sabato 8 settembre 2018

LA BOMBA - L'EQUILIBRIO

Non hai visto il Dr. Stranamore di Kubrick? male, molto male...
Forse l'ho già detto: chi non ha vissuto gli anni 80 a sentirselo raccontare stenta a crederci, ma c'è stato un tempo in cui i ragazzi vivevano un quotidiano relativamente spensierato (in quanto tali, è difficile non sia così, anche in tempo di guerra i bambini trovano sempre il modo di giocare, i ragazzi di divertirsi, raccontano...) nonostante l'incombenza, anzi forse proprio a causa dell'incombenza, di un disastro nucleare globale capace di azzerare la vita nel pianeta. Visto alla distanza, successe questo: in Occidente si capì che per vincere la Guerra fredda si doveva indurre l'URSS a dirottare sempre più risorse verso le spese militari, la cui crescita esponenziale è assieme funzionalissima all'economia di mercato a traino finanziario e deleteria all'economia pianificata, così iniziammo a installare i cosiddetti Euromissili puntati oltrecortina, costringendo loro a fare altrettanto con noi. Tutto potevamo immaginare, però, tranne che avremmo rimpianto quel periodo come l'ultimo di relativa pace e prosperità. Ci riuscì solo qualche visionario, ne ho parlato qui, in mezzo a una produzione artistica - di tutte le arti - complessivamente improntata al tema apocalittico in maniera pervasiva e ingenua.
Non fanno eccezione i miei testi di canzoni, che da un po' pubblico nella speranza che qualcuno di voi me li chieda per musicarli: la prima ha il ritornello orecchiabile e intuibile nella melodia, e la strofa tendente a quel pop rappeggiante che ancora è di moda, la seconda più cantautorale (dalla traccia poi evoluta in questo capitolo di Chi c'è c'è). In entrambi pesa l'ossessione allora di moda, ma tutt'ora utilizzabilissima come metafora della precarietà dell'esistenza, sia del singolo che della specie. Il pezzo sul governo gialloverde è in arrivo, ma pure questa se vogliamo è politica. Buon ascolto, pardon buona lettura.
LA BOMBA
Il soffitto è troppo debole per la mia testa, lo so,
e se voi mi dite che non devo dire basta lo farò,
ma garantitemi di vivere pacificamente
non ne posso più di non guardare in faccia la gente.
E a Natale pranzerò con tutta la famiglia, e si sa
che qualcuno che mi guarderà un po’ meglio in faccia penserà
“questo qui sta già partendo per la tangente
non ne può di certo più di non guardare la gente,
forse lui ce la farà”
Ma la bomba,
ma la bomba
resta là
fissa in cielo
sta puntando
la città
e tranquilli
camminiamo
ma già ognuno
di noi sa
che la bomba
si, la bomba
è ferma la
Certo il nonno sta pensando “mio nipote in fondo è come me:
si ribella, non vuole chinare il capo, beve amaro il caffè”,
lui è un vecchio, e i vecchi delle mie canzoni hanno sempre
una goccia di limone per salvare la mente.
E ritorno col pensiero a quelli che sostengono che
“questi giovani vogliono avere subito tutto perché
non sanno cos'è la guerra e non apprezzano niente”
si d’accordo grazie ma io voglio guardare la gente
e se invece guardi in su
c’è la bomba,
c’è la bomba
e resta là
fissa in cielo
dominando
la realtà
e noi ansiosi
camminiamo
perché già
sappiamo che
quella bomba
resta ferma
chissà perché!
C’è una bomba anche per me e ferma nella mente rimane
ed a piacere chi volesse può chiamarla paura di volare
o ansia di non sciupare il tempo che sta passando,
paura di aver perso quello che è passato cantando
senza mai guardare in su
E la bomba,
si la bomba
resta là
su nel cielo
luminosa
se ne sta,
e capisci
che se non ti
dai una mossa
lei cadrà
e la vita
dalle dita
sfuggirà.
Quella bomba
è innescata
anche per te, (…per te, per tutti gli uomini di buona volontà, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male... - PARLATO IN SOTTOFONDO)
è nel sangue
della terra,
è nel caffè,
è nel cielo,
in quel cielo
che ti chiedi
che cos'è:
e’ la bomba,
si la bomba,
anche per te.
E la bomba,
si la bomba
resta là…
e la bomba,
si la bomba
resta là

L’EQUILIBRIO
Quando Giorgio e Carmelo si videro in faccia
cominciarono a temersi a vicenda,
ma siccome non erano stupidi
dominarono il loro timore
e si sedettero a un tavolo circolare
per trasmettere al mondo la parola “pace”
mentre le armi restavano pronte a colpire
perché alla gente doveva restare
la giusta paura…
“E ci siete riusciti – disse l’uomo – ho paura, ho paura,
ho paura, ho paura….!”
Il giorno in cui la prima bomba partì fu per sbaglio
(o volete fare per colpa di una mente pazza?
è lo stesso) ma colpì nel cuore una grande città
e la cancellò completamente dalla carta geografica.
Io pensavo come tutti di cercare un rifugio
in Aspromonte, scavavano tutti buchi nelle montagne,
ma come potevano pensare di nascondervicisi
più di seicentomila persone?
E poi i più speranzosi restavano fuori,
i politici dicevano “si aggiusterà tutto”,
i giovani partivano per soccorrere le zone già colpite
e l’aria aveva già una puzza strana
dopo la bomba su Comiso…
La Russia colpì tutte le basi degli euromissili
e anche molti obiettivi in America
ma ben presto, e quasi contro ogni previsione,
il suo territorio era quasi annientato.
Io intanto ero tornato definitivamente in città
quando cominciarono a usare i satelliti
e la notte si videro di nuovo le stelle
dietro la cortina di nubi postatomiche.
Cominciarono a muoversi anche le forze di terra
per occupare ciò che restava della Russia:
cooptarono gli adulti e anche i ragazzi della città
e restammo vecchi, donne e bambini
a morire di cancro…
E qualcuno già urlava “perché non ci colpite?
almeno non lasciateci in questa agonia!”;
e fu forse con l’ultimo missile russo
che l’Aspromonte si sciolse come fosse burro
e io vidi la mia carne andare a male
e sentii i polmoni che non tiravano
mentre sgomento pensavo a cosa provava la gente
quando si accasciava a terra disossata.
Non c’era neanche più bisogno degli ospedali!
E chi ci doveva mandare medicine e soccorsi?
E il cibo c’era solo per chi sapeva arrangiarsi
e io, dato che le gambe mi reggevano ancora,
mi incamminai…
tutto quanto vedevo era come se urlasse due parole:
“ho paura, ho paura”…
Quando Giorgio e Carmelo fecero pace
nessuno al mondo ebbe tempo di accorgersene
ma io, che stavo un po’ meglio, seppi qualcosa
e credo sia Giorgio che ha vinto la guerra
e che i vivi hanno gridato “viva la democrazia!”
con nessuno che potesse rispondergli,
ma l’importante era che ormai era finito tutto
e bisognava cercare di riprendersi.
Le nuove potenze si dissero “niente più nucleare
ne abbiamo avuto abbastanza, lo bandiamo dal mondo,
tanto più che per l’equilibrio tra di noi
adesso è stato inventato e costruito
il disintegratore”…

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