martedì 23 luglio 2013

DOMANDE PER IL FUTURO

Su Mentecritica è apparso un pezzo, di cui mentre invito a leggerlo per intero riporto uno stralcio piuttosto utile praticamente. Si tratta di alcune "domande per il futuro immediato" che dovremmo farci più o meno tutti, eccole:
  1. Ora che la produzione industriale si sta spostando altrove, che mestiere faranno i nostri operai fra dieci anni?
  2. Ora che l’informazione viaggia molto più velocemente a costi bassissimi, anche i servizi inizieranno a globalizzarsi. Che fare della nostra infrastuttura terziaria nei prossimi anni?
  3. Dove prenderemo l’energia per scaldare le nostre case e muovere i nostri treni man mano che il petrolio costerà sempre di più?
  4. Chi si farà carico dei milioni di lavoratori a progetto quando l’età li porterà fuori mercato e non avranno nessun ammortizzatore sociale a proteggerli?
  5. Quale piano c’è per la tutela del nostro territorio e delle sue tradizioni, immensa risorsa abbandonata a se stessa e quotidianamente mortificata da tonnellate di monnezza?
Lo scorso post, con cui ventilavo l'ipotesi che gli affaires Calderoli e Alfano erano polverone mediatico sollevato allo scopo di nascondere un padulo che potrebbe essere la dismissione degli ultimi asset pubblici italiani, è stato accolto dalla solita cerchia stretta di amici che ancora mi segue con maggior scetticismo del solito, e da un certo punto di vista non gli si può dar torto: è abbastanza incredibile. Eppure c'è chi l'uscita di Saccomanni l'aveva prevista da tempo, quindi il ragionamento non è del tutto pellegrino. Ora guardatevi attorno e chiedete a voi stessi, ma rispondete sinceramente perché non si bara a solitario, se c'è un solo servizio tra gli innumerevoli privatizzati da destra e (soprattutto) sinistra negli ultimi venti anni che sia effettivamente migliorato nel rapporto qualità/prezzo, o se invece non siano quasi tutti molto peggiorati anche in assoluto, salvo forse proprio quelli pubblici (mediamente molto migliori di un tempo, per chi ha memoria, salvo le Poste che però sono "private" pure quelle...).
Se ancora non vediamo il baratro è perché è nascosto da quella formidabile società naturale di assistenza sociale che è la famiglia italiana, grazie a chi ancora beneficia del sistema pensionistico smantellato e ha trovato un lavoro quando il lavoro era un diritto per tutti, ma attenzione perché l'anagrafe farà mancare questo sostegno quasi tutto d'un botto, nei prossimi dieci/venti anni. E allora forse non sono esagerati gli allarmismi di Casaleggio, come l'Unità e Repubblica sbeffeggiandolo vogliono far credere, smentiti peraltro perfino da un ministro del "loro" governo, dimostrando una volta di più che a volte i servi sono più realisti del re, e forse anche che il loro schieramento politico di riferimento è forse il maggior responsabile della situazione (sentite Wu Ming, se non credete a me) che quindi loro cercano di negare.
E' talmente triste che manco vi metto i link (basta fare un giro a caso sui loro siti web, per verificare quanto ridicoli siano diventati i due giornali un tempo alfieri della sinistra in Italia): Grillo che argomenta chiaramente sulle uniche vie di uscita a nostra disposizione diventa un "nostalgico della liretta" così non occorre confutarlo nel merito. Quando invece prima si parla di queste cose, ristrutturazione del debito (magari "europizzato") o uscita dalla moneta unica, e meglio è, anche perché ci sono diverse posizioni tutte rispettabili (e da discutere) tra gli scenari alternativi a quello a cui ci hanno ancorato PD e PdL, che invece ci porterà presto allo sfacelo che preconizza, e su cui forse ha scommesso (magari sperando di avere torto), il duo Grillo/Casaleggio.
In questo scenario, è bene ricordarlo, NON è possibile togliere un euro di tasse da una parte senza metterne uno da un'altra. Bisogna andare a pari, l'hanno scritto in Costituzione, ma è anche peggio: ci sono gli interessi sul debito pregresso, c'è l'impegno a ridurre il rapporto debito/PIL al 60% entro pochi anni, per cui di fatto NON è possibile togliere un euro di tasse senza metterne due, o quasi. Quindi, quando vi parlano di rimodulazione dell'IMU (di crescita, poi...!) vi prendono in giro, è sicuro col botto.
Quello che possono fare, quelli tra loro che vogliono ancora "sembrare" di sinistra, è provvedimenti assurdi e controproducenti come la chiusura al traffico dei fori imperiali così come la sta attuando il neosindaco Marino, che intaserà le strade attorno a Monti e San Giovanni col solo vantaggio del libero bivacco dei turisti mordi-e-fuggi davanti al Colosseo. Diverso è se avessimo il potere di emettere moneta per finanziare lo smantellamento di quel feticcio della presunta virilità italica che è Via dei Fori Imperiali, con impiego di migliaia di giovani tecnici, e maestranze annesse, a recuperare l'area archeologica come si deve. Ma, appunto, non si può: queste sono cose che può permettersi solo chi ha mandato affanculo le istituzioni monetariste sovranazionali, finché non troveranno una scusa per farli rimettere sotto cappella (magari con una bella guerra, una rivolta solo apparentemente interna, o qualche altra invenzione ben orchestrata).

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