venerdì 30 luglio 2010

PANI E PESCI

Chi mi vuole bene dice che i miei articoli sono troppo lunghi e un po' troppo pessimisti; riguardo alla prima faccenda, ci provo, faccio un pezzo corto, ma voi seguite i link che sono oggi più interessanti che mai; riguardo alla seconda... non ce la faccio, eppure il Papi ha ripudiato la seconda moglie in pochi mesi e il bavaglino è rimandato a settembre: quale oscuro presentimento turba questo che dovrebbe essere un momento di allegria?
C'è un pezzo di Vecchioni che oggi suona davvero profetico; è talmente vecchio e dimenticato che non si trova nemmeno su youtube... vabbè ecco l'inizio del testo:
E Cesare tirò la sua moneta in aria,
venne croce e disse sì, e si riempì di gloria.
Io invece sono stato in piedi tutta notte

per trovare ad una ad una le mie risposte esatte;
e il vecchio col bastone dalla sua tana uscì,

predisse tutti i "come", ma non mi disse "chi",
e i vecchi han mille, mille, mille maschere da giovani,

quando spargendo lacrime e medaglie ti promettono:
"
pani e pesci, pesci e pani,
senza trucco vi moltiplico domani".
Chi sia Cesare non c'è bisogno di spiegarlo, ce lo dicono i suoi compari nelle intercettazioni legittimamente e giustamente pubblicate. Che dopo anni di guerra di conquista (De bello gallico, ricordi di scuola...) sia da mesi accampato al di là del suo Rubicone, lo dimostra tutta l'azione di governo di questo suo terzo mandato: non che le altre volte non si sia fatto tutti gli affaracci suoi che gli servivano, ma stavolta questa è stata l'unica ed esclusiva attività che ha dato ordine di esperire (la crisi? "non c'è", salvo poi con le spalle al muro "c'è e dobbiamo mettervi le mani in tasca e qualcos'altro altrove per ordine della UE"). A frenarlo dal compiere la storica traversata, non una opposizione degna di questo nome, ma una piccola fronda di oppositori interni, apparentemente convinti che legalità e fedeltà alla Repubblica siano ancora valori da difendere rispetto alla prospettiva di affidare tutto il potere a una persona anche se quella persona è il proprio sdoganatore e compagno di avventure degli ultimi 17 anni.
Adesso, forse convinto proprio dall'estrema offerta di leale collaborazione da parte del suo avversario interno - interpretata evidentemente come un segno di debolezza (secondo l'abc del marketing, l'unica cosa in cui ci capisce davvero), il dux rompe gli indugi: alea iacta est, il dado è tratto, si marcia su Roma. Essendomi abbeverato alle mie consuete lucidissime fonti, Carlo Bertani che parla strettamente della cronaca politica, Badiale e Bontempelli che spiegano molto analiticamente come e perchè l'unica salvezza stia nel fal saltare definitivamente lo schema destra/sinistra (mi raccomando, sono due contributi da leggere con attenzione, ripeto, specie quest'ultimo che è lungo ma davvero vale la pena...), sono in grado adesso di dare le mie quote di probabilità sugli scenari che si aprono:
  1. Berlusconi tira a campare fino a dicembre, per cercare di far passare qualche altro provvedimento di sua stretta utilità, poi il governo cade e si va al voto, Fini Udc e Rutelli fanno un polo di centro, tra Pd e sinistra continua a regnare il caos, il Boss rivince stavolta da solo con la Lega e passa alla dittatura di fatto, novello Cesare fino in fondo: 70%, purtroppo;
  2. come sopra, ma il "polo di centro" (toh, un ossimoro!)  ha la meglio, nel senso che può scegliere con chi governare e riesce a fare un governo col PD che però si deve occupare della crisi economica e dei conti pubblici disastrosi, mentre il Boss sta alla finestra e dalle sue tribune mediatiche scatena gli "avete visto che ero meglio io?" per tornare tra un anno o due a castagne tolte dal fuoco e ricominciare da capo: 29%, con l'incognita demografica (ma quanto diavolo campa?);
  3. si fa un governo di salute pubblica che si occupi esclusivamente di fronteggiare l'emergenza economica e di bilancio e predisporre una legge elettorale decente, e lasci la magistratura libera di azzerare una classa politica di ladri e intrallazzisti: 1%, anche se sarebbe l'unica cosa sensata, anzi proprio per questo.
Temo invece purtroppo che perchè emerga un'entità politica capace di traghettarci verso l'unico scenario che può davvero salvarci, l'adozione di un paradigma di decrescita del PIL e insieme aumento del benessere attraverso la demercificazione e la demonetarizzazione, bene spiegato nell'articolo di Badiale e Bontempelli che vi ho appena invitato a leggere, occorre attraversare il default e la rovina totale. Non ci dovrebbe mancare molto, se questo può consolare...

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