"Siamo fregati!", avrebbero pensato con ragione. Esattamente come lo siamo noi adesso. Solo che adesso la gran parte di voi, stragrande direi, è convinta del contrario. Quindi se fino ad ora tentare di raccontare una storia diversa dalla narrazione dominante era un po' patetico, adesso è diventato letteralmente una impresa disperata. Da tentare lo stesso, ma non avendo speranze di riuscita, solo per aver titolo di poter sbattere in faccia carta cantante quando potrò dire "ve l'avevo detto io". Ma andiamo con ordine.
Mario Draghi era sul famigerato Britannia quando si decise che il nostro modello di sviluppo, che aveva portato l'Europa occidentale ad essere il primo durevole esperimento della storia dell'umanità in cui si trasferivano ricchezze e diritti verso la maggior parte dei sudditi e l'Italia ad essere in prima linea in quel processo, era obsoleto. I soldi hanno una tendenza a concentrarsi in poche mani che è quasi una legge della termodinamica, e si sa che ogni attività neg-entropica necessità di energia applicata con costanza e sistematicità per reggersi almeno per un po', come giustamente pensate delle creme e della palestra ogni giorno che passa e vi guardate allo specchio. Morto il comunismo, tentativo supremo in tal senso che come ogni sport estremo alla fine fa più male che bene e prima o poi il cigno nero arriva, perdeva senso di sussistere la socialdemocrazia, che altro non era che il meccanismo omeopatico di disinnesco nelle plebi di qua della voglia di imitare quelle di la della Cortina di Ferro. Quindi, bisognava togliere alla mano pubblica tutto quello che controllava assicurando benessere diffuso da qualche decennio. Il pretesto era già stato innescato in anticipo, quando non avrebbe insospettito nessuno: togliendo il controllo politico alle banche centrali, si impennava il debito pubblico. La stampa avrebbe fatto il suo, con iniezioni potenti di sensi di colpa a giustificare il cosiddetto "vincolo esterno". Draghi scese dal panfilo con il mantra delle privatizzazioni a tracolla.
Chi oggi esulta perché abbiamo finalmente al timone uno che è stato capace, alla guida della BCE, di iniezioni di liquidità a fantastiliardi ("whatever it takes"), dimentica che quelle immense somme non sono andate in tasca ai cittadini (nel qual caso ne bastava un decimo a uscire dalla crisi in un anno o due) o a intaccare il debito degli Stati (ci si poteva accontentare anche così) ma in pancia alle banche, che grazie alla defunta distinzione tra istituti di credito e di investimento hanno, anziché in qualche modo favorito il riversarsi almeno parziale di quei soldi nell'economia reale (teorizzato dalla fallimentare e falsa ideologia monetarista), speculato sullo scarto tra gli interessi negativi pagati e quelli incassati incamerando titoli pubblici tanto più succulenti quanto più alto era il famoso spread. Il deficit corrente è la differenza tra quanto ogni anno il Sovrano dà ai sudditi e quanto ogni anno prende da loro. Ebbene, l'Italia è in surplus corrente (al netto degli interessi sul debito pregresso) praticamente senza interruzioni (solo un anno osò il Cavaliere, appunto) dal 1992. E questo nonostante si sia privatizzato tutto il privatizzabile asserendo (falsamente) che ciò avrebbe ridotto il debito (non poteva, data la curva iperbolica degli interessi, nata dalla trovata di farli pagare al sovrano non più padrone della propria banca) mentre invece aveva solo tolto ricchezza allo Stato (cioè a noi) per regalarla ai privati (assecondando la succitata naturale tendenza alla concentrazione del denaro..).
Tanto lo so che il post intero di Grimaldi, linkato nel testo, non lo leggete... allora qui un estratto succoso: il vero programma di governo di Draghi. Sapevatelo! |
A volte ritornano... |
1 commento:
Io non avevo pensato "siamo fregati", ma "siamo fottuti".
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