mercoledì 16 settembre 2020

RADIO CIXD 27 - 1979 IL CONCERTO OMAGGIO A DEMETRIO STRATOS

Questa volta parto dalla fine: dai tube delle tracce singole che non vi metto e vi spiego perché. Gli è che per parlare della voce italiana più grande di tutti i tempi si è quasi costretti, essendo impossibile selezionare un album tra quelli della sua produzione che da un lato si stacchi dagli altri dall'altro sia abbastanza masticabile ad un ascolto contemporaneo, a ricorrere a un concerto dal vivo andato in scena quando lui era appena morto. E il video integrale di questo concerto mi è sembrato il modo migliore di comprendere l'evento (e assieme ad esso la grandezza del personaggio che celebrava, peraltro avendo sperato fino a poco prima che non di celebrazione si trattasse: Demetrio Stratos era dovuto andare in USA a tentare una disperata cura per la sua anemia fulminante, e il concerto venne organizzato per contribuire economicamente ai notevoli costi della cosa) a cominciare dalle inquadrature iniziali dello stadio pieno.
E' infatti molto più interessante guardare il filmato dell'evento che ascoltare l'improbabile disco che ne è stato tratto: tra i partecipanti ci sono amici del cantante e gente che manco lo conosceva, esponenti della corrente prog/rock cui lui veniva ascritto (forzatamente, almeno in parte) e di generi che non c'entravano niente, artisti affermati che avevano aderito (non era previsto compenso) davvero per aiutare la raccolta ed emergenti (tra cui alcuni mai poi emersi) che avevano fiutato la vetrina. Insomma, vi metto la tracklist commentata per completezza, ma guardare guardatevi il video intero, magari mandandolo avanti dove non vi piace. E poi, questo invece ve lo consiglio vivamente, ascoltate con attenzione le performance originali di Stratos, a partire da qui.

E già, perché il cantante di origine greca poteva contare su una vocalità unica e irripetibile, anche per ragioni proprio fisiche. Gli si era avvicinato, ma neanche tanto, Sorrenti, nessun altro oserà. E i suoi Area, pur restando un gruppo di culto, anche e anzi innanzitutto tra gli addetti ai lavori, sono relativamente poco "coverizzati" (giusto gli EELST, e seminascosti dalla consueta ironia) proprio per ragioni tecniche, e non solo della voce: erano tutti strumentisti pazzeschi, che infatti hanno avuto carriere come minimo di session men di lusso con parecchi big della musica italiana e non solo: basta consultare la pagina wikipedia, e seguire per credere i link quasi tutti blu (quelli rossi non ne hanno una loro). 
Queste dunque le tracce dell'album:
  1. Kaos Rock, Basta Basta - Si lo so, non li conosciamo, mi documento: erano il gruppo punk di Luigi Schiavone, si quello che poi fonderà gli Champagne molotov con Enrico Ruggeri, che accompagnerà lungo la carriera solista. Cosa c'entrano? Boh, il genere andava per la maggiore, forse agli organizzatori sarà parso un buon inizio per tanto pubblico non certo selezionato. E casualmente la band era della loro casa discografica.
  2. Area, Danz(A)nello - Uno dei due soli interventi della band di Stratos. Non credo sia perché negli ultimi anni lui se ne era staccato...
  3. Francesco Guccini, Per Un Amico - Beh, il Maestrone è in tema, perlomeno.
  4. Eugenio Finardi, Hold On - Il ragazzo suonava il blues, la sua carriera era tutta al di là da venire, ma la stoffa c'era, e ogni volta che non si sarebbe scordato dov'era avrebbe fatto bene.
  5. Roberto Ciotti, Shake It - Chitarrista jazz blues come pochi, ha suonato con tutti fino alla morte prematura qualche anno fa.
  6. Venegoni & Co., Coesione - La scena del rock progressivo (genere che flirtava da una parte con la classica dall'altra con il jazz) era pienissima, nell'Italia dei primi anni 70. Ma qui siamo alla fine del decennio e già si andava svuotando...
  7. Angelo Branduardi, Il Funerale - Anche Branduardi è in tema, anche lui come Guccini cambiando scelta all'ultimo momento...
  8. Carnascialia, Europa Minor - Qui la prog si tinge decisamente di jazz, per il tipo e il livello dei musicisti coinvolti nel progetto da Mauro Pagani, ex PFM e poi tanto altro, dal sodalizio fertilissimo con De Andrè alla direzione artistica di Sanremo passando per il "tagliando" artistico a gente disparata (Vecchioni, Arisa, Ranieri...).
  9. Adriano Bassi e Italo Lo Vetere, Nero sul Bianco - Pianisti d'avanguardia, e il titolo del brano lo suggerisce.
  10. Antonello Venditti, Bomba O Non Bomba - Già non c'entra nulla, poi sceglie pure un brano pop recente, e dire che ne aveva un po' più in tema nella sua produzione precedente. Bah, diciamo che ha richiamato un po' di gente, e visto lo scopo originario bene così.
  11. Skiantos, Ehi Sbarbo, Ehi Buba / Loris - Come Faccio A Farmi Fare - Freak Antoni fa la sua solita parte di sciroccato. Ma forse qui il suo straniamento ci azzecca molto, anche perché si sente del turbamento autentico sotto.
  12. Gaetano Liguori e Tullio De Piscopo, Tarantella del Vibrione - Una parentesi mediterranea, e allora apriamone una pure noi. Qualche anno prima c'era stata un'epidemia di colera: io mi ricordo le file per vaccinarsi, e i bollettini dei morti. Ma venivano dati dal telegiornale con sobrietà e senza cavalcare l'allarmismo, il governo tranquillizzava e agiva, e non si sognava nemmeno di fermare e rovinare l'economia. Bei tempi!
  13. Giancarlo Cardini, Novelletta - «Cardini» Solfeggio Parlante Per Voce Sola - Fischiatissimo, eppure era il più in tema di tutti: recita un pezzo che doveva far parte del repertorio di Stratos...
  14. Roberto Vecchioni, Figlia - La canzone è così bella che gli si perdona l'essere fuori argomento. E poi, ascoltandola meglio ("non voglio che tu sia felice, ma sempre contro, finché ti lasciano la voce") forse non lo è neanche del tutto...
  15. Banco del Mutuo Soccorso, E Mi Viene da Pensare - E meno male che c'era il Banco, a rappresentare degnamente la scena prog. Brano strepitoso.
  16. Area, L’Internazionale - Chiudono giustamente gli Area, con un brano probabilmente ispirato alla performance di Hendrix con l'inno americano. Nel decennio successivo, una scelta così in un concerto sarebbe stata improponibile. Forse questo album chiude davvero un'epoca...

Pare che volessero essere dell'evento, ma furono respinti per ragioni opposte (ma ugualmente assurde, alla luce di quanto detto su alcuni degli ammessi: uno sarebbe stato ancora troppo poco conosciuto, l'altro troppo e di un genere troppo fuori contesto), Pino Daniele e Adriano Celentano. Che magari Stratos lo conosceva dai tempi dei Ribelli di Pugni chiusi. Si, si: il cantante era proprio lui...

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