sabato 25 aprile 2020

LIBERAZIONE? MAGARI...

Esatto: gira gira, non è che una enorme palla di mmerda...
Niente, il post definitivo sul coronavirus deve ancora aspettare: cresce come una palla di scarabeo stercorario, ed ha già superato le dimensioni compatibili con la soglia dell'attenzione anche dei lettori più interessati e pazienti. Facciamo che intanto vi butto li cosette più fruibili e legate all'attualità, e poi vediamo.
Oggi è il primo 25 aprile, dopo quello in cui avvenne la cosiddetta Liberazione dal nazifascismo, che si celebra senza gente nelle piazze. Sono riusciti anche ad attuare quello che è stato per decenni il sogno di alcuni nostalgici.
Guardate cos'è andato a scovare Diego Fusaro
tra i tweet del 25 aprile dell'anno scorso...
Chissà se l'anno prossimo torneremo a cantare Bella ciao saltando (perché chi non salta Berlusconi è) assieme nelle piazze e spingendoci l'uno con l'altro per arrivare primi al panino con la salsiccia! Sono scettico, c'è una nuova classe di sciacalli che ha assaggiato il sangue del potere (come in una sorta di replica in grande del famigerato esperimento di Stanford) e non lo mollerà facilmente: intanto nella fase 2 si potrà fare solo ciò che si può fare con guanti e mascherina e a due metri di distanza (scordatevi di andare a ballare o assistere a un concerto nel vostro solito localino), poi arriva l'autunno e se non vi vaccinate (di un vaccino che non servirà a niente, perché intanto il virus sarà cambiato) e non vi fate tracciare (l'app Immuni, o quella che sarà, farà le funzioni del giuramento di fedeltà al Duce, vedrete: preparatevi a perdere il lavoro, se non la installate e così accettate anche il rischio di venire arbitrariamente separato dai vostri cari) siete fuori dal consesso civile o quello che ne resta, ma occhio che hanno già messo le mani avanti e dichiarato che la pandemia con l'autunno potrebbe riproporsi, e anche se non fosse, visto che i numeri, nonostante i pompaggi e le manipolazioni statistiche, continuano a restare assolutamente all'interno di uno scarto statisticamente normale rispetto a quelli delle influenze di tutti gli anni, se l'anno prossimo faranno o non rifaranno la stessa manfrina dipende solo da un fattore: se avranno il potere o la voglia o l'interesse di farlo. Perché se e quando lo avranno, una qualsiasi influenza produce dei numeri sufficienti da consentirglielo. Ma ricordatevi una cosa, ficcatevela in testa: se lo avranno, è perché glielo avete lasciato voi. I nostri avi, quelli che il 25 aprile lo hanno fatto, avrebbero messo in gioco la vita pur di non consentire a chicchessia di sopprimere quelle libertà personali che avevano messo in gioco la vita per conquistarle.
Oggi si può solo sognare, di arrivare in piazza e ascoltare qualcuno che dice la verità. Quei quattro gatti, tra cui mi arrogo di annoverarmi pur avendo dimensioni infime, che hanno continuato a farlo in questi due mesi sono stati o ignorati o derisi o tacitati, con preferenza verso quest'ultima opzione ovviamente per quelli che avessero un'audience potenziale meno che irrilevante, come è il caso della webTV di cui vi mostro un estratto in fondo. Ma la controinformazione in toto raggiunge lo zero virgola della popolazione, l'informazione ufficiale tutto il resto, e quando è monocorde come mai si è vista (come in questo caso), si può solo sorridere beffardamente quando proprio quel TG che si fa pubblicità con "le notizie sono una cosa seria" titola sul proprio sito "morto Sepulveda, l'autore di Cent'anni di solitudine" (sic!), ma per il resto ad ascoltarla col cervello acceso ci si fa il sangue acqua, dalla rabbia.
Ad esempio, dopo i balletti sul MES, avete tutti sentito in tutti i TG che finalmente l'Europa cambia e sgancia (quanto hanno detto?) 500 miliardi di Euro. Ebbene, non è vero. Non si tratta di quello che servirebbe: erogazioni a fondo perduto. Sono prestiti (che peraltro avremo dal 2021, quando i soldi cash ai danneggiati servirebbero oggi, anzi ieri) che dovremo restituire. E intanto dobbiamo rimpinguare il relativo fondo, indovinate come: conferendogli soldi e quindi aumentando il nostro debito. Conte, coi suoi proclami trionfali a reti unificate, per vederlo sbugiardato dobbiamo andare a sentire un TG tedesco. Perché? Perché la linea del rigore verso di noi in Germania porta consensi, la Merkel è rifiorita. O muore l'Unione Europea o muore l'Italia, ecco cosa sogno io: sentire questa frase da un politico in un telegiornale. E' vero da sempre, ma ora è evidente. Solo che dobbiamo sperare che lo dica Macron, perché da noi il monoblocco è granitico e ingloba pure i grillini, che erano arrivati al 33% anche grazie al dichiarato euroscetticismo. Avessimo avuto uno Stato sovrano, avremmo speso qualche decina di miliardi nella sanità negli anni passati, anziché demolirla, ma bastava anche attrezzarsi come si deve da dicembre a marzo per essere in grado di gestire le polmoniti (che poi forse sono embolie ma una volta partita la fabbrica della Verità è difficile pure cambiare rotta in corsa - chissà se lo hanno almeno letto il rapporto "eretico" dei 735 medici dell'Anpas) senza un solo giorno di lockdown generalizzato. Quindi senza distruggere economicamente e socialmente il Paese.
Oggi leggete di deficit oltre il 10% e rapporto debito/PIL al 155%, e siamo solo alle prime stime. Ieri, se ve lo ricordate, il governo gialloverde ha rischiato di cadere perché osava passare dal 2% al 2,5%. Abbiamo ancora L'Aquila e Amatrice rase al suolo, perché non si poteva spendere in deficit. Quanti eravamo a dire che invece si poteva, e anzi si doveva, varare una manovra in deficit intorno al 10% per salvare l'Italia, e se la UE non ce la consentiva bisognava uscirne nottetempo senza annunci e senza esitazione? Oggi arriviamo a quei numeri, ma attraverso il calo del denominatore: un drastico abbattimento del PIL causato da un fermo assurdo che per alcuni tipi di attività si protrarrà, per altre avrà ripercussioni esiziali, e molte le ha già uccise. Invece si doveva e si poteva arrivarci per la strada opposta, l'aumento del numeratore: una spesa in deficit per investimenti fatta l'anno scorso, massiccia, avrebbe causato un aumento del PIL di alcune volte tanto (il famigerato moltiplicatore keynesiano), quindi l'abbattimento di deficit e rapporto debito/PIL per maggior aumento del denominatore, senza contare l'effetto diretto sull'abbattimento del deficit del corrispettivo aumento delle entrate fiscali. Cose che leggete da anni, su queste pagine e su quelle di pochi altri siti più grossi di questo, ma mai su un giornale mainstream.
Allora, se uno sospetta che lo hanno fatto apposta, ad approfittare di un virus influenzale un pochino più pericoloso della media, per finire di distruggere la piccola e media impresa italiana, svuotare il concetto stesso di democrazia, e creare le precondizioni per aggredire il risparmio degli italiani, quel qualcuno non è un complottista, secondo l'etichetta di comodo inventata per screditarlo (si fa da sempre, con i nemici), è solo uno che ancora ragiona. E complottista in italiano dovrebbe voler dire colui che i complotti li fa, non chi cerca di scoprirli e sventarli. Ebbene, è ora che in Italia lo si dica ad alta voce, quello che i mitteleuropei tra loro se lo dicono da anni: che gli italiani sono troppo ricchi, tra soldi da parte e questo vizio della casa di proprietà. Hanno fatto l'eurozona apposta per impoverirci, stringi stringi. Ma ognuno ha diritto di fare i propri interessi, il problema sono i collaborazionisti italiani che glielo hanno consentito, ingannandoci per anni, così da tenerci fermi mentre ci inchiappettavano. Qualcuno comincia già a redigere delle liste: sarebbe da loro, che bisognerebbe liberarsi.
Gli ultimi traditori di una fila troppo lunga sono proprio i parlamentari grillini, accodati docilmente ai piddini nello sfacelo in cronaca. Fino a ieri mi chiedevo: come è possibile che tra di loro non ci sia almeno qualcuno con un briciolo di dignità? Oggi, grazie a Byoblu, uno di quei siti che il Ministero della Verità prima o poi chiuderà, ho saputo che non è così. Ed è un bel 25 aprile, se mettete l'audio al massimo e vi gustate questo intervento alla Camera di una eletta col M5S uscitane per restare fedele a se stessa:

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