domenica 21 giugno 2020

PATRIOTI O CRIMINALI? BRIGANTI O PARTIGIANI?

L'impagabile professore Stilo ce la spiegò così:"Garibaldi
è partito da Quarto con mille smorbillati e com'è come non è
ha conquistato tutto il sud, poi il re Bagonghi gli ha detto
'
dammelo', e lui gli ha risposto 'obbedisco!', e ci ha rovinati!"

Torniamo su un argomento caro sia all'autore, che spesso ne ha scritto su questo blog, che al sottoscritto, come dimostra tra gli altri questo post che tratta, sia pure con un taglio diverso, proprio di uno degli episodi bui citati da Pasbas. Siamo tutti italiani, ormai, è vero, e nessuno può dirlo meglio di un meridionale che come tanti suoi conterronei ha vissuto un po' ovunque nel Paese facendo amicizie dovunque sia stato. Allo stesso modo, un giorno forse saremmo tutti europei, e in parte già lo siamo, se è vero come è vero che per fortuna forse sono passati i tempi di Nino Manfredi biondo tinto che non resiste al gol della nazionale e si tradisce. Forse. Ma questa Unione Europea così come è stata concepita, a esclusivo vantaggio di alcuni e a danno di altri, fino alla cronaca della vergognosa gestione degli aiuti post-coronavirus (al di là degli annunci strombazzati sulla stampa, arriverà una frazione di quello che servirebbe, arriverà tardi, e lo pagheremo caro e amaro, al punto che non si può condannare chi ci vede dietro un disegno), è esattamente l'opposto di quello che servirebbe a unire davvero gli europei, a farli sentire membri di una Nazione unica. E si, ha ragione chi ancora ha il coraggio di dire chiaramente che quando la si demolisce o la si lascia è sempre troppo tardi: i grillini hanno smesso di farlo, ma ci avevano preso il 33% e ora prenderanno meno di un terzo. Allo stesso modo, l'Unità d'Italia è stata esattamente l'opposto della retorica che ci hanno inculcato a scuola e di cui è ancora imbevuta la storiografia ufficiale. Ed è colpa di questo processo sbagliato e criminale (definizione che vale anche per la UE, si) se è sorta la cosiddetta "questione meridionale", se si è creato e poi ampliato il gap tra figli e figliastri, si è tardata e sabotata l'integrazione tra gli italiani, che nella misura in cui è avvenuta comunque, lo ha fatto nonostante, e non grazie a, quel processo di annessione a esclusivo interesse di una parte che si è ignobilmente chiamato Risorgimento. Questa è una verità storica che dovrebbero conoscere e riconoscere per primi i settentrionali. Si, quelli colpiti da un'epidemia di chissà cosa per cui sono stati chiamati a pagare il conto economico e hanno pagato disciplinatamente anche i meridionali, che ne sono stati totalmente lisciati, e chissà se fosse successo il contrario se loro lo avrebbero accettato altrettanto di buon grado; esattamente come cent'anni fa furono i terroni a morire a migliaia e migliaia sul fronte per conquistare territori che forse manco volevano essere conquistati. 
E questo mi permette di introdurre per il meglio il post di Pasbas. Quando vivevo a Trento mi è capitato di cercare casa nei dintorni. Di Trento, non sto parlando di Bolzano, li sarebbe peggio. Ebbene, ho parlato di persona personalmente con anziani che consideravano Cesare Battisti, il patriota cui in tutta Italia è intitolato di tutto, un terrorista, come il suo omonimo brigatista in cronaca, di cui aveva magari ancora più morti sulla coscienza. Definire uno che decide di combattere per una causa un criminale o un eroe, dipende solo da chi racconta la storia, se è dalla parte di quella causa che poi ha vinto oppure no. Ficcatevelo nella zucca. Ecco perché Pasbas fa bene ad esprimersi così.

Brigante, a chi? Tutta un’altra storia

di Pasbas

Premessa

Caro lettore, i numeri sono numeri e quelli del censimento del 1861, peraltro forniti dall’invasore piemontese, parlano da soli. Forse così freddi e asettici possono fornire comunque alcuni indizi preliminari sui temi trattati in queste mie "memorie storiche di un calabrese storicamente incazzato". La storia non appartiene al passato, come gli inetti e i furbetti vorrebbero farci credere, la storia appartiene alle persone con capacità critica, certo va sempre attualizzata sulla base dei dati aggiornati di situazioni pregresse ad essa riferite (un esempio su tutti, il lager di Fenestrelle, ignorato dalla storiografia ufficiale fino a pochi anni fa). La storia dell’Unità è, per esempio, un indispensabile strumento di previsione della futura evoluzione socio-politica di questo martoriato e impoverito (insieme culturalmente ed economicamente) Paese. Gramsci sottolineava, nei suoi appunti sulla “Quistione Meridionale”, come la deliberata e violenta esclusione dei cafoni dal cosiddetto processo unitario avesse creato in Italia dei guasti profondi e le premesse per la barbara dittatura dei piemontesi (interpretata e diretta dall'autoproclamatesi dittatore garibbardo, il noto mercenario che agiva sotto la regia massonico-mafiosa di quel tale camillo denso conte di bronte), a loro volta premessa fondamentale per l’instaurarsi della altrettanto infame dittatura nazi-fascista; lo sappiamo tutti che quanto a dittatori beceri e spietati non ci facciamo parlare dietro. Egli sottolineava come il processo unitario avesse paradossalmente generato un cesura devastante tra Nord e Sud d’Italia, addirittura approfondita dallo scellerato e criminale governo fascista degli anni bui del novecento (non dimenticare lettore che sono convintamente e consapevolmente un partigiano del Sud di ieri, del Sud di oggi e del Sud di domani). 

Ma quale Brigantaggio? La guerra civile 1861-1871

L’infame destra storica con a capo l’infame conte camillo denso (di sterco)e ladrone di cavour

A cavallo del 1861 la destra storica di cavour e suoi sodali intraprese una folle e lucida pulizia etnica nel Regno delle Due Sicilie (Ulteriore e Citeriore). Col concorso della sinistra del tempo dei garibaldi e dei crispi e al servizio dei noti criminali savoia, questa organizzazione massonico-mafiosa uccise il Sud attaccandolo nei suoi elementi costitutivi (apparato politico e militare, economia e organizzazione sociale) e insieme, attraverso l'esaltazione retorica e inverecondamente falsa della annessione, cultura millenaria quasi azzerata. Destra che ha creato nel tempo i suoi degni discendenti, da mussolini a craxy e berlusconi, da lauro a vittorio emanuele secondo e attuali fantocci ballerini assassini e puttanieri, da agnelli coi suoi agnellini al delinquente della fca marchionne coi suoi fassini. E che dire della sinistra storica (antesignana del PD odierno) che con la sinistra non ha mai avuto nulla a che fare, essendo dei liberali liberisti anche loro, forse solo meno sanguinari degli altri, ma no direi di no, uguali in tutto e per tutto e addirittura più infidi e più lacchè, ascari della destra a sua volta lacchè della società a delinquere di stampo mafioso-massonico con sede a Londra. Sono questi gli illuminati che fecero l’unità e crearono gli (ancora attualissimi nonché diffusissimi) italioti.

Casalduni, Pontelandolfo e gli intrepidi piemontesi

Pontelandolfo 14 agosto 1861, ore 3.30 am. Il paese era tornato sotto il controllo dei lealisti e con i suoi seimila abitanti dormiva sonni tranquilli. I Partigiani del Sud, avvertiti dal loro servizio informazioni, sapevano di un grande movimento di truppe diretto verso il paese, quindi si appostarono per attaccare in cinquanta, con tecniche di guerriglia degne del Che, gli oltre 900 assassini bersaglieri al comando di de sonnaz e negri, vili lacchè del criminale pluridecorato cialdini. La spedizione punitiva fu la vendetta per i 40 bersaglieri uccisi in azione militare dalle bande del Sud. Cialdini: “distruggete i due paesi (l’altro era Ponte Landolfo) i cafoni devono pagare con la vita questo affronto”. Negri, comandante dei cinquecento eroici bersaglieri, durante l’assalto gridò ai suoi: “Questo paese ha seimila abitanti, li voglio tutti morti!.... Morte ai cafoni, morte a questi terroni figli di puttana.... Ammazzateli tutti senza pietà, uomini donne vecchi e bambini, non voglio testimoni, diremo che sono stati i briganti”. Ecco cosa si insegnava nelle accademie militari piemontesi! In quelle borboniche invece “rispettate i prigionieri e curate i feriti “. A quel punto il comandante dei cinquanta partigiani Giordano diede ai suoi l’ordine di sparare sui militari ferendone e uccidendone una ventina; il piano era quello di provocare la reazione dei bersaglieri e di farsi inseguire tra i boschi per distogliere comandanti e truppe dall'attacco diretto premeditatamente al paese. Ma accadde l’incredibile, cosa che solo una masnada di criminali senza dignità poteva mettere in atto: i cinquanta guerriglieri fuggirono a cavallo verso la macchia mentre negri, immondo criminale di guerra, invece di inseguirli sguainò la spada e, puntandola vero Pontelandolfo, urlò ai suoi “avanti savoia, massacriamo questa canaglia!” (Parlandone in giro la risposta più stupefacente me l’ha data un amico comunista: “sono effetti collaterali...”!?) Chiedo a te lettore ( e all'Anpi): allora, come considerare gli episodi di S.Anna di Stazzema, Marzabotto, Fosse Ardeatine, Ghetto ebraico di Roma? Spero caro amico che ripensi alle cazzate che hai detto sui cafoni come me e che chiederai umilmente scusa a tutte le centinaia di migliaia di morti che vennero trucidati dai barbari piemontesi nel progredito Sud!

I gloriosi bersaglieri, cialdini (c minuscola come la sua dignità) criminale tra i criminali, merdaccia tra le merdacce (con i suoi sottoposti), i garibaldini con garibbardo e nanetto bixio e gli altri eroici criminali che eseguirono la pulizia etnica

Cialdini, criminale di guerra (non dichiarata). De sonnaz, detto requiescant, criminale di guerra (non dichiarata). Negri, criminale di guerra (non dichiarata). Camillo denso il melenso, ladrone di cavour (che non conosceva la lingua italiana e parlava solo francese) per il censo, stratega preferito dal generalissimo garibbardo (detto l’Houdini del risorgimento) e vero burattinaio massone di tutta la farsa (un misto di Andreotti, Berlusconi e Gelli ante litteram), criminale di guerra (non dichiarata). Garibbardo il ribbardo (finanziato direttamente con i soldi della massoneria britannica), mercenario vile e criminale di guerra (non dichiarata). Nanetto bixio (eroe nazionale e autore della strage di Bronte e di altre sanguinose repressioni su ordine del generalissimo), criminale di guerra (non dichiarata). Crispi, chiamato crispella dai terroni, primo ministro nel primo governo di “sinistra” della storia italiana e mandante della infame strage di centinaia di siciliani durante la ribellione dei Fasci Siciliani (degni anticipatori dell’indegno d'alema che ordinò, servo e lacchè della nato, di bombardare i nostri fratelli serbi). E tante altre merdacce del nord e centro-nord, eroi di questa farsa che loro e gli storici hanno chiamato risorgimento. Eccoli elencati, di seguito i dettagli. Nota: ti sarai accorto caro lettore come abbia volutamente usato le lettere minuscole per nomi e cognomi di coloro che disprezzo dal profondo del mio cuore calabrese: sai bene che al cuor non si comanda, ergo sento che mi perdonerai per questo mio ardore.
Leggi di seguito e trema, di alcune delle infamie che questi vili debosciati hanno commesso in nome dell’Italia unita.
L’eroe massone e vergogna nazionale garibbardo, grande incantatore di serpenti, dopo la conquista di una, splendida fino allora, capitale senza difesa, nella sola Napoli mise in galera migliaia di persone e ne fucilò almeno seicento. Come primo atto dittatoriale svuotò il caveau del Banco di Napoli, contenente i soldi dei piccoli risparmiatori del Regno ed i valori della Corona, per ripianare il debito pubblico dei piemontesi. Il servo dei massoni britannici, con i suoi garibaldini, fece arrestare in piena notte dell’8 agosto oltre 100 napoletani tra cui ex-militari del disciolto esercito borbonico. Essi furono tradotti a Genova con una nave e processati per alto tradimento (traditori perché rimasti fedeli all'esercito e alla marina borbonici e al re Francesco II). Quando le truppe dei Partigiani cominciarono, colla tecnica della guerriglia a sconfiggere i piemontesi, questo truffatore mercenario pusillanime, con i soldi della solita cosca massonica britannica, arruolò 8 mila mercenari della peggiore feccia europea, spietati ungheresi in primis. Prima ancora, il grande illusionista promise agli ignari contadini siciliani terre e giustizia; ingannati dalla sua eloquente retorica i paesi di Bronte, Regalbuto, Racalmuto, Randazzo, Capaci, Cefalù e tanti tanti altri, insorsero contro i proprietari terrieri al grido di “Abbassu li cappeddi, vulimu li terri” (cappeddi chiamavano i latifondisti siciliani). Chi represse quei moti nel sangue non furono, come ci si potrebbe aspettare, gli scherani armati dei latifondisti, e no caro ed attento lettore, furono invece gli stessi garibaldini il cui miserabile generalissimo garibbardo aveva loro promesso terre, giustizia e libertà. Ubbidendo agli ordini del console britannico di Catania, l’infame john goodwin, garibbardo col suo degnu cumpari nanettu bixio, decisero di infliggere a Bronte e ai suoi cittadini una punizione esemplare per essersi ribellati al potere e ai diktat dei padroni britannici, massoni alleati della nascente mafia (mafia e camorra furono usate e qualificate come componenti del processo rivoluzionario proprio da garibbardo) e finanziatori della spedizione dei mille. Nanetto bixio dichiarò immediatamente a Bronte lo stato d’assedio, imponendo una pesante tassa di guerra ai cittadini e pretendendo la consegna di tutte le armi presenti nel paese, pena la fucilazione immediata. Come evidenziato in un noto film di Vancini, solo gli anarchici, poverissimi e diffidenti carbonai (carbonai, non i massoni carbonari, attenzione) rifiutarono di farlo, tornando immediatamente nei boschi dove vivevano e lavoravano. I vili garibaldini, come al solito, non tentarono neanche di inseguirli per paura di essere colà annientati. E i patrioti pro unitari che rimasero nel paese? Semplice, a scanso di equivoci e per accondiscendere vilmente gli ordini impartiti dall'infame console britannico, alle 8 p.m. del 9 agosto 1860, il nanetto decise senza neanche un processo sommario di fucilarli tutti, patrioti democratici che nulla avevano a che fare con la violenta rivolta dei giorni precedenti. E fu così che l’intellettuale liberale avvocato Nicolò Lombardo, Nunzio Spitalieri Nunno, Nunzio Samperi Spiridione, Nunzio Longhitano Longi, Nunzio Ciraldo Fraiunco, tutti liberali pieni di speranze nell'Italia Unita, furono fucilati nella piazza del paese la mattina del giorno successivo, 10 agosto 1860. Giustizia era fatta, i finanziamenti ulteriori alla gloriosa ed eroica spedizione erano garantiti. Avanti Savoia! Viva il re galantuomo. A Roma direbbero “che siate maledetti, avete proprio la faccia come il culo!
Altro capitolo di questo psico-dramma tutto italiano. A Casalduni i partigiani catturarono un drappello di 44 bersaglieri comandati dal toscano bracci, dopo averli inseguiti e braccati per ore. Portati nella piazza del paese (Largo Spinelli) ne fecero giustizia sommaria, un atto richiesto dal popolo (ok: assurdo, sanguinario e spregevole,  inaccettabile e comunque ingiustificabile, lo deve ammettere anche un facinoroso come me); tra l’altro il sergente della compagnia aveva eliminato il suo comandante bracci per incapacità, a colpi di pistola. 13 agosto 1861, cialdini a questo punto per vendicarsi (non dei bersaglieri assassinati ma dell’affronto subito dall'esercito piemontese) ordinò a de sonnaz (detto requiescant per i suoi modi generosi e raffinati) di marciare da Benevento verso i paesi di Casalduni (molti dei briganti della banda di Giordano erano originari del paese) e Pontelandolfo (non un solo partigiano veniva da lì), al comando di 900 bersaglieri tiratori scelti. L’infame e spietato assassino negri procedeva al suo fianco colla sua colonna di bersaglieri, infami criminali. Verso Casalduni muoveva un’altra “colonna infame” al comando del sodale melegari e 400 bersaglieri assassini. Iacobelli in una missiva a cialdini scrisse: “Invoco la magnanimità di sua eccellenza affinché i due paesi citati (Pontelandolfo e Casalduni) soffrano un tremendo castigo che sia d’esempio alle altre popolazioni del sud”. Cialdini comandò: “distruggete i due paesi, i cafoni devono subire una punizione esemplare per la sfida fatta al piemonte”. Il comandante dei ribelli Giordano disse ai suoi: “non dobbiamo sostenere scontri diretti, useremo la tattica di sempre, Guerriglia! Spariamo e fuggiamo” (i Partigiani erano 50 ca. contro 900 bersaglieri, una lotta impari). Giordano e i suoi spararono a raffica dai boschi uccidendo 25 bersaglieri, il piano era infatti attirare la colonna verso il bosco e salvare così Pontelandolfo. negri il boia invece diresse i suoi verso il paese ordinando: "avanti savoia! Massacriamo questa canaglia in nome di vittorio emanuele II", 2 volte feccia. Durante la carneficina seguente negri, non sazio del sangue dei civili versato (e sapendo che il paese non aveva mai dati i natali ad alcun brigante) gridò ai suoi: “Ammazzateli tutti, non voglio testimoni, diremo che sono stati i briganti”. Ancora il merdaccia negri: “quei luridi cafoni hanno ammazzato 40 soldati piemontesi, 40 eroi. Per ogni soldato 100 cafoni capito?” (la popolazione totale di Pontelandolfo era di 4500 abitanti, i conti tornavano, il boiaccia in matematica non era poi malaccio). Cialdini, negri, de sonnaz, rossi erano chiaramente tutti affiliati alla massoneria di rito scozzese e finanziati da questa organizzazione criminale. Alla fine del massacro de sonnaz e negri dissero ai loro accoliti: “soldati oggi avete scritto una pagina memorabile per la storia d’Italia......il ricavato del saccheggio è vostro! Forza Italia (questo ti richiama qualcosa alla memoria caro lettore? ) w l’Italia!”; cialdini ordinò quindi a piola-caselli (a me quelli col doppio cognome stanno proprio sui coglioni) di imporre al boia melegari: “...quei due paesi devono essere rasi al suolo e i suoi cittadini massacrati.....ai suoi abitanti faccia desiderare la morte. Ha ben capito?” il prode melegari partì il 13 agosto 1861 verso Casalduni, ma i partigiani avvertiti avevano ordinato l’esodo dei paesani verso le montagne; così le perdite di vite umane furono poche ma il paese fu raso al suolo senza pietà. Stesse ruberie, stessa sete di sangue e di piastre turche, esattamente come a Pontentelandolfo.

Facciamo i conti

Hitler, Kappler, Reder, Priebke e altre centinaia di ufficiali tedeschi furono giudicati e condannati come criminali di guerra e non ne esistono riferimenti nella toponomastica tedesca, mentre ai criminali di cui ho scritto sono intitolate piazze, strade e monumenti! E alle Fosse Ardeatine fu ordinato ai soldati della Wermacht di fucilare 300 e passa civili per vendicare i 30 kameraden uccisi a via Rasella: un breve calcolo ci conduce a 10 fucilati per un tedesco ucciso. Nel caso prima riportato cialdini ordinò ai suoi lacchè di uccidere 100 civili innocenti per ogni bersagliere ucciso, conti presto fatti. 45 piemontesi morti X 100 = 4500 innocenti (donne bambini neonati vecchi preti) massacrati! Come si dice? la matematica non è un’opinione. Caro lettore io Partigiano del Sud sono reo confesso, ti ho esposto in modo assolutamente partigiano e parziale, solo alcuni degli eventi di estrema brutalità e barbarie dei cosiddetti padri della patria, a te l’ardua sentenza.

P.S.

Questi bastardi, progenitori degli infami autori della strategia della tensione degli anni 70-80 del 900, progettarono ed eseguirono la prima strage di Stato, affondando, sembra con una bomba, il vascello che doveva portare dalla Sicilia al continente il rivoluzionario e poeta Ippolito Nievo, facente parte degli idealisti veri che animarono la fantomatica spedizione dei mille (non tutti erano ovviamente mercenari acquistati da camillo denso il melenso con i denari massonici). A questi era stato assegnato, per sua disgrazia e da garibbardo in persona (che così contava di poterlo controllare), il ruolo di cassiere e contabile della spedizione e quando i conti non gli tornarono.....ma questa è un’altra storia che spero di poter raccontare a te, caro ed esausto lettore, se avrai ancora voglia di ascoltare queste mie farneticazioni da irriverente e pazzoide partigiano del Sud.

P.S. 2

Mi preme sottolineare la differenza tra massacro e genocidio, molto importante per la comprensione di quanto ho scritto. Quando l’esercito USA entrava negli accampamenti degli indiani nottetempo e li radeva al suolo sterminando tutti gli esseri viventi che trovava, ecco in questo caso si parla di massacro. Quando invece il governo statunitense decise di annientarne la cultura, il modo di vivere, le tradizioni, deportando le varie tribù in terreni poveri e confinando guerrieri e cacciatori in ambiti ristretti e senza possibilità di movimento, ecco che in questo caso si parla di genocidio. Per assurdo un genocidio può essere perpetrato anche senza spargimento di sangue, semplicemente strappando le radici che legano un popolo alle sue origini, uccidendone la memoria storica, le usanze e soprattutto la cultura. In fondo mio fedele e paziente lettore, cos'è la globalizzazione se non un genocidio globale, il primo nella tormentata storia dell’umanità. Meditate gente, meditate. Tanto ne riparliamo.

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