domenica 11 luglio 2010

VOLEVO ESSERE LELIO LUTTAZZI

Pochi giorni fa è scomparso quasi novantenne uno dei più grandi personaggi televisivi italiani: Lelio Luttazzi. Ma chi  ha meno di 45 anni a sentirlo nominare dice: "chi"?  Al più, sentendo Luttazzi pensa forse a Daniele, dico forse perché per conoscere Daniele Luttazzi non dico che bisogna essere paladini della controcultura, ma avvezzi a seguire gli artisti nei meandri del web o nei teatri si, perché il comico romagnolo è uno che tende a essere cacciato da tutte le televisioni del Regno: ogni volta che torna in tv è per poco, fino alla prossima fatwa.
La cosa non è casuale: Daniele Fabbri da Santarcangelo di Romagna è noto come Daniele Luttazzi per sua precisa scelta artistica. Chissà se quando ha deciso di adottare come pseudonimo (qualcuno dirà: plagiare - questa non ve la spiego, ma a me la versione di Daniele convince) il cognome del grande Lelio era consapevole del fatto di ereditarne in qualche modo anche il destino. Intendiamoci, se avete visto Daniele non avete nessun elemento per capire Lelio, che aveva stilemi diametralmente opposti (qui ad esempio i vecchi filmati con Mina), ma quando il giovane decise di adottare il nome del vecchio questi era già vittima di un ostracismo che proseguirà - salvo parentesi a livello di omaggio recentissime dunque molto tardive (nella foto a Sanremo con Arisa, ma il miglior tributo glielo rese Fiorello) - per quarant'anni.
Il motivo a raccontarlo oggi, in tempi in cui il premier può essere fotografato durante festini con zoccole (pardon, party con escort) e personalità straniere nude e restare in carica, e intercettato mentre trama a vari livelli e portare avanti a tappe forzate una legge contro le intercettazioni, in tempi in cui pippano coca tutti e per primi i politici che votano le leggi antidroga, fa quasi sorridere. Accadde che Walter Chiari, uno dei più grandi attori che abbiamo mai avuto, e con Lelio Luttazzi tra i cinque più grandi entertainer televisivi italiani di tutti i tempi, come molti artisti con qualche vizio, tra cui le donne (pare fosse irresistibile - ebbe storie con bellissime del livello di Ava Gardner e Lucia Bosè) e la coca, diede al proprio fornitore per farsi contattare il numero dell'amico Lelio, e i due finirono a Regina Coeli per un mese e via dalla televisione di Stato per sempre. Dunque, uno per essere un consumatore più o meno abituale di cocaina, l'altro addirittura essendo totalmente innocente, come poi venne riconosciuto anche giudizialmente, vennero fatti fuori da un circuito che via via si sarebbe riempito di gente moralmente abietta che ha fatto ben altre carriere.
Walter Chiari morì in solitudine nel 91, dopo essere stato a un passo dalla consacrazione cinematografica ma senza mai avere ripreso il posto che gli spettava in televisione, Lelio Luttazzi, che era anche grande musicista, fu "reintegrato" in radio per qualche anno (sua la conduzione più fortunata di Hit Parade) ma mai in video. Io per omaggiarli scelgo un pezzo di Flavio Giurato ("volevo essere un tuffatore"), che parla di uno ma va bene anche per l'altro, e forse per tutti noi.

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