domenica 18 marzo 2012

PASOLINIANA

Pare che Pasolini avesse già preparato un nuovo film su misura per Totò,
che alla sua morte accantonò per poi riesumare il progetto e proporlo ad Eduardo,
poco prima di venire assassinato
Già un paio di volte incrociando i temi della decrescita ho finito per postare il video di una poesia di Pasolini messa in musica da Alice qualche anno addietro: la recessione. Non può essere una coincidenza che oggi, nel solito giro del mondo della controinformazione che faccio quando ho voglia di inserire un pezzullo, mi imbatto sia in un bellissimo pezzo di Marino Badiale che in un post di Blog-0 che lo citano. Il primo è lunghissimo ma vale la fatica: spiega secondo me in maniera definitiva perché la decrescita non ha alternative (a parte la fine della vita sul pianeta), e a un certo punto cita Pasolini, che era talmente avanti da essere indietro, nel senso che era portatore di un sistema di valori preconsumistico che ai suoi tempi era del tutto anacronistico ma oggi lo rende tremendamente attuale e in prospettiva indispensabile. Il secondo analizza documentatamente la famosa presa di posizione pro-poliziotti confutandone la vulgata semplicistica in favore di un'interpretazione molto più articolata: arrivate alla fine, oltre al valore della lettura c'è un documento "gustoso".
E' ovviamente un vuoto esercizio di stile, ma sarebbe bello capire oggi da che parte un intellettuale di quella portata starebbe, nella guerra sorda che sta vedendo il capitalismo finanziario vincitore sulla democrazia fondata sul lavoro e il welfare. Il balletto sull'articolo 18 cui dobbiamo assistere ad ogni telegiornale come se non fosse una questione marginale, non è che uno dei teatrini messi su per nascondere il vero dramma, quello con morti e feriti che è già da un po' in scena e tra un po' la dominerà completamente.
Chissà se almeno questo farà resuscitare le anime, se questo sarà sufficiente a un nuovo rinascimento, e in caso in cosa consisterà la lotta e con che costi umani e che speranze. Intanto vi saluto con un brano di cinema pasoliniano che rappresenta mirabilmente la suddetta duplicità dei piani narrativi, il pezzo finale dell'episodio Cosa sono le nuvole? del film Capriccio all'italiana, protagonisti Totò (alla sua ultima, significativissima, scena) Ninetto Davolil e Domenico Modugno, che canta la meravigliosa canzone omonima.

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