giovedì 13 gennaio 2011

VOTATE VOTATE VOTATE

Immagine da The Seks Report
In attesa che si pronunci sulla costituzionalità del legittimo impedimento (*), la Corte ha giudicato ammissibili quattro referendum, tra cui proprio quello sull'abrogazione integrale della legge che lo prevede. Gli altri tre riguardano due la privatizzazione dell'acqua e uno il ritorno al nucleare, argomenti per il futuro di tutti noi decisamente più incidenti delle sorti processuali di un tipo così borderline con la legge da vantarsi in un'intervista di avere anche redatto in gioventù tesi di laurea altrui a pagamento.
Sul primo tema, raccomando una visita al sito del comitato per i referendum record credo ogni tempo di raccolta firme, e un passaparola capillare per votare SI all'abrogazione delle norme che consentono di fare mercato anche del bene primario per eccellenza (dopodiché mancherebbe solo l'aria), sperando che le consultazioni vengano accorpate alle elezioni amministrative della primavera ventura.
Sul secondo, leggetevi Carlo Bertani, che di energia scrive sempre benissimo. Siamo in una posizione geografica tale da poterci garantire l'autosufficienza energetica tramite le fonti rinnovabili, che peraltro farebbero da volano a tante nuove piccole e medie imprese, e finirà che su quel terreno ci faremo superare anche dagli ultimi arrivati, mentre noi immoliamo milioni di euro in pericolosi  totem antieconomici e copiose tangenti sicuramente correlate.
Intanto che attendiamo di votare per questi referendum, e magari pure per le elezioni politiche, ci sono votazioni cruciali dentro una fabbrica a Torino. Dove c'è un tizio che ha fatto un piano industriale fantascientifico (tutte quelle macchine non le venderebbe mai, nemmeno se domani uscisse con dieci nuovi modelli tutti indiscutibilmente migliori della concorrenza, figurarsi in una realtà che è l'opposto) e vuole darci a bere di poterlo attuare semplicemente riportando gli operai a condizioni di lavoro ottocentesche, mentre in Germania ad esempio fanno esattamente l'opposto e infatti vendono un sacco di ottime macchine. In breve (ma se avete più tempo leggetevi il gustosissimo resoconto di Lameduck) il tizio in questione minaccia, se il referendum/ricatto lo vedesse sconfitto, di andarsene in Canada, in pratica di abbandonare del tutto la fabbriche italiane di un gruppo che diverrebbe tutto americano, ma non è tanto questo lo scandalo. Lo scandalo è un Presidente del Consiglio che dichiara che se lo facesse farebbe bene, dimenticando che senza lo Stato italiano e i mille modi sonanti in cui il suo contributo è stato essenziale al suo sviluppo e alla sua stessa sopravvivenza Fiat avrebbe chiuso da un pezzo, mentre la cosiddetta opposizione del PD si è pronunciata a favore dei padroni non solo nella persona dell'ex segretario e candidato sindaco Fassino, ma persino nel nuovo che avanza, il Sindaco più amato degli italiani (successore in questo dell'attuale Governatore della Calabria Scopelliti) Renzi, già noto per essere andato in pellegrinaggio ad Arcore prima ancora di avere un ruolo alla guida nazionale del partito (gli altri hanno cominciato il lecchinaggio in una fase successiva), che ha dichiarato di stare dalla parte di Marchionne senza se e senza ma. Come dire, siamo senza speranza.

(*) nel frattempo la Corte Costituzionale ha sostanzialmente demolito l'impianto del provvedimento, al punto che è incerto si possa svolgere il referendum relativo (deciderà la Cassazione), riaffermando l'elementare principio che è il giudice che deve decidere di volta in volta la sussistenza dell'impedimento e la sua legittimità, e chi se no? la cosa era scontata anche per gli estensori della legge, se non anche per gli ispiratori: poteva mai il supremo organo accettare che un qualunque cittadino, per quanto con una carica importante, decidesse lui che il suo compito gli impedisse una volta per tutte di presentarsi a giudizio (ma non, ad esempio, di organizzare festini con nipoti di capi di Stato esteri?)? ma soprattutto, quanti sanno che il legittimo impedimento era già sufficientemente regolato dall'ordinamento, e vale per tutti noi, salvo che di volta in volta è appunto il giudice a valutare nel merito se sussiste davvero e per motivi davvero validi? il fatto è che questi si muovono meglio di tutti solo nel polverone, e quindi non resta che attendere quale sarà il prossimo che solleveranno...

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