venerdì 7 agosto 2020

BEING JOHN LEWIS

“Insieme potete far rinascere l’Anima della nostra Nazione. Sebbene io
sia già morto, vi sollecito a rispondere alla chiamata più nobile dei vostri
cuori e ad farvi avanti per perseguire quello in cui veramente credete”
Restiamo in argomento democrazia. John Lewis, leader dei diritti civili delle minoranze oppresse e compagno di lotta di Martin Luther King jr., è morto lo scorso 17 luglio. Poco prima ha scritto questo saggio perché fosse pubblicato durante il suo funerale.
Pubblico il testo tradotto da Pasbas, con l'invito a saper leggere oltre le situazioni. Ad esempio, già cinquant'anni fa John Lennon, uno che ha vissuto sempre un passo avanti, cantava che "le donne sono i negri del mondo". Ora, non che una interpretazione letterale non sia ancora purtroppo più che valida, come dimostra la cronaca anche degli ultimissimi mesi, ma se ci limitiamo ad essa rischiamo di non accorgerci che c'è chi la usa come foglia di fico per nascondere il proprio tradimento, come ad esempio l'ineffabile Barack Obama, spesso ritratto a braccetto proprio con Lewis e che è stato tra i cannibali della sua dipartita, la cui elezione alla Casa Bianca ebbe si un valore simbolico a cui però purtroppo non seguì molto altro (per dire, gli impegni militari nel mondo degli USA con lui lievitarono, a dispetto di un frettoloso Nobel per la Pace). Invece, se leggiamo questa lettera postuma nel modo corretto, potremmo ricavarne utilissime indicazioni per difendere la libertà, la democrazia, i diritti fondamentali (tra cui quelli economici sono non solo di pari importanza rispetto a quelli civili, ma spesso sostanzialmente sono ad essi propedeutici) di tutti i "negri" del mondo. Tra cui, in un modo o nell'altro, se non ci siamo già dentro, rischiamo ogni giorno di finire. Per parafrasare Troisi, si è sempre i negri di qualcuno. Buona lettura, vediamo chi è che capisce il titolo del post, e ancora grazie a Pasbas.
...
Adesso che il mio tempo sta arrivando alla fine, voglio che sappiate che nei miei ultimi giorni di vita voi mi avete ispirato. Mi avete colmato di speranza riguardo al prossimo capitolo della grande Storia americana quando avete fatto tutto quello in vostro potere per fare la differenza nella nostra società. Milioni di persone motivate semplicemente dall'umana compassione hanno gettato via il peso delle divisioni. Nel nostro Paese e nel mondo avete messo da parte razze, classi, linguaggi e nazionalità per chiedere il rispetto della dignità umana. Questa è la ragione per la quale ho dovuto necessariamente visitare piazza Black Lives Matter (letteralmente, la vita dei neri è importante) a Washington, nonostante dovessi entrare il giorno dopo in ospedale. Dovevo vedere e provare l’emozione io stesso, dopo molti anni da silente testimone, che la Verità è ancora in cammino.
Emmett è stato il mio George Floyd. Egli è stato i miei Rayshard Brooks, Sandra Bland e Beonna Taylor. Egli aveva 14 anni quando fu ucciso e io ne avevo allora solo 15. Io mai e poi mai dimenticherò quel momento perché fu molto chiaro che a morire potrei essere stato io. In quei giorni la paura ci attanagliava come una prigione immaginaria, e le sbarre di questa prigione erano i pensieri tormentanti di potenziali brutalità senza ragione che sarebbero state commesse. Sebbene fossi circondato dall'amore dei miei genitori, dei miei tanti fratelli, sorelle, cugini, il loro amore non poteva proteggermi dalla infernale oppressione che mi attendeva appena fuori della mia cerchia di affetti. Una violenza incontrollata, non repressa ed inoltre la decisione governativa di scatenare il terrore aveva il potere di trasformare una semplice passeggiata al negozio per una manciata di smarties o un'innocente corsetta lungo qualche strada di campagna solitaria, in un terribile incubo.
Se dobbiamo sopravvivere come una nazione unita, dobbiamo scoprire cosa alberga nei nostri cuori per capire cosa ci spinge a saccheggiare la chiesa “Mother Emanuel” in South Carolina e derubarla dei suoi tesori, sparare a ignari appassionati mentre vanno ad un concerto a Las Vegas, e spezzare con la morte le speranze e i sogni di un virtuoso violinista come Elijah McClain. Come tanti giovani d’oggi, io ero in cerca di una via d’uscita, qualcuno potrebbe dire qualche via d’entrata, ed è allora che ho udito la voce di Martin Luther King Jr. Da una vecchia radio. Parlava della disciplina e filosofia della non violenza. Diceva che siamo tutti complici quando tolleriamo un’ingiustizia. Diceva che non è sufficiente dire che tutto sarebbe migliorato piano piano. Diceva che ognuno di noi ha l’obbligo morale di affrontarle (le ingiustizie), condannarle a gran voce e denunciarle. Quando vedi qualcosa di ingiusto sei obbligato a dire qualcosa. Sei obbligato a fare qualcosa. La democrazia non è uno stato. E’ un atto, e ogni generazione deve fare la sua parte per aiutare a costruire quella che abbiamo chiamato la Comunità dell’Amore, una nazione una società mondiale in pace con sé stessa.
Gente comune, con una visione straordinaria, può riscattare l’anima dell’America coinvolgendosi in quelli che io chiamo problemi, guai, guai necessari. Votare e partecipare alla vita democratica sono la chiave. Il voto è la più potente azione non violenta quale agente di cambiamento che si possa avere in una società democratica. La dovete usare in quanto non è un diritto garantito. Potreste anche perderlo. Dovete anche studiare e apprendere le lezioni della Storia, in quanto l’umanità è stata coinvolta in questo strazio dell’anima, in questa lotta per l’esistenza per un tempo lunghissimo. La gente di ogni continente ha provato quello che provate, per decenni e secoli prima di voi. La verità non cambia, ed è per questo che le soluzioni che hanno funzionato molto tempo addietro possono aiutarvi a trovare soluzioni alle sfide del nostro tempo. Continuate a costruire unità con altri movimenti del pianeta perché dobbiamo abbandonare l’idea di trarre profitto dalla spogliazione degli altri.
Sebbene io non sia qui con voi, vi esorto a seguire le grandi pulsioni del vostro cuore e di sostenere quello in cui veramente credete. Nella mia vita tutto quello che posso testimoniare è che la via della pace, la via dell’amore e della non violenza è la via maestra. Adesso è il vostro turno di far si che la libertà chiami all'appello. Quando gli storici prenderanno le loro penne per scrivere gli eventi del 21esimo secolo, fategli dire che è stata alla fine la vostra generazione a eliminare il peso opprimente dell’odio e che la pace ha finalmente trionfato sulla violenza, l’aggressione e la guerra. Perciò vi dico, camminate nel vento, fratelli e sorelle, e fate che siano lo spirito di pace e la forza dell’amore la vostra guida.
John Lewis

Nessun commento:

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno