lunedì 1 febbraio 2021

RADIO CIXD 34 - IL TUFFATORE


Non tengo questo blog per cercare click, volutamente ho escluso qualsiasi possibilità di lucrarci neanche un centesimo di euro. Così, posso dire e dirmi che quando seleziono nel mare della controinformazione lo faccio per voi, ben sapendo però che è come per la beneficenza: chi la fa davvero, sa che in fondo lo fa per se stesso. Quando scrivo di musica, poi, mi pongo ancora di meno il problema di quanti lettori possa incuriosire, perché da sempre penso che l'unico criterio che distingue la buona musica dalla cattiva, e potremmo anche sostituire musica con arte, è proprio questo: c'è chi parte da un'intenzione artistica, di esprimere se stesso e quello che ha da dire, anche se certo vorrebbe interessare a tanti e talvolta magari ci riesce pure e si arricchisce, e c'è chi parte da un'intenzione commerciale, ponendosi a monte il problema di interessare quanta più gente possibile ed arricchirsi e talvolta nemmeno riuscendoci oppure riuscendoci una volta e poi finire dimenticato. Queste due intenzioni sono sempre rintracciabili da chi abbia orecchio allenato, anche quando uno stesso artista passa dall'una all'altra nell'arco della sua carriera. Il disco di cui vi parlo oggi è di un artista che non ha mai concesso a se stesso questa deviazione, e non è che non avesse una famiglia che potesse aiutarlo. Semplicemente, Flavio Giurato (qui il sito ufficiale) ha campato di altro. E poi si, ha venduto dei dischi e anche cantato dal vivo nei locali. Un paio di volte, ho avuto la fortuna di beccarlo in uno di quelli della scena romana dove al massimo si entra in trenta, e si sta seduti a due metri da chi canta e suda e ti sputa in faccia: roba del mondo di prima, insomma, che chissà se vedremo mai più (non senza una rivolta popolare, che non pare proprio nell'orizzonte degli eventi peraltro). E ve ne parlo perché se non l'avete mai sentito vi manca qualcosa, ve lo giuro, poi fate come volete, io ho il vinile e me lo tengo caro.

E si, perché Il tuffatore è, senza mezzi termini, un autentico capolavoro. Che noi ragazzi di allora scoprimmo grazie a Mister Fantasy, programma televisivo dell'epoca da me citato altre volte e che mai smetterò di ringraziare, ma io in particolare Giurato però lo conoscevo già, perché mio cugino Gino grande (si, in terronia capita, di ritrovarsi una sfilza di cugini tutti col nome del nonno) mi aveva prestato, e mi ero registrato in cassetta come si usava ai tempi, il poi introvabile Per futili motivi, un concept che racconta il fascismo in soggettiva dagli occhi di un ragazzo dell'epoca, coraggiosissima scelta di prospettiva se pensiamo che eravamo nel 1978. Il tuffatore è di 4 anni dopo, un intervallo per altri lungo per il Nostro relativamente breve, se pensiamo che arriverà ai 18 anni tra il terzo e il quarto album, di un totale di sette. E ve lo faccio ascoltare brano per brano, affiancando al tube qualche nota o citazione, ma niente commenti e spieghe, intanto perché l'album è così di culto da avere mobilitato penne molto migliori della mia, e poi perché in genere quando è vera arte nulla può farla comprendere come la fruizione diretta.

1. Introduzione
"Figliola, non andare coi cantautori, che poi finisci nelle canzoni!" E si capisce subito che si parla di una storia finita, ma in un modo che ci finisce dentro il mondo. Visto ogni volta da una prospettiva diversa e imprevedibile.
2. L’acchiappatore dell’acqua
"...ma non ci si perde in un grande albergo: basta seguire le indicazioni, e non cercare di spostare i corridoi"
3. Orbetello
"Tu sei nel mio cuore dal torneo di Orbetello, quando è libecciato e non si è giocato, e la laguna sembrava volesse coprire il promontorio. Un giocatore è diverso da tutti gli altri passanti, ma anche una donna alta non è mai banale, sarà per lo sguardo necessariamente superiore..."
4. Orbetello ali e nomi
Il testo sarebbe da citare per intero: rinuncio. Ma la lunga coda di piano di Toto Torquati e sax di Mel Collins (già King Crimson e che poi sarebbe andato in tour coi Dire Straits), ogni volta fa venire voglia di ricomprare il disco. Si, lo so, ho detto una cosa senza senso, ma rende bene l'idea.
5. La stanza del mezzosogno
Passaggio strumentale, che vi conferma che non capirete mai di che genere musicale è il disco. Cantautorale, si, ma con dentro jazz, prog, e stilemi che troveranno un nome decenni dopo.
6. Valterchiari
Questa canzone ve l'ho fatta sentire tempo fa a proposito dell'artista cui è intitolata (e del suo amico Lelio Luttazzi), di cui però non parla: lo cita soltanto, come "l'ultimo dei signori, l'ultimo degli attori, dei grandi suonatori".
7. Marcia nuziale
"Fosse per circostanza, per mancate risorse, che ora cerchi l'aiuto di qualcuno più forte, ché tu da sola non sai dirti che sei buona e brava"
8. Il coro dei ragazzi
"Le delusioni sono unite dalla ferrovia, che tu da sola non sai dirti che sei buona e brava"
9. Simone
"Io dico che le spade te le lasciano per strada non per maleducazione, ma per farti ricordare del fratello di un amico. E allora ditemi voi un altro modo per non lasciare Simone alla sua sorte..."
10. Il tuffatore
"Volevo essere un tuffatore: con l'altezza sotto il naso ed il gonfio del costume. Volevo essere un tuffatore che si aggiusta e si prepara, di bellezza non comune. E ora voglio essere un tuffatore, per rinascere ogni volta dall'acqua all'aria."
11. La scuola di congas
"Venite ai concerti per stare insieme, per dividere una buona emozione, per vedere se si può ancora soffrire di manifestazione. E se dobbiamo essere tutti americani, io spero che saremo i nuovi indiani: una minoranza classica ed elegante."
12. Notte di concerto
"Grazie a un giovane nuovo che non vuole fare il medico, non vuole la clientela di suo padre, e che ha il coraggio di vivere di musica..."

E per chiarirvi ancor meglio le idee, eccovi trent'anni dopo Massarini che lo reintervista, con passaggi degli introvabili video dell'epoca.

 

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