mercoledì 26 agosto 2020

TAGLIATEVI DI MEZZO

Questa grafica tratta dal sito di Diego Fusaro
spiega meglio di mille parole perché il taglio
dei parlamentari ci porterebbe in coda a tutte
le democrazie per soglia di rappresentanza...
Tra poco, sempre che non arrivi un nuovo lockdown (a meno di una nuova proroga dello stato di emergenza, dovrebbe arrivare entro il 15 ottobre, e allora gli italiani o fanno le barricate o si saranno meritati l'estinzione), dovremmo votare per il referendum confermativo alla riforma costituzionale che prevede il taglio dei parlamentari.
Come chi mi segue (anche se siete sempre meno, ma devo andare a guardarmi lo storico degli accessi agostani, prima di deprimermi) sa bene, ho sostenuto i cinquestelle da quando il segretario PD dichiarò "con Monti senza se e senza ma" (fine 2012) a quando (fine 2019) hanno deciso pur di restare al governo di imbarcare, salvandolo dall'estinzione, proprio quel PD avversando il quale erano arrivati dallo zero al 33 per cento in pochi mesi, restandoci per anni. Avevo anche un banner in home, linkato al programma del moVimento, che riassumeva il mio sostegno con l'argomento che quel programma era al momento l'unico in grado di supportare il binomio  "sovranità e legalità", senza il quale il nostro Paese sarebbe stato perduto. Di quel programma non resta più niente, dal momento che nemmeno un disastro economico innescato da assurde misure contro un virus influenzale ha costituito una leva sufficiente a scardinare il dominio eurocentrico, anzi rafforzato dall'adesione a uno (e presto due) strumento di prestiti condizionati peraltro insufficienti sia per dimensione che per tempi di intervento a tappare il buco creato. L'ultimo tradimento è di pochi giorni fa: senza più il vincolo dei due mandati (dire tre è ridicolo: significa una vita da politico, anche senza le eccezioni che potete giurarci riguarderanno i maggiorenti, il che metterà la ceralacca sulla completa omologazione dei grillini ai politicanti che dicevano di voler sloggiare), resta solo l'autoriduzione dei compensi, ridicola anche senza pensare che sono al governo da abbastanza tempo da averla potuta e dovuta imporre a tutti per legge, semmai.
Dal blog di Francesco Amodeo, ora in spalla sinistra
Dico semmai perché in realtà, però, di tutte le battaglie grilline, e meno male che scrivo su un blog così lo posso dimostrare, quelle che mi avevano sempre perplesso sono proprio quelle, che mi sono sempre apparse poco più che demagogiche, sulla retribuzione dei parlamentari e il loro numero. Ho sempre ritenuto, infatti, che se non la remuneri abbastanza l'attività politica diviene appannaggio di chi ha già i soldi di suo, e che il numero dei parlamentari si riflette sui meccanismi elettorali, quindi deve risultare da ponderazione almeno pari a quella avuta dai Padri Costituenti. Ridurli di oltre un terzo a fare cifra tonda, appunto con fare demagogico, serve solo a introdurre una soglia di sbarramento fittizia a prescindere dalla legge elettorale adottata, e ad amplificare quella prevista da quest'ultima. 
Si tratta dunque di una riforma non solo inutile se non a buttare fumo negli occhi, ma anche dannosa. Non resta quindi che mobilitarsi per andare a votare NO al referendum e respingerla al mittente, come peraltro il popolo sovrano ha fatto con tutte le altre riforme costituzionali del cavolo, berlusconiane e renziane comprese, eccezion fatta per quando non ha potuto: il pareggio di bilancio in Costituzione, infatti, è l'unica modifica alla nostra Carta approvata con quella maggioranza qualificata necessaria a evitare il referendum confermativo. Col voto anche di quella Lega che oggi quindi non è credibile come paladina del sovranismo, in quanto complice del fatto che il nostro Paese non possa decidere la propria politica economica, e intervenire tempestivamente in caso di terremoti, virus e altre sciagure varie, con quegli investimenti in deficit che sono l'unico strumento in questi casi a servire, peraltro non costituendo neanche nel medio periodo un aggravio di debito, per via dell'aumento di reddito e quindi di entrate fiscali almeno pari al deficit iniziale che innescano.
Non approvare la riforma, peraltro, avrebbe anche l'effetto politico di rovinare la festa a tutta la classe politica che l'ha votata, e completare la disintegrazione del movimento 5 stelle (che l'ha promossa), oramai purtroppo indispensabile per dirsi "abbiamo scherzato, voltiamo pagina". Non dimenticando che non è colpa nostra avere creduto in loro, è colpa loro averci deluso. Tagliamo loro dal Parlamento, non i parlamentari.

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