martedì 24 maggio 2016

I GATTI GUARDANO ALICE

Beh, non mi dite che non ci somiglia....
Chi ama davvero la musica non può che detestare i talent show, per la sintassi che usano e per il fatto stesso che la loro proliferazione sia al tempo stesso sintomo e causa della crisi dell'industria musicale.
Essendo argomento a me caro, ho già spesso parlato di come e perché era meglio quando c'erano i vinili e le musicassette, ma anche quando si potevano noleggiare liberamente i CD, la libera circolazione delle idee infatti alla fine sviluppa il mercato, ampliandolo verso zone che una strategia opposta (di difesa dalla "pirateria", per chiarirci) ha indotto ad abbandonare. In sintesi, se devi investire tanto per fare uscire un nome nuovo, è ovvio che preferisci andare sul sicuro rispetto al rientro del tuo investimento, quindi "sparare nel mucchio" della moda musicale del momento senza consentirsi digressioni pericolosamente "artistiche" fuori dagli schemi.
Ecco perché oggi non può venire fuori un nuovo De Andrè, un De Gregori, un Conte, ma nemmeno un Lindo Ferretti o una Cristina Donà, figurarsi un Battiato (i cui primi album erano di musica elettronica tipo Pink Floyd, sapevàtelo). Ci fossero, o si arrenderebbero ad annacquare la loro cifra stilistica, o verrebbero indotti a cambiare mestiere prima.
Se ne riparlo oggi, è per dare contezza di un'eccezione: a vincere un talent, e peraltro il più palloso e sfigato dei talent (forse non è un caso? cmq ieri ha fatto solo due milioni di telespettatori, per la finale di un talent praticamente 4 gatti, e quindi pare che l'anno prossimo lo segano...), è per la prima volta un'artista vera, una di cui probabilmente sentiremo parlare per anni (sempre che le doti che fin qui ha dimostrato di avere la aiuteranno a resistere alle tendenze omologatrici dell'industria discografica).
Alice Paba, Monina sul Fatto l'aveva detto un mese fa che avrebbe vinto The Voice, perché il gap qualitativo dagli altri era tale da resistere alla probabile loro prevalenza su altre dimensioni, anche se magari per poco (come si è visto: ha battuto per un pelo prima un piacione biondo poi uno nero, per carità bravini). La ragazza a 19 anni appena ha personalità da vendere, è in grado di mettere del suo in ogni cosa che interpreta (vedere il video in fondo per credere), e bypassa con disinvoltura il fatto di somigliare più a Peggy di C'era una volta in America che a una qualunque delle fighette che si sono affacciate allo scenario musicale dalla Tatangelo in poi. Se le canzoni che si scrive(rà) si attestano su livelli qualitativi di questo ordine, o almeno se ha l'intelligenza di una Mannoia nello scegliersi gli autori, è nata una stella. Da un programma TV di m...a, a dimostrazione che aveva ragione De Andrè nella sua Via del Campo...

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