mercoledì 22 agosto 2018

È STATO LO STATO (CHE È STATO E NON È)

Cosa sapremmo oggi dell'antica Roma, se anche allora si fosse
ritenuto accettabile costruire opere che durassero circa 50 anni?
Non si poteva scrivere subito, dei fatti di Genova: occorreva far decantare la rabbia e l'orrore, rispettivamente:
  1. di chi si lamenta da anni della demolizione controllata dello Stato operata purtroppo principalmente proprio dal cosiddetto centrosinistra
  2. e di chi comunque è indotto dalle sue vicende di vita a passare e ripassare su strutture come quella appena crollata e non è che ora può smettere.
Per il primo punto, potrei fare copia e incolla di tanti altri post in dieci anni con tag Privatizzazioni, ma poiché qui c'è l'aggravante di una specifica culpa in vigilando preferisco andare a braccio, a rischio di apparire ripetitivo. Uno Stato non può, non può punto e basta, (con)cedere ai privati le sue infrastrutture fondamentali: strade, ferrovie, sistema postale, rete telefonica, rete elettrica, acquedotti, da ultima rete Internet, stanno a un Paese come sistema arterioso e venoso, linfatico, nervoso centrale e periferico, a un essere umano. La logica privatistica, giustamente guidata dal profitto, semplicemente non è adatta, infatti, a garantire il benessere della collettività; faccio solo un esempio, e vale per tutti: le ferrovie privatizzate hanno provocato la progressiva riduzione ai minimi termini, quando non abbandono, delle linee meno redditizie - ebbene, con la stessa logica applicata alla circolazione sanguigna un uomo si sarebbe già amputato un arto, oppure gli cascherebbe la pelle non più irrorata dai capillari. Se ne sono resi conto in Inghilterra, ad esempio, dove un decennio dopo aver privatizzato le ferrovie le hanno rinazionalizzate. Ovviamente, l'esempio può essere traslato pari pari al sistema nervoso eccetera. La cosa è così lampante che sfonda il senso comune anche di un popolo sottoposto per decenni a dosi massicce di propaganda mercantilistica globalistica europeistica come il nostro. La prova? Per la prima volta a memoria di cinquantacinquenne, si è assistito a funerali di Stato dove la gente applaudiva il governo e fischiava l'opposizione, evidentemente ritenuta colpevole delle politiche in definitiva causa prima del crollo. In tutti gli altri casi fin dalle stragi terroristiche degli anni 70 era successo il contrario, coi ministri a ricevere meritatamente la maggior parte delle manifestazioni di sonoro dissenso.
Proprio per questo, per il secondo punto, occorre adesso che il governo metta da parte ogni indugio e colga l'occasione per attuare il mandato popolare, che poi non è altro che il massimo comune denominatore tra i programmi che ha fatto si che le due forze da avversarie alle urne siano diventate compagne di governo. Il popolo, cioè, esige una forte discontinuità con quanto propinatogli negli ultimi decenni, e lo fa in grande (e crescente, a dispetto del monopensiero piddino-eurista-liberista che ancora spadroneggia nel mainstream) maggioranza. Vuole cioè che si riportino allo Stato italiano tutte le infrastrutture di base dolosamente svendute ai privati spesso in cambio di corrispettivi, si stimi quanto serve per il loro ammodernamento nonché per la riqualificazione del patrimonio abitativo delle migliaia di borghi italiani e il risanamento del territorio, si chieda la cifra corrispondente (dell'ordine di miliardi di Euro, embè?) alla BCE, e se questa nega si inizi a usare copiosamente i sempre esistenti strumenti alternativi di sovranità monetaria e si resti pronti a ripristinare una propria moneta in caso l'azione si traduca, com'è probabile, nell'auspicabile crollo del progetto di conquista non militare di una parte d'Europa da parte di un'altra che si chiama Eurozona.
I nostri nonni e i nostri padri hanno fatto l'Italia, noi l'abbiamo distrutta, dobbiamo lasciare ai nostri figli qualcosa di meglio delle macerie sporche di sangue che troppo spesso vediamo in TV.
E ora una bella dose di link di approfondimento, che ancora il mainstream è in mano al monopensiero euroliberista e finché è così cercarsele in rete è ancora l'unica maniera di reperire informazioni e letture corrette:
  • Alessandra Daniele su Carmillaonline, ovvero la cosa più sconvolgente è che in tutti i telegiornali e gli approfondimenti televisivi viene costantemente riportata l'affermazione che un ponte dopo 50 anni è a fine vita come fosse un fatto scontato e non invece l'assurdità vera e propria che è, dato che se fosse vero non avremmo mai visto nessuna delle opere giunte a noi dall'epoca egizia o romana;
  • Loretta Napoleoni su un libro del 2014, e sul Fatto qualche giorno fa, ovvero il bignami della storia di quel delitto che chiamano privatizzazioni in Italia;
  • Guglielmo Forges Davanzati su Megachip, ovvero come e perchè esse siano a conti fatti del tutto inefficaci persino ai loro stessi obiettivi dichiarati;
  • Francesco Cozzi, titolare dell'inchiesta sul crollo, ovvero come e perché è esattamente l'abdicazione dello Stato la causa prima della strage;
  • Popoff, ovvero ancora sulle privatizzazioni, con zoom sul nesso tra la progettazione della costosissima Gronda e la disattenzione sulla manutenzione del Morandi (altro che la vigliaccamente rimarcata opposizione alla nuova opera come causa del crollo della vecchia, rimbalzata sui social anche da parte di tanti di sinistra che continuano a portare acqua con le orecchie al PD e al capitalismo pur di non perdere l'occasione di attaccare i cinquestelle...);
  • Carlo Bertani, ovvero come e perchè occorre invece ripensare completamente il sistema nazionale dei trasporti (cosa che pure è sia dettagliatamente prevista nei programmi del m5s sia corrispondente agli interessi di quelle PMI che sono parte rilevante dell'elettorato leghista), abbandonando progressivamente e comunque disincentivando pesantemente il trasporto su gomma, e in genere privilegiando una miriade di piccole e medie opere mentre si cassano definitivamente tutte le grandi (che in effetti sono tali solo in quanto ruberie, non certo in quanto opere utili alla collettività) che invece negli ultimi decenni sono state le sole a non avere problemi di finanziamento, chissà perché...
P.S. Proprio pochi giorni prima del crollo, girava sui social, grazie a qualche amico che ancora pensa che il reprobo da redimere sia chi è passato al moVimento e non chi come lui per fedeltà formale alla sinistra continua a perpetrarne il tradimento, un pippone sui vaccini e l'autorità della scienza, secondo cui in pratica è giusto che prevalga il parere di chi è competente sul diritto democratico sancito costituzionalmente di rifiutare le cure. Contro tali argomentazioni è facile ribattere con la logica elementare, secondo cui chi non si vaccina può nuocere solo a se stesso e agli altri non vaccinati, salvo casi marginali a meno che non si ammetta che il vaccino non funziona, e quindi non ha senso nessun obbligo se non in caso di autentiche epidemie conclamate per morbi in cui la copertura della popolazione è scarsa (e non è il caso di quelli oggetto delle attenzioni della Lorenzin). Se non basta, c'è il fatto che la commissione medica competente aveva imposto da anni solo 4 obblighi, mentre i 6 aggiuntivi li ha imposti la politica, in barba proprio all'autorità della scienza. Se non basta ancora, c'è la storia a rammentarci di un ministro condannato per tangenti anche in relazione ad un obbligo vaccinale da lui imposto (De Lorenzo con l'epatite) e di milioni di dosi di vaccino contro l'aviaria, bufala mediatica montata ad arte, comprate dal Ministero e poi buttate nel cesso. Poi arriva il ponte Morandi, a sbatterci in faccia per l'ennesima volta, una di troppo, che l'autorità della scienza è come quella dell'oste quando deve venderci il vino. E che senza uno Stato forte e sano a fare da argine, in mano all'ingegneria, alla medicina o peggio ancora all'economia siamo fritti.

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