martedì 11 settembre 2012

11 DOPO 11

Non leggo le cronache dalla Siria, come non ho seguito nessuna delle vicende della cosiddetta primavera araba: una volta che hai capito come funziona il mainstream, sai che più il racconto di una vicenda è monocorde più probabilmente è una trappola. Anche a costo di essere tacciato di ottusità e pregiudizio, mi rifiuto di seguire una cronaca non appena mi sembra strutturata come una storia, e il criterio se volete utilizzarlo è semplice: lo è quando usa perlappunto le categorie della Storia, in maniera tanto più impropria e pretenziosa quanto più manca della distanza necessaria. La Democrazia, la Rivolta del Popolo contro il Tiranno, i Diritti Umani calpestati, eccetera: concetti utili a interpretare una vicenda quando è compiuta e analizzata a fondo, pretesti preconcettuali quando appaiono fin dal primo momento nelle articolesse dei commentatori e nei servizi dei telegiornali, dove non mancano mai fosse comuni appena scoperte e vittime innocenti del cattivone di turno. No, grazie: cambio canale e uso la logica.
Se lo stesso soggetto fino al giorno prima è il baluardo dell'occidente contro i fondamentalismi e il giorno dopo è l'autocrate da rovesciare, se eroici resistenti contro l'oppressore sovietico diventano da un giorno all'altro integralisti oscurantisti che opprimono le donne, se i bambini morti o anche semplicemente costretti alla miseria pesano molto diversamente a seconda da che parte di un nuovo muro stanno, non si è malpensanti a sospettare. La Storia si scrive diversamente. La Storia della crisi dell'Euro, ad esempio, non si capisce seguendo le "cronache dallo spread" o leggendo il Sole24ore, ma ad esempio un bellissimo pezzo di Lameduck da cui riporto un estratto:
...per riassumere. Nel secolo scorso, la presenza di potenze nucleari comuniste nel mondo e, nei paesi industrializzati, di partiti di sinistra detentori di un certo potere di contrattazione sociale, aveva impedito al capitalismo di assumere la sua forma estrema, già vista appunto durante il nazismo, e di trionfare nello ristabilimento della diversità (in)naturale e quasi razziale tra ricchi e poveri.
Le soluzioni economiche keynesiane della prima metà del secolo scorso, secondo alcuni, sono proprio l'espressione di un capitalismo che, spaventato dalla possibile rivoluzione proletaria in senso comunista, si mette la maschera buona e accetta di scendere a patti con gli straccioni. Ovunque però i lavoratori sono deboli e non rappresentati e difesi, come nel terzo mondo, il liberismo può cominciare ad impratichirsi con i metodi più brutali di espropriazione del bene comune a vantaggio di pochi eletti. Con l'indebolimento della controparte imperiale comunista negli anni ottanta, anche i paesi industrializzati come gli Stati Uniti e la Gran Bretagna introducono le idee liberiste in economia. Sono gli anni di Reagan e di Thatcher.
Con il crollo del comunismo nel 1989, per il capitalismo sarà valanga. Niente riuscirà più a fermarlo. I paesi dell'Est comperati con l'illusione della libertà - era solo liberismo - e gettati in pasto agli oligarchi locali. La Cina che crea un ibrido economico mostruoso con pezzi di totalitarismo comunista ed altri di liberismo sfrenato. Le Tigri Asiatiche in balia della speculazione selvaggia.
Gli anni novanta e duemila sono gli anni della degenerazione finanziaria, della forma neoplastica del capitalismo, della speculazione, della deregolamentazione che diventa caos e che prende il sopravvento, distrugge le economie reali per creare grandi ricchezze singole ma anche immensi numeri di denaro virtuale. Che crea attentati, guerre, nemici, per nascondere le sue crisi periodiche sempre più frequenti ed aver l'alibi di andare a metastatizzare nuovi paesi. ...
Allo stesso modo, senza tornarci su nei dettagli per l'ennesima volta, si può dire che undici anni fa ci hanno raccontato una storiella, e da undici anni la ripetono così pervasivamente che ha finito per diventare luogo comune, ma la Storia è un'altra: una grande potenza in crisi ha buttato giù tre vecchi palazzi con due aerei radiocomandati e spedito un missiletto a cancellare le magagne contabili nel proprio Ministero della Difesa, incolpando in tempo reale una comparsa che sarà tolta di mezzo dieci anni dopo facendo "sparire il cadavere" e attaccando un Paese sovrano con la scusa che quella comparsa vi si nascondeva, in pratica avviando una guerra nelle zone di controllo delle fonti di energia fossile che non si sarebbe più conclusa. Una favoletta che può smontare facilmente persino un giovane studente, che squalifica immediatamente ai miei occhi qualunque interlocutore dimostri ancora di crederci. Mi offende. Mi difendo come posso, ad esempio non ascoltandolo più, o magari con l'ironia:



Insomma, non so chi sia Assad, ma so per certo che quelli che lo vogliono detronizzare non sono quelli che dicono, e sono certamente molto ma molto peggio di lui.

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