mercoledì 1 gennaio 2020

BUONI ANNI VENTI

Ecco chi doveva fare il discorso a reti unificate...
Un veloce post di auguri per il nuovo anno, anzi per il nuovo decennio, visto che suona come uno che oltre che per il charleston è passato alla storia per la affermazione del fascismo e lo scoppio di una crisi economica epocale, entrambi problemini che poterono essere risolti solo da una guerra mondiale con milioni di morti.
Stanotte decine di migliaia di romani hanno atteso il botto guardando delle ballerine volare e poi ascoltando la bravissima Carmen Consoli, poi quando ha, come si usa, preso la parola il sindaco, pardon la sindaca (non mi abituerò mai all'abominio linguistico a cui ci stanno costringendo: a quando chiamare "il guardio" e non la guardia se è uomo?), sulla piazza è sceso un gelo diverso da quello meteorologico, e i fischi se pur non tantissimi si sono sentiti bene (gli applausi no, visto che non ce ne sono stati). Che fine triste per un moVimento che era stato capace di conquistare una poltrona così importante, prima ancora di diventare il partito di maggioranza relativa. Vaticinio facile da amante deluso: alle prossime politiche scenderanno sotto il 10 per cento, se gli va bene. A Grillo, a guardare ciò con cui ha sostituito il suo oramai tradizionale contromessaggio di inizio anno, sembra vada bene, mah! contento lui...
Così, quello del Presidente della Repubblica è tornato ad essere l'unico messaggio da ascoltare, per chi non ha trovato di meglio da fare. Per chi come me lo avesse fatto ma fosse curioso, ecco un resoconto esteso e puntuale, ma vi anticipo che si tratta del solito cumulo di ovvietà vuote già di suo, figurarci dopo averle considerate nel merito. Tipo il consueto rammarico per l'aumentato divario tra Nord e Sud Italia, con la consueta omissione del banale fatto che fino a che saremmo sottoposti a trattati che ci impediscono la spesa a deficit e ci impongono avanzi primari draconiani non avremo i soldi né per colmare questo gap né per qualsiasi altra promessa fatta da qualsiasi politico (ora che si sono irregimentati, grillini compresi - i leghisti lo erano già, avendo votato il pareggio di bilancio in Costituzione). Quindi nemmeno per riparare i viadotti o i tetti delle gallerie, ammesso che alla fine ritirino davvero la concessione ad Autostrade e rinazionalizzino il settore (se non lo vedo non ci credo). O tipo il modaiolo richiamo all'ambiente, che oramai anche alle scuole elementari è diventato più importante dell'avemaria, peccato che non sia preceduto dal divieto assoluto e tassativo di munire di smartphone (responsabili, con le auto elettriche in arrivo, dell'ulteriore saccheggio dell'Africa in atto) i pargoli.
Tutto questo ragionare, per quanto apprezzabile, è fatica sprecata. Quando ci parla qualcuno, prima non dico di credere a una sola parola, ma prima ancora di ascoltarlo, dobbiamo ricordarci o cercare di capire chi è. Questo - cito letteralmente Wikipedia per non passare guai e perché non si possa dire che sono il solito complottista che si documenta in siti falsi e tendenziosi - è il figlio di uno che "...nella fase iniziale del secondo dopoguerra era stato sospettato di essere '...tra i referenti nel rapporto tra la DC e la mafia'. Di questo nel 1992 venne accusato anche dall'ex ministro Claudio Martelli: 'Bernardo Mattarella secondo gli atti della Commissione antimafia e secondo Pio La Torre (1976), fu il leader politico che traghettò la mafia siciliana dal fascismo, dalla monarchia e dal separatismo, verso la DC'. Secondo lo storico Giuseppe Casarrubea Mattarella era ritenuto vicino al boss di Alcamo Vincenzo Rimi, considerato in quegli anni al vertice di Cosa nostra. Al processo per la strage di Portella della Ginestra, Mattarella fu accusato da Gaspare Pisciotta di essere implicato nell'eccidio.".
Lo sapevate? Sapevatelo! E tanti auguri, che ne abbiamo tutti bisogno. Io mi sa che prossimamente scriverò più di musica. Ma intanto vi lascio sottoscrivendo per Nicoletta Dosio eroe dell'anno. Come fanno i cinquestelle a non vergognarsi di se stessi, con questa che per non tradire quella che era stata anche una loro battaglia se ne va in galera, e fieramente, non riesco a comprenderlo.

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