sabato 1 gennaio 2011

BUON ANNO, OGNUNO A CASA SUA!

Se non bastasse la crisi economica a sconsigliare le spese tutto sommato superflue, da oggi è in vigore a Roma la tassa di soggiorno, il cui intento è fare un po' di cassa nel presupposto che non sarà in grado di incidere sulla domanda di turismo nella Capitale (altrimenti sarebbe un cazz'e tutt'uno, per dirla come usano a Oxford).
Mentre gli apocalittici suggeriscono che il kerosene sarà il primo derivato del petrolio a cui dovremo rinunciare dopo il picco, e quindi i viaggi aerei torneranno ad essere pochi e cari come prima degli anni ottanta, i pratici cominciano ad attrezzarsi. Stelio Fantani ci racconta cosa succede nel Regno Unito.

WikiLeaks: tra Usa e Uk al Fisco il ruolo del terzo incomodo
di Stelio Fantani

In onda, su WikiLeaks, uno scambio di note riservato, tra Londra e Washington, su due temi lontani e, al contempo, vicini. Ovvero, fisco e viaggi. In particolare, in tema di transiti, e di spostamenti, si discute di voli dal Regno Unito fin dentro il cuore degli States e viceversa. In lontananza, invece, le opinioni che transitano tra i diplomatici statunitensi impegnati a contemplare le distanze aeree che si restringono attraverso l’Atlantico si soffermano, d’improvviso, su di una scelta di politica economica, e cinicamente fiscale, decisa dall’Esecutivo britannico. Si tratta d’una tassa sui voli aerei che, da quasi un ventennio, risale ai primi anni ’90, si applica con rigore sulle partenze dagli aeroporti del Regno Unito, senza esclusioni.
La scalata della tassa sui voli irrita Washington
Il prelievo, imposto sui viaggiatori che lasciano il Regno Unito prenotando un volo aereo, ha una lunga storia di dissapori fiscali alle spalle. Fino al novembre scorso però gli scontri erano stati interni alle diverse lobby britanniche. In pratica, compagnie aeree e Confindustria britannica su di un versante critico, Governo e ambientalisti sul banco opposto. Risultato, una crescita continua negli anni del prelievo. Al debutto, infatti, cioè nel ’94, il balzello predisposto per gli spostamenti aerei è pari a 5 sterline su ogni singolo biglietto venduto. Si sale invece a 10 sterline, ma soltanto se il volo è di prima classe, riservata al business, e la destinazione oltrepassa i confini dello spazio economico europeo. Quindi, nel ’97 la tassa sperimenta una prima revisione verso l’alto, di fatto raddoppiando. L’epilogo coincide con il 1 novembre dell’anno in corso, quando l’Esecutivo britannico dà il via libera definitivo ad un ulteriore aumento. Sotto il profilo contabile, ora la tassa, strettamente relazionata al chilometraggio, varia all'interno d’un intervallo la cui base minima è pari a 85 sterline, mentre la soglia limite si ferma a 170 sterline. Penalizzati, naturalmente, i voli su distanze extra-Europa. Usa in primis. Da qui l’origine del malessere fiscale registrato da Wikileaks e certificato negli scambi di note tra i diplomatici Usa e il Dipartimento di Stato, cioè il Ministero degli Esteri statunitense.
La tassa che assicura entrate
D’altra parte, le obiezioni sia delle lobby interne sia di attori esteri, si son sempre dovute scontrare con la realtà contabile d’una tassa il cui gettito, nel corso degli anni, non ha mai conosciuto crisi. Nell'anno d’esordio, per esempio, assicurò ai conti pubblici britannici, già allora in cerca di maggiori risorse, un gettito pari a 1 miliardo di sterline. Entrate che, nel corso del tempo, hanno visto accrescere il loro peso fino ai 2miliardi del 2009. Ma con l’inasprimento in vigore dal 1 Novembre 2010, entro il 2014-2015 il gettito stimato dovrebbe risultare pari a 3,5miliardi di sterline. Un raccolto prezioso, soprattutto in tempi di Crisi.

1 commento:

luce ha detto...

Purtroppo la tassa di soggiorno, che se non sbaglio non verrà applicata solo a chi soggiorna presso hotel di lusso, non aiuterà di sicuro il turismo italiano!

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