sua capacità
io in realtà l'ho sentita la prima volta da Finardi in Non diventare grande mai. In essa sono racchiuse alcune idee fondamentali perché si possa davvero parlare di democrazia. Se non hai la pancia piena, se non hai cioè un lavoro o comunque i mezzi minimi per il tuo sostentamento, solo un'etichetta vuota ti distingue da uno schiavo. La libertà è innanzitutto libertà dal bisogno, e senza libertà non c'è democrazia, perché non c'è cittadinanza ma sudditanza. Questo avevano in mente i padri costituenti quando hanno scritto l'articolo uno e gli altri principi fondamentali: senza libertà dal bisogno, senza la possibilità concreta di elevarsi, la dittatura (che allora era appena finita) è sempre dietro l'angolo. Questo deve essere un punto fermo di ogni partito o movimento che voglia dirsi progressista. Vogliamo l'Europa unita? L'Europa deve avere come obiettivo che tutti i suoi cittadini abbiano un lavoro, e un reddito minimo a chi non riesce a procurarselo: è la politica monetaria che deve essere piegata a questo obiettivo, non viceversa come è adesso. Siamo abbastanza forti da imporre, con l'aiuto di Spagna Grecia Francia eccetera, un cambiamento di questa natura alla costruzione europea? No? Abbassiamo l'obiettivo a che la cosa sia realizzata in Italia, costi quel che costi. Il PD non solo non è interessato a quest'ultimo scenario, ma non ha nemmeno provato, che dico provato, fatto un minimo cenno a realizzare il primo: loro aderiscono supinamente al monetarismo. Quindi hanno gettato la maschera: sono di destra. Quindi non li voto più. Grillo, con tutti i dubbi e le perplessità che solleva, con il suo programma e la gente che lo porta avanti (e si, anche con l'inflessibilità nell'espellere chi iniziava a prendere i tratti del politico di professione) si è guadagnato una chance, e proverò fino alla fine a convincere tutti i miei amici di sinistra a fare altrettanto, perché è rimasto l'unico con idee di sinistra e con possibilità di attuarle, e se non ci riesce di sicuro almeno rovina i giochi ai furfanti che ci stanno impoverendo scientemente. Qualunquista lo dicevano anche di Gaber, ma è lui che ha scritto Qualcuno era comunista e Io se fossi dio, che vi invito ad ascoltare attentamente, mentre quelli con la patente di sinistra intanto che partecipavano al banchetto hanno privatizzato tutto il privatizzabile e anche quello che non lo era manco in teoria.

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