sabato 19 settembre 2020

IL 2O E L'8

E' un po' che non parliamo di Covid, ma da un lato l'argomento è così importante, e non certo per ragioni sanitarie, da meritare una qualche forma di attenzione sistematica (è una promessa, o se preferite una minaccia...), dall'altro l'agenda impone un post che è quasi una replica di uno di fine agosto, perché è dovere di ciascuno di noi fare quanto è nelle proprie possibilità perché si realizzi quanto è nel proprio convincimento politico, e anche se uno solo tra chi mi segue, o magari tra quelli a cui avranno inoltrato questo post quelli che mi seguono, sarà passato dal SI al NO, non sarà stato invano.

Il 20 e 21 settembre, infatti, si vota per il referendum confermativo della riforma costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari a 600 in tutto, dai quasi mille di oggi. Messa così, sembrerebbe un doveroso risparmio, e infatti è quello che vi dicono di continuo. Ma è un risparmio di spiccioli, talmente piccolo da non avere nemmeno valore simbolico. Molto inferiore di quello (peraltro anch'esso poco più che simbolico) che si avrebbe tagliando della metà tutti i compensi dei parlamentari, cioè trasformando in legge (ordinaria, peraltro) quella norma di buonsenso che i grillini hanno imposto a se stessi, finché ha tenuto (vedrete che presto sparirà, come ha già fatto il limite dei due mandati, ma già da un po' è variamente disattesa), ricevendo in cambio un bel po' di voti in più. In cambio, ipso facto, il taglio impone un innalzamento della soglia di rappresentanza tale da costituire di fatto un innalzamento dei costi di ingresso nella scena politica, sia dei singoli che dei partiti o movimenti che dir si voglia: devi attrezzarti per prendere più voti di prima, quindi spendere di più, quindi la politica è un affare per chi ha già soldi di suo o riesce a trovarli. Il contrario, insomma, di quello che prometteva l'esistenza stessa del movimento 5 stelle e della sua differente selezione della classe politica.

Che poi, fosse solo quello! I grillini sono arrivati da zero a un terzo dell'elettorato, me compreso, al grido di NO TAV, NO VAX, NO EURO e NO CASTA, specialmente NO PD. Con quale faccia tosta riescono a uscire di casa avendo tradito col botto praticamente tutti i loro mandati (ah, dicevano anche di essere per l'introduzione del vincolo di mandato, e infatti buttavano fuori dal loro schieramento chiunque secondo i loro tribunali interni avesse violato questo o altre "norme"), è un mistero. Ma guai a chi non conosce o comunque non applica la lezione della Storia. Come Fassino, che, quando Grillo decise di incanalare le enormi energie mobilitate col suo blog in un'azione politica tentando di scalare il PD, mentre lo escludevano dalla corsa gli intimò beffardo di fondarsi un suo partito... e poi hanno dovuto usare tutte le astuzie più e meno lecite per impedirgli di governare una volta diventato maggioranza relativa e poi neutralizzarlo nell'abbraccio mortale di questi ultimi tempi.

Qualche giorno fa era l'8 settembre. Lo sapete perché è sempre l'occasione per una serie di servizi televisivi più o meno storici, quasi tutti di autofustigazione dell'italianità. Siamo un popolo di voltafaccia, convinti di aver vinto una guerra perché abbiamo cambiato cavallo in corsa. Riguardatevi I due marescialli con De Sica e Totò, è stato girato pochi anni dopo ed oltre ad essere pieno zeppo di scene esilaranti è estremamente rappresentativo di questa vulgata (più ancora de I due colonnelli, altrettanto divertente), col culmine nella scena in cui il Podestà (l'immenso Gianni Agus, uno che oggi varrebbe ics volte gli attori da Oscar e ai tempi faceva il caratterista, lo ricordate tutti come contraltare di Fracchia, per intenderci), all'arrivo degli Americani, si stacca il contrassegno del Partito Fascista dal bavero e lo getta via guardandosi intorno circospetto. Ebbene, pensiamoci bene: la cosa ha il suo lato positivo. E' vero, ci lasciamo abbindolare: uno ci promette un posto al sole tra gli Imperi dopo che ci ha dato case lavoro e identità, e noi gli crediamo, tutti (o meglio molti ma gli altri lasciano fare e fingono di crederci pure loro), e lasciamo pure che inquadrino militarmente i nostri figli (della lupa) e le nostre piccole (italiane), e tolleriamo le leggi razziali tanto mica sono ebreo io e poi è per fare contenti i tedeschi noi poi qui mica li deportiamo e mio cugino comunque lo nascondo io. Ma quando si capisce che parlava a vanvera, quando la Storia presenta il conto, non si trova in giro più nessuno che sia, anzi che sia mai stato dalla sua parte. Tutti antifascisti. Tutti a tirare le monetine a Craxi, anche, anzi soprattutto quelli che in un modo o nell'altro erano stati beneficiati dal suo ostinato affidarsi alla spesa pubblica mentre già avevano sfilato la Banca d'Italia al controllo del governo nazionale (in favore di quello sovranazionale più o meno occulto sotto il quale ancora sta, con le altre banche centrali europee sotto la BCE).

Quante volte il continuum PCI/PDS/DS/PD ci ha portati in piazza in difesa della Costituzione, magari in funzione antiberlusconiana? Oggi lo sappiamo, era per tradirci meglio. Ma non ci pentiamo, e il 10 ottobre ci torniamo anche se non abbiamo capito bene chi organizza e a che scopo: intanto salviamo la Costituzione, poi vedremo. Se guardiamo la storia dei tentativi di riforma costituzionale fin dalla sua entrata in vigore, deduciamo che il ragionamento appena descritto deve essere in qualche modo maggioritario, tra gli italiani: per approvare una legge di riforma della nostra Carta fondamentale ci vuole una maggioranza parlamentare così ampia che solo una volta in 72 anni è stata raggiunta (per introdurvi l'obbligo di pareggio di bilancio, una vergogna che scredita per sempre tutti i votanti a favore, Lega compresa, agli occhi di chi capisce che è qui la causa di tutti i nostri mali, anche quelli legati al Covid e relativi disastri economici che avranno l'inesistente ricostruzione di tutti i terremoti), sennò bisogna ricorrere a un referendum confermativo. Come appunto quello in scena in questi giorni, si: senza quorum (che lungimiranza, i padri costituenti: se vuoi cambiare la Carta devi riuscire a far alzare il culo alla gente, se lo alzano solo quelli contro vincono loro, anche fossero due). Ebbene, ha vinto sempre il NO. Coda tra le gambe per tutti, da qualunque parte fossero: Berlusconi e Renzi ancora si leccano le ferite, e anche se non sono spariti di scena (e chi lo fa mai in Italia? Craxi fu un'eccezione, magistralmente raccontata da Gianni Amelio) il loro consenso non tornò più ai livelli di prima dell'azzardo. Noi italiani non neghiamo mai a nessuno il suo 8 settembre, il 20 settembre 2020 fate che sia quello di Beppe Grillo: venite a votare NO a una riforma che peraltro realizzerebbe il sogno di Licio Gelli.
Si lo so che gli schieramenti politici si sono schierati da una parte e dall'altra per le ragioni più disparate e si rischia di trovarsi compagni di schieramento indesiderabili (pensavo a +Europa, la UE è peggio di qualsiasi fascismo, anzi da sempre le politiche di rigore insensato sono le madri di tutti i fascismi) ma questo appunto vale comunque, e allora guardiamo a chi ha votato la riforma in parlamento, quasi tutti Lega compresa anche se stavolta non abbastanza, e capiremo meglio che al di là dei teatrini odierni, causati dagli interessi dei rivoli e dal fiuto politico di altri, questa cosa la volevano tutti e questo è un motivo in più per respingerla al mittente. Magari, infine, votare NO è il primo passo per riprendersi la sovranità, e pretendere il giusto risarcimento per la follia distruttiva dell'economia che ha animato i governi di mezzo mondo sotto la regia dei veri padroni del vapore sovranazionali. Intanto facciamolo...

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno