Pausa pranzo a panini in quel di Cerasari, mia mamma Luisa è tra il fratello Mimmo e la cognata Teresa. L'immagine è tratta da questa pagina del sito di Tenuta Surace, l'azienda agricola con cui mio cugino Antonio la moglie Barbara e l'amico Aldo tentano di tenere in vita la passione e i sogni di chi non c'è più. |
Il fatto è che con questo virus a dominare sia la cronaca che la vita quotidiana di tutti (prima l'una e poi l'altra, a dire il vero), è difficile parlare di qualcosa che non ci abbia a che fare: vale per lo sport, il cinema, la musica, e soprattutto l'economia. Quindi, se uno si impone di non partecipare alla canea di commentatori a cacchio sul coronavirus, siccome non ci sono argomenti che cominciando a trattarli non si finisce per parlarne, i post restano in bozza e i giorni passano.
Violo le consegne autoimpostemi grazie a uno stratagemma che uso spesso: parlo di cose personali, che aggiungano qualche elemento di ragionamento senza accodarsi a nessun coro. Un ragionamento complesso su tutta la questione è in canna, e non ve lo risparmierò, ma a cose passate, se passeranno, o a emergenza esplosa sul serio, insomma quando si capirà se la bestia era carne o pesce, se non addirittura tofu.
Un anno fa esatto guidavo tutta la notte per riuscire a vedere ancora viva mia madre. Essendo lei una protofemminista sui generis, molto sui generis in verità, la "scelta" dell'8 marzo per morire non passò inosservata. Aveva 88 anni, e la uccisero... complicazioni polmonari in seguito a una influenza, o qualcosa del genere. Insomma, fosse morta un anno dopo sarebbe finita con ogni probabilità nelle statistiche. Non aggiungo altro.
Anzi, si. Come vi ebbi a raccontare già un anno fa, era una donna di una forza impressionante, e ne abusava spesso e volentieri. Non accettò mai di non avere più le risorse fisiche per prendere il suo fuoristrada, risalire le sassose fiumare del reggino, e andare a lavorare nella sua campagna. Contro ogni evidenza, mentre oramai non poteva nemmeno fare due passi dentro casa senza rischiare di cadere, accusava noi figli di "tenerla prigioniera" in casa altrimenti ce l'avrebbe fatta benissimo a comprarsi una macchina nuova e riprendere la vecchia routine.
Mi trovo a pensare a queste cose ovviamente perché una mamma ti resta sempre dentro e non importa a che età muore sempre tua mamma era, e perché noi tutti siamo portati a dare rilevanza a cose insignificanti come gli anniversari, come se il conteggio del tempo non fosse quello che è: una convenzione come un'altra. Ma ne traggo un insegnamento, come tutti dovremmo sempre cercare di fare con il comportamento, più ancora che con le parole, dei nostri genitori, e ho voglia di condividerlo: fate quello che amate, non vi lasciate condizionare. Mai. La storia dell'umanità è piena di eventi e situazioni, che questa in cronaca a confronto è una barzelletta che non fa nemmeno troppo ridere, in cui gli umani non hanno mai smesso di perseguire le proprie passioni: la letteratura è piena zeppa di esempi se non mi credete.
Buona vita, ve lo manda a dire Lisetta.
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