Se dico Alan Sorrenti a quasi tutti voi, tranne a qualcuno magari anche più anziano di me, vengono in mente Figli delle stelle e Tu sei l'unica donna per me. A risentirle oggi, queste due canzonette, anche a me suonano vintage anni 70 e mi piacciono. Ma quando uscirono ci misero tristezza, a noi che conoscevamo di cosa era capace "l'uomo che canta col moog in gola" come qualcuno lo aveva definito. Bella fregatura, per un teenager, essersi educato l'orecchio abbastanza da sentire nostalgia per le cose che in realtà non aveva scoperto che dopo. Tant'è, Aria è universalmente riconosciuto come un capolavoro del rock progressivo, l'incensiere lo ricalcava per sfruttarne la scia del successo, poi un altro album meno estremo ma ancora di quello stampo, con dentro il remake in quella chiave di un classico come Dicitencello vuje, e poi l'Africa, il buddhismo, la droga, i soldi a palate con la dance di cui sopra, e il dimenticatoio di li a breve. Ma chi li ha sentiti, chi li ha presi in mano e li ha fatti girare, quei primi 2/3 album non li ha più scordati, e specie questo che è il primo. Del 1972.
1. Aria 19:45 di suite, con nientemeno che lo zappiano Jean-Luc Ponty al violino (e un giovanissimo Tony Esposito alle percussioni, come in tutto il disco). Quando l'hai riascoltata un tot di volte, scoprendo sempre qualcosa di nuovo nell'intreccio di magie vocali e strumentali, riesci a concentrarti sul testo, e scopri... che è una cronaca, liricissima ma in presa diretta di tutto il minutaggio, di un atto sessuale completo. Siccome vi voglio bene, vi ho messo il video col testo sotto, se lo aprite nel contesto di Youtube. Sennò eccolo qua. Ma prima ascoltatelo e basta, fidatevi. |
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2. Vorrei incontrarti Durando soli 5 minuti, è l'unico brano che andrebbe in radio anche adesso, magari sfumato. Un'elegia d'amore, come se i due del lato A ora stessero ancora abbracciati nel letto, a fantasticare di un viaggio in India (non è mai più del tutto passato di moda, ma allora si portava tanto...) |
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3. La mia mente Torniamo su durate dell'epoca, qui siamo oltre 7 minuti e mezzo. Il brano è straniante, sembra che ognuno suoni per conto suo, ma come nel miglior jazz la cosa funziona. E con quella voce ci credi, che la sua mente è "piena di viti cacciaviti e chiodi". |
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4. Un fiume tranquillo In questi quasi 8 minuti conclusivi si compie il miracolo di un italiano, in realtà mezzo napoletano mezzo gallese, che suona un progressive di livello internazionale. Suona, perché canta come se suonasse, e con "una voce che trovi per terra. Quella voce ti ama..." |
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