mercoledì 3 giugno 2020

RADIOCIXD 20: BE YOURSELF TONIGHT

Della serie "cosa resterà degli anni 80", oggi parliamo di un disco, forse il più maturo, di una band tra le poche che si sono staccate dall'imbarazzante livello medio delle cose dimenticabili e dimenticate del decennio del cosiddetto "riflusso". La scelta non è stata facile, perché, come talvolta capita in parabole artistiche tutto sommato piuttosto brevi, il livello qualitativo di quasi tutta l'intera produzione degli Eurythmics è altissimo: basta escludere la evitabile reunion postuma, e per ragioni diverse le carriere soliste dei due membri, e rimane poco più di una manciata di album pieni zeppi di perle, con in mezzo appunto proprio Be yourself tonight.
Due membri, dicevamo: due tipini che da ragazzi stavano assieme e poi sono stati capaci non dico di restare uniti artisticamente nonostante si fossero separati sentimentalmente, ma pare addirittura di lasciarsi come coppia per potere meglio concentrarsi sul sodalizio musicale. Riferisco il gossip non perché abbia cambiato taglio al blog, ma perché anche se fosse falso è verosimile, e ciò racconta molto delle personalità dei due: un chitarrista e polistrumentista geniale che letteralmente inventa una fusion originale tra elettronica e pop/rock che resterà inarrivata, e una cantante di formazione classica dotata sia di capacità vocali straordinarie che di presenza scenica magnetica, anche lei inventandosi una bellezza androgina che sarà imitatissima ma mai raggiunta.
Noi ragazzi dell'epoca li conoscemmo, assieme a tanti altri, grazie a una trasmissione televisiva che è considerata cult ancora oggi e infatti raccoglie discepoli a frotte sui social: Mister Fantasy di Carlo Massarini e Paolo Giaccio (recentemente scomparso). Il programma anticipò di anni sia MTV che la sua antenata italiana Videomusic, ma non si limitava a mostrare quella che allora si imponeva come una nuova forma di arte, i video musicali: svolgeva invece una funzione di scouting creativo multimediale (parola che allora forse nemmeno c'era) che ebbe un ruolo nell'emersione di una intera generazione di artisti. Una cosa purtroppo mai più ripetuta.
Così, tra un sergiocaputo che whiskava e un flaviogiurato che si tuffava, mentre la TV cantava il sogno postatomico di bevila perché e Bowie si ammucchiava sul bagnasciuga con la sua chinagirl, apparve sul piccolo schermo un paio di occhi luminosi incorniciati da un capello biondo corto corto, e poco più giù una bocca che ti invitava a sogni dolci, che sono fatti proprio di questo, emettendo suoni melodiosi delle frequenze più disparate, su un tappeto elettronico ipnotico. E fu amore a prima vista. Confermato con l'accuso l'anno appresso, che torna a piovere, e tu allora toccami come fanno quelli che si amano. E l'anno dopo ancora, ecco l'album della maturità, che ai fan della prima ora parve già un tradimento ma invece secondo me e molti altri piuttosto che tradirle le radici elettroniche le contaminava ora anche col blues e il soul, e che come al solito vi commento pezzo per pezzo (ma qui c'è il link all'ascolto completo, che merita):

1. Would I Lie to You?
Il brano guida è una bomba dance con un testo più femminista di una sfilata anni 70. Il video è così bello che vi consiglio di vederlo a tutto schermo.
2. There Must Be an Angel (Playing with My Heart)
I ragazzi sono cresciuti e i discografici li fanno duettare coi big. Qui è la volta di Stevie Wonder, che accompagna all'armonica i vocalizzi incredibili di Annie.
3. I Love You Like a Ball and Chain
Questo brano nella versione in studio suona più nel tracciato dei "vecchi" Eurythmics. Ma dal vivo il ritornello veniva allungato fino a diventare ipnotico, oltre che teatro dei virtuosismi di entrambi: sentite qui, o cercatevene uno ancora meglio. 
4. Sisters Are Doin' It for Themselves
Per il femminismo vale quanto detto al brano 1; per i duetti al 2, ma qui abbiamo nientemeno che Aretha Franklin, e Anniuccia nostra non è che ci canta assieme, ci gioca a chi "strilla" di più. E - udite udite! - c'è partita, eccome se c'è...
5. Conditioned Soul
Se anche togliessimo tutto lasciando solo quando lei canta e ricanta "When will you make up your mind?", questo brano varrebbe l'ascolto. Quando ti decidi?
6. Adrian
Anche qui un passaggio viene ripetuto a tormentone, che quella voce rende efficace. Adrian, non capisci? Pazzi come noi, stanno sempre sognando...
7. It's Alright (Baby's Coming Back)
Non sono riuscito a trovarlo, ma se questo brano vi suona familiare è perché è addirittura assurto a soundtrack di uno spot pubblicitario. Piuttosto elettronico, è infatti di facile ascolto, ma non per questo meno bello. E anche il video non è male.
8. Here Comes That Sinking Feeling
Qui il tormentone è il titolo. Il brano è interlocutorio, ma non ditemi che non conoscete anche voi quella sensazione come di stare naufragando, affondando...
9. Better to Have Lost in Love (Than Never to Have Loved at All)
Si, la conoscete. Ma è meglio aver perso, in amore, che non avere amato mai. E se ve lo dice una con una voce così, quasi quasi ci credete...

Dopo questo album, ci sono almeno altrettante hit che prima. Ma non so se arriverò mai a recensire ancora gli Eurythmics, con tutto quello che mi sono segnato di cui voglio parlarvi. Per cui non perdo l'occasione, e vi cito un ricordo personale. Palaeur di trent'anni fa, acustica pessima - chi c'è stato lo sa - specie per il rock: troppi battimenti, ma lo sapevo già, mi aveva rovinato i Dire Straits. Poi arriva il set acustico, e in mezzo parte You have placed a chill in my heart. Non ce la farà mai, mi dico: a un certo punto c'è un crescendo dove lei sale di un paio di ottave, ripetendo "too much", ma in studio già allora gliela ammischiavano alla grande, e il brano aveva un tappeto elettropop che accompagnava la voce. Qui, voce e chitarra, e finalmente si sente bene, ma non ci proverà nemmeno, all'ultima anziché salire scende, come Battiato in E ti vengo a cercare... Ma non scende, la fa, e ci ammutolisce tutti. Too much, troppo, brava. Non l'ho trovato, quel concerto, accontentatevi di questo video, che risale però a qualche anno dopo, e non è paragonabile al live dei miei ricordi.

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