mercoledì 10 aprile 2019

THAN(AT)OS NON BASTA...

Come che c'entrano le ninfee? Si che c'entrano, lo scoprirete
leggendo tutto il post... Il problema è soltanto: ma quante?
Sta per uscire l'ultimo film degli Avengers, attesissimo anche perché il penultimo è finito... che non è finito. La qual cosa può risultare gravissima, per chi (come me, ma ditemi che non sono rimasto il solo, vi prego!...) non guarda le serie TV proprio perché hanno gli episodi "aperti", come i vecchi "sceneggiati", con eccezione appunto solo per quelle (tipo Montalbano, per capirci) per cui ogni episodio sottotracce a parte è autoconclusivo, come i vecchi "telefilm". Vero è che il complesso dei film dei supereroi Marvel usciti dal 2008 ad oggi ha tante di quelle interconnessioni da andare a costituire una vera e propria saga, e tutto ciò per una precisa scelta produttiva iniziale, tanto che se ne parla come di un universo parallelo a se stante e coerente. Ma la struttura narrativa di ciascun altro film era tale da non impedirne una fruizione accettabile essendosi perso qualcuno degli altri, se non addirittura tutti. Con Infinity war, invece, questa cautela è stata abbandonata, forse perché nelle intenzioni degli autori i due film conclusivi della saga in pratica consistevano in due parti di un unico lungo film. E dunque chi come me ne è uscito scontento e incavolato non aveva che da calmarsi e attendere l'uscita di Endgame (oramai a giorni).
Anche perché il cattivone in fabula, dal nome fin troppo ispirato al termine greco che significa Morte, ha in pratica vinto in modo schiacciante, violando la regola non scritta di questo tipo di letteratura fumettaro-cinematografica che vuole che il trionfo del villain stia al massimo nel sottofinale, mentre il finale sia tutto per la riscossa dell'eroe, magari resa credibile da un paio di metonimie sapientemente disseminate nella trama in modo che lo spettatore le memorizzi subliminalmente. Qui invece l'unica speranza viene rilasciata nel consueto (risaputo al punto da poter distinguere inquadrando le poltrone a fine film, se gli spettatori ne hanno appena visto uno della Marvel o meno) minispezzone seguente i lunghissimi titoli di coda , che vede Nick Fury, in pratica il boss senza superpoteri dei Vendicatori (continuo a preferire il nome italiano, abbandonato temo più per fregola politically correct che per ordinaria esterofilia), azionare un aggeggio prima di sparire (morire?), aggeggio che verrà spiegato trattarsi di una specie di cercapersone intergalattico solo a chi avrà avuto cura di non perdersi Capitan Marvel il mese scorso (oltre che a voi adesso).
Prima che pensiate che mi sia messo a fare recensioni cinematografiche gratis, per giunta a chi non ne ha certo bisogno, arrivo al punto. Con l'approssimarsi del prossimo Avengers, mi si rinnova la domanda che mi ero fatto alla fine del precedente: e ora che si inventano per poter proseguire? Ok, una specie di Superman in gonnella con dentro di sé i poteri di una delle gemme dell'infinito (il Tesseract di Thor, che nei fumetti di Capitan America dei miei ricordi di ragazzo si chiamava Cubo cosmico), gemma che però adesso è in possesso del cattivone, e assieme a tutte le altre! Escludendo, perché credo che in Marvel si possano permettere sceneggiatori capaci di non cadere in errori così elementari, l'ipotesi di conferire a Capitan Marvel un ruolo di Deus ex machina ancora più decisivo (o - peggio ancora, è un espediente così abusato da non poterne più - di trovare un modo per mandare indietro la linea temporale resuscitando tutti), non resta che lasciar svolgere la trama del gioco finale all'interno, dell'universo disegnato dalla vittoria di Thanos. Vedremo se mi sbaglio. Ma qui arriva la secchiata d'acqua in testa, insomma la sveglia!
L'omone violaceo, infatti, non è il Galactus dei Fantastici 4, non divora mondi per sfamarsi incurante del destino dei loro abitanti, ma in pratica si è autoassegnato (della serie "è uno sporco lavoro ma qualcuno dovrà pur farlo") il ruolo di "salvatore malthusiano" dell'universo: interviene in mondi enormemente sovraffollati come il nostro e ne dimezza la popolazione. Così, senza goderne e senza rimorsi: perché è necessario. Come non averci pensato prima! Perché poi la Grande Narrazione, quella che deve farci accettare l'impoverimento generalizzato e la rinuncia a tutti i diritti materiali conquistati in decenni di lotte, dovrebbe tenere fuori il primo dei mass media? D'altronde, merdacce che non siete altro, se vi siete sollevati così in tanti, per la prima volta nella storia dell'umanità, al di sopra dello status di gregge, è solo perché il capitalismo ci ha investito sopra in funzione anticomunismo: lo faceva per la salvezza di se stesso, che vi credevate? Certo, non era semplice, una volta che avete studiato e fatto studiare i vostri figli, convincervi a riabbassare la testa ruminare l'erba e farvi indirizzare dai cani. Ma con la paura, si può. Il debito pubblico. L'ambiente. Gli immigrati. Le epidemie. L'integralismo islamico. L'ideologia gender. Tutto è parte di una messa in scena finalizzata a farvi riaccettare il ruolo di sudditi, e fa niente per quelli che non si piegano: mentre loro invecchiano e muoiono, facciamo che i loro figli crescano reputando normale quello che loro avrebbero ritenuto inaccettabile. Direttamente, perché di alcuni diritti come quello al lavoro non sapranno che l'enunciato e non conosceranno il significato, mentre li disinneschiamo concedendogliene altri non sostanziali e magari funzionali al progetto, come quelli relativi all'identità sessuale. E intanto, perché ogni buona campagna è altamente ridondante, li facciamo vivere immersi in messaggi che subliminalmente li indurranno a riconoscere come normale il destino di annichilimento a cui li abbiamo destinati. E si, anche coi fumettoni al cinema...
Ma c'è un problema. Che scoprirò presto se gli sceneggiatori Marvel hanno identificato o meno, e sarà uno dei criteri di giudizio del film. Immagino che conosciate l'indovinello delle ninfee, quello che recita che "in uno stagno le ninfee raddoppiano la superficie occupata ogni giorno, se impiegano dieci giorni a coprirlo tutto, quanti ne impiegano a coprirne metà?" Non è cinque, prendetevi qualche secondo....
...Esatto, nove. E ora una domanda, facile per chi ha più o meno l'età mia: se oggi siamo quasi 8 miliardi, quand'è che eravamo la metà, quasi 4? Io andavo alle elementari: meno di 50 anni fa. Thanos non ha risolto una ceppa. Forse, una decimazione potrebbe dare ai superstiti qualche chance, di guadagnare abbastanza tempo all'umanità da consentirle di trovare un nuovo moltiplicatore tecnologico prima di tornare in overbooking. Ma per attuarla ci vuole un cattivo molto più cattivo...
L'unica alternativa che riesco a vedere io, ma forse perché a un certo punto come aveva previsto un mio cugino filosofo sono diventato comunista, è l'abbandono del turbocapitalismo imperante in favore di un nuovo socialismo, tendenzialmente mondiale e intanto da applicare "in un solo Paese" alla volta, che tramite il governo politico dell'economia faccia introiettare democraticamente, a dei cittadini resi e mantenuti consapevoli, il modello di sviluppo compatibile con le risorse complessive e il modello demografico necessario a mantenerne la compatibilità. Ma se voi restate tra quelli che, come da condizionamento mentale imposto da decenni, vedono i mostri non appena sentono i termini "comunismo" "socialismo" e "Stato", non lamentatevi del modello (una decrescita infelice anziché una felice, dal momento che la crescita ormai è incompatibile con le leggi della fisica) che vi stanno imponendo progressivamente e surrettiziamente, senza che voi possiate controllarne la portata e le modalità, e comunque comportante per il 99% un livellamento così in basso da mantenere (magari! la quota invece è in aumento, da decenni) metà della ricchezza mondiale nelle mani del restante 1%. Se qualcuno si lamenta, superando i sensi di colpa anch'essi sapientemente insufflati, è meglio si ricordi che oramai siamo tutti perennemente localizzati (bello il nuovo modello di smartphone, eh?!, beh, presto non servirà più manco quello, dalla vaccinazione al microchip per tutti il passo è brevissimo...), se anche ci teniamo in tasca almeno i contanti per il pane...
E visto che siamo arrivati ai vaccini, l'appendice è tutta dedicata ad approfondimenti sul tema, che resta un esempio mirabile di come si possa usare un tema caro a tutti (la salute) per veicolare i peggiori incubi per la democrazia (non è esagerato parlare di "vaccinazismo", no...), arricchendosi smisuratamente alle spalle e sulla pelle di sudditi a cui sono stati tolti persino i diritti più elementari, e costituzionalmente sanciti, sul loro proprio stesso corpo:
  • Il fatto, ovvero da Modena la cronaca del TAR che condanna il Ministero della Salute a mezzo milione di risarcimento danni: ma non era sicuro, l'esavalente?
  • Movimento Roosevelt, ovvero una serie di considerazioni e dati a partire da un caso di autismo post-esavalente;
  • Lameduck, ovvero come e perché ci impongono vaccini a pacchetti anche se sono disponibili quelli singoli con cui sarebbe possibile modulare eventuali obblighi temporanei in maniera duttile e scientifica;
  • Pamio, ovvero lo sciacallaggio sugli immunodepressi (i cui rischi non diminuirebbero sensibilmente neanche con tutta la popolazione che ha fatto tutti i vaccini obbligatori);
  • Blondet, ovvero l'abominio del farmaco blocca pubertà, che non è un vaccino ma aiuta a capire la sintassi del comportamento di tutto l'apparato (il medico che ve lo consiglia per vostra figlia ci sono molte probabilità che abbia preso dei soldi, se no non si spiegherebbe quanto stia diventando di moda il test, peggio di quelli sulla celiachia o le intolleranze alimentari), nonché la correlazione tra questa tematica e il malthusianesimo di cui sopra;
  • Re, ovvero come tutto infatti si riconduca ad una questione di Sovranità (del corpo, della famiglia, dello Stato);
  • Della Luna, ovvero una descrizione plausibile del suddetto disegno complessivo.

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