domenica 14 aprile 2019

ASSANGE CHE NON SEI ALTRO

Alla fine non è che se restasse libero potrebbe fare più danni di quanti ne ha fatti. E anche lì, di che danni parliamo? Conoscete qualcuno che si è stupito di apprendere che i soldati americani sul fronte fanno un po' come cazzo gli pare? Tutti noi da piccoli abbiamo avuto in famiglia dei vecchi che ci hanno raccontato ste cose, nessuna novità, business as usual. E comunque, saperlo o averlo scoperto da Wikileaks, conoscete qualcuno che per questo abbia almeno deciso di non votare mai più per chi non prenda le distanze dall'imperialismo e dalle operazioni di peacekeeping ed esportazione forzata della democrazia? Non sto parlando di un drastico aumento dei rivoluzionari, solo di un accenno di movimento popolare per il ritiro da tutti gli scenari di guerra delle proprie forze armate: lo avete visto?
No.
Quindi, perché dovrebbe fregarvi qualcosa di Julian Assange? In fondo, ha reso pubbliche cose che chi è scetato già si immaginava (tipo le risate di Hillary alla notizia delle brutalità nell'uccisione di Gheddafi) e chi non lo è continua a dormire, e a credere che la  Clinton sia una paladina del progressismo, come pure Macron, Soros, Obama, o qualunque fantoccio si erga a segretario del PD. Così, probabilmente non assisteremo a un altro concerto a Wembley, come Bertani ironizza. Neanche se il Movimento 5 Stelle, fugando i timori di Diba, si schiera apertamente a suo sostegno: non bastano cose del genere a recuperare il consenso perduto, bisogna ricordarsi anche ogni tanto del patto coi propri elettori non solo del contratto con la Lega...
Invece dovrebbe. Lo capite solo se tenete appicciato il ciriveddo, e fate due più due. E' vero che se non fosse stato in qualche modo adiacente al potere che ha deciso di sputtanare non sarebbe riuscito a farlo, quindi è legittimo pensare da sempre che non ce la conta giusta né tutta. Ed è vero che ciò è dimostrato al limone dall'assenza dalle tematiche sputtanate di quelle realmente pericolose per il Vero Potere, 11 settembre in testa. Ma bene o male, in sette anni di clausura in ambasciata, col suo affine Snowden che nel frattempo è riuscito a rifugiarsi in Russia (sancendone il definitivo capovolgimento di ruoli con gli USA in quanto a Patria della Libertà) e a essere protagonista di un filmone ok di Stone ma pur sempre mainstream, Assange è diventato un simbolo. Ed è quello, che vale la pena perseguitare.
Perché tutti devono capire che "non si scherza coi santi" non è un proverbio. E "parlare a nuora perché suocera intenda" non è solo un modo di dire. E nemmeno "punirne uno per educarne cento". Assange non poteva farla franca. Il boss del racket deve, ammazzare il moroso o quantomeno incendiargli il locale, anche se gli è simpatico, anche se il debito è piccolo in assoluto e ridicolo in confronto ai suoi introiti. Deve, perché se per una volta desiste magari altre vittime pensano che si può, sfuggirgli, e altri boss pensano che si è rammollito e magari vale la pena di tentare di rimpiazzarlo. E l'analogia non è esagerata: la filosofia della politica insegna che la formula del Potere è sempre la stessa, e se applicate questo paradigma a qualunque scala, dal vostro nucleo familiare al Pianeta, male non vi fa.
E allora il concerto facciamocelo noi. Ma gli U2 sono da tempo passati al Nemico, Sting se la spassa con Shaggy, e comunque mi sa che di quelli del Mandela Day i tre quarti sono morti o si sono ritirati a vita privata. Si, vale anche per i Pink Floyd, Roger Waters a parte: lui si sa è Dio, quindi è immortale, e sa sempre da che parte è la verità... Noi non abbiamo bisogno che ci controllino il Pensiero.

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