Ho tentato di difendermi restando sull'esempio della moneta: esistono almeno due teorie opposte, e però sono anni che quella monetarista impera e viene presentata in ogni dove come fosse unica e matematica, mentre quella keynesiana praticamente non si studia più nemmeno all'università, meno che meno ha residenza in una forza politica organizzata (e infatti il mio sostegno ai grillini era sostanzialmente motivato proprio dal fatto che mi era sembrato che fossero keynesiani, e conseguentemente antiUE), quindi io ho diritto a pensare male di chi non la conosce, e/o non vede che senza riapplicarla siamo perduti. Ebbene, se non la conosce è nei suoi confronti tecnicamente ignorante, mentre se la conosce e sposa ugualmente il monetarismo o è consapevolmente dalla parte dei pochi che ricavano vantaggio dalla sua applicazione fideistica (e qui i casi sono due: se lo dice bene, se no è un mentitore) o è un poveraccio che va contro i suoi stessi interessi, magari solo per fedeltà a un partito del cuore che nel frattempo ha cambiato campo. Niente, la presenza di Bagnai e Borghi in alcuni, fosse anche in molti, talk show televisivi, che io peraltro nemmeno vedo più da decenni, è bastata a rintuzzarmi definitivamente, in quanto dimostrerebbe che non è vero che il keynesismo è emarginato. Mi arrendo: evidentemente, devo dedurre da comunicatore professionale, sembro presuntuoso per come mi pongo, e ciò deve bastarmi ad avviare una sincera autocritica, anche se, e anzi direi proprio perché, intimamente non lo sono, come nemmeno sono manicheo o ottusamente coerente per partito preso.
Questo capoverso incidentale per dire che la risposta, che non ho dato in diretta al mio amico per togliere legna dal fuoco, è che invece si, si può avere posizioni di questo tipo. Ad esempio, per avere gioco facile, su questioni valoriali fondamentali come chessò la pena di morte. Se uno, di suo o dopo un travaglio intimo, arriva a sostenerne la barbarie, è ovvio che poi deduca che chi invece ne sostiene l'utilità sia o in malafede o ignorante: o cointeressato a una deriva autoritaria della società, oppure inconsapevolmente accodato - e contro i propri stessi interessi - a chi la propugna. E con questo paradigma possono essere declinate tante altre questioni fondamentali, tra cui ad esempio la democrazia.
Ed eccoci all'inizio: la strategia delle tensione infatti non è stato che un espediente per vanificare la democrazia. La quale, non dimentichiamolo mai, è una formula ideologica del Potere, che lo rappresenta con i cittadini al numeratore e i politici al denominatore, esattamente l'opposto dei rapporti di forza reali. Funziona, è efficace e si è affermata e mantenuta proprio perché la dissimulazione che opera è potente, cioè nasconde bene la realtà. Il qualunquismo, da "sono tutti uguali è un magna magna" agli slogan leghisti o grillini, fa leva proprio sul sentimento profondo e spesso inconsapevole di questo capovolgimento. Ma la democrazia per poter funzionare a questo suo scopo deve vestire se stessa di un abito filosofico potente, con tutta una retorica attorno che ha un fascino estremo. Devono esserci elezioni sufficientemente libere, o che sembrino tali, e almeno una possibilità teorica di mobilità sociale verticale, oltre magari a una Costituzione che declara un complesso di norme che inquadra tutto ciò. E qualcuno ci crede. Molti ci credono. Io ci credo. Il mio amico ci crede. La democrazia è un valore, e chi non lo pratica è un antidemocratico. Alcuni dicono "un fascista". Oppure, è un debole che crede di poter delegare i propri interessi a un uomo forte, ma non si rende conto di andare contro i propri stessi interessi.
Quando troppe persone, credendo alla democrazia sostanziale, agiscono in modo da ottenerne la realizzazione in buona porzione, qualcuno si allarma. Perché per far funzionare il sistema capitalistico, la democrazia deve restare confinata alla sua funzione ideologica, salvo aspetti marginali che appunto rafforzano questa funzione. Allora, qualcuno si incarica di ridimensionarla. E non c'è niente di meglio della paura, per spingere la gente ad accettare di buon grado questo ridimensionamento. Negli anni 70 e 80, fino alle stragi mafiose dei primi anni 90, la strategia della tensione ebbe questa funzione. Oggi, hanno trovato un modo diverso, meno cruento, meno riconoscibile, quindi forse anche più efficace. Magari, possiamo anche pensare "che culo!", a vivere l'era del Covid e non quella delle Stragi. Ma la sintassi è la stessa.
Oggi al supermercato ho incrociato una anziana signora che aveva scordato la mascherina in macchina e quindi stava in ascensore senza. Chiedo signora posso entrare? dice prego, lo spazio c'è. Dico lo vedo, ma lei è già dentro ed è senza mascherina, io non ci credo a sta cosa del distanziamento, ma non so con chi ho a che fare, quindi per educazione chiedo. E lei: ah non ci crede manco lei? no, signora, ma non ne parliamo. Si, si giusto, mi faccia star zitta, chissà che piattino ci stanno preparando questi qui!
Sono questi gli episodi che mi fanno pensare che c'è ancora speranza, ve l'ho già detto. La democrazia è un valore, la possibilità per uno Stato sovrano di manovrare le leve economiche con l'obiettivo di garantirne l'attuazione sostanziale è anch'essa un valore, e all'altro propedeutico, e se stai con quelli che stanno da decenni combattendo contro questa possibilità, aggiungendo legacci a legacci mentre ci tengono fermi col terrore (prima dello spread, poi della catastrofe climatica, finalmente del virus), delle tre l'una: o sei tra quelli che da questa operazione ci guadagnano (cioè sei nel famoso uno per cento dei maiali, o anche solo nel cinque per cento adiacente dei cani, pregasi rileggere Orwell) e lo dichiari, e allora niente da dire sei il nemico ma un nemico franco (roba sempre più rara), o sei tra quelli che ci guadagnano e intanto fingono democrazia (magari facendo i paladini dei diritti dei gay o degli immigrati), e allora io sono libero di pensare che tu sia in malafede, o ancora sei in quella posizione per non aver valutato adeguatamente che è contro i tuoi interessi, e allora io sono libero di pensare che tu sia un ignorante, un manipolato (si, come quelli su cui funzionò la strategia della tensione), e tentare di salvarti (informandoti) o se no compatirti. Spero di essere stato sufficientemente argomentativo per non sembrare presuntuoso, manicheo o anche solo antipatico, persino a chi non mi conosce affatto. Figurarsi, direi, a chi mi è amico da decenni e un pochino dovrebbe conoscermi...
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