sabato 8 febbraio 2020

RADIOCIXD 12: CANZONI PER PARLARE

Come si sarà capito, ho una certa predilezione per chi si scrive da solo la musica e/o i testi che canta, sarà che la mia formazione risale all'epoca del cantautorato... Così, anche quando seguo qualche interprete, si scopre spesso che il suo repertorio pesca a piene mani proprio in quel bacino. Con queste premesse, oggi non si poteva parlare che di Fiorella Mannoia.
La roscia, "forse non tutti sanno che" esordiente nel mondo dello spettacolo non nella musica ma nel cinema, come controfigura tra gli altri della divina Monica Vitti nella scena (che oggi in tempi di dittatura del politically correct chi la girasse si ritroverebbe la carriera troncata) in cui Alberto Sordi la pigliava a botte in spiaggia ("si, che lo amo!": si, quella!), è infatti tra le grandi voci della musica femminile italiana (fuoriserie Mina e Mia Martini a parte, sono tante davvero) quella che più si è storicamente distinta per avere sempre saputo scegliersi delle canzoni bellissime, scritte da autori e cantautori di primo piano, e da un certo punto in poi magari proprio per lei (eventualmente reinterpretandole da se dopo che Fiorella le aveva portate al successo, e spesso senza riuscire ad eguagliarla). Stiamo parlando di gente del calibro di Fossati De Gregori Vasco Ron Ruggeri Dalla, mica cotica. E quindi, siccome però qui normalmente parliamo di album, dovere sceglierne uno è stato difficilissimo.
Niente Sally o Quello che le donne non dicono o I treni a vapore, quindi, invece mi concentro su un disco del 1988 che si apre con un capolavoro assoluto, dal cui testo è tratto il titolo dell'album: Canzoni per parlare. La Nostra forse ancora non si tingeva, e sia l'acconciatura che la mise di copertina tradiscono l'epoca lontano un miglio: gli sciagurati anni ottanta. Di cui però questo disco, per rispondere a Riefoli, "resterà".
Come al solito, vi do sia il link per l'ascolto in progressione dell'intero album sia quelli per l'ascolto dei singoli brani durante la lettura delle mie righe di presentazione e commento di ciascuno. Ecco la tracklist:
1. Le Notti Di Maggio
Ivano Fossati si è espresso molte volte su questo livello, è vero, sia per se che per altre voci spesso femminili. Ma qui il mix tra scrittura e interpretazione è così efficace che Fiorella ogni volta riesce a farci parlare con lei del nostro amore che è finito, e a farsi ricordare. Non so come faccia, ma ci riesce con chiunque.
2. I Dubbi Dell'Amore
Come se non bastasse, sullo stesso argomento si inserisce subito dopo Enrico Ruggeri, con un altro capolavoro. Due strofe in cui c'è tutto quello che ciascuno di noi avrebbe voluto, o dovrebbe aver voluto, pensare dire e fare per salvare il proprio menage dalla quotidianità, o se no almeno la propria anima.
3. I Miei Amici Stanno Al Bar
Dopo cotanti giganti, questo onestissimo pezzo di Ruggieri e Cocciante sembra quasi una canzone ordinaria. Ma invece merita un ascolto in più, a bypassare la melodia forse troppo convenzionale.
4. La Vita Che Vuoi
Senza Cocciante i testi di Ruggieri spiccano di più, e qui il ritornello decolla: dal titolo non lo avreste detto, ma la conoscete. Come conoscete la distanza tra i vostri sogni e la realtà che vi è toccato vivere.
5. Fino A Fermarmi
Canzoncina di Ron, sempre sul tema dell'amore che viene va e torna, anche questa molto canticchiabile e quindi più nota di quanto il titolo vi suggerisce.
6. Il Tempo Non Torna Più
Questa invece già dal titolo la state già canticchiando. Ruggeri scivola dall'amore alla filosofia spicciola, ma lo fa su una melodia così accattivante che non ci si accorge nemmeno dei concetti che ti inietta.
7. Non Arrendersi
Ancora Ron, stesso tipo di canzoncina dell'altra, stesso livello di piacevole orecchiabilità, stesso tema, stessa godibilità.
8. La Lettera Che Non Scriverò Mai
Ruggeri e Cocciante di nuovo in team, con esito forse superiore al precedente. Lei se n'è andata e bisogna cercare di dimenticarla. Ci riusciremo?
9. Poverangelo
L'unico brano del lotto a non essere firmato da grandi cantautori, ma pur sempre da una mano di mestiere e si sente. E questo mi spinge a un poscritto inusuale per questa rubrica...

Gli è che la Mannoia, che ha costruito tutta la sua carriera sulla capacità di avvalersi sempre di autori di livello, negli ultimi tempi ha in parte perso questa caratteristica. Non so, forse non se ne trovano più, forse invecchiati i primi, dopo un paio di tentativi con quelli della generazione di mezzo, tipo Silvestri o Noemi, e dopo aver dato sfogo persino a una non troppo brillante vena autorale propria, la roscia è finita nel giro monotono e dalla scrittura francamente elementare degli autori "defilippiani", senza manco riuscire a vincerci finalmente Sanremo (con una canzone che ok spiccava, anche grazie alla sua interpretazione, nel panorama festivaliero, ma restava alcune spanne sotto il livello medio della sua produzione di dieci o vent'anni prima). A Fiorella, che sia benedetta, non si può non volere bene, ma oggi la preferisco quando fa le cover di Dalla. Magari sperando che alla prossima uscita mi smentisca....

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno