Quando ero piccolo da grande volevo fare l'ingegnere o l'astronauta, cosa tutt'altro che originale in quei magnifici anni sessanta in cui il duemila lo si immaginava come un'epoca dove tutti i problemi dell'umanità erano stati risolti e ciascuno di noi si spostava con il proprio scooter volante come i Pronipoti di Hanna&Barbera. Piero Angela era già giornalista RAI, da lì a poco avrebbe condotto il neonato TG2 e poi si sarebbe inventato Quark. Ma per il suo coccodrillo senza lacrime vi invito senza indugio a leggervi integralmente il post di Lameduck, che come al solito scrive quello che penso io dicendolo molto meglio. Io mi limito a confessare che il personaggio appena serenamente scomparso (a 93 anni, qua ci vuole proprio la scritta a mano sul manifesto "e volevo pure vedere che si lamentava!...") era stato uno dei miei miti di gioventù, prima di comprendere, con la maturità, che razza di mistificatore e manipolatore prezzolato (anche con la nepotistica elezione del delfino Alberto, ennesimo esemplare italico di "figlio di" che se non lo fosse stato chissà cosa avrebbe fatto nella vita) fosse in realtà.
L'evento mi fornisce l'occasione di ribadire la distinzione sempre troppo poco considerata tra quello che è davvero Scienza e quello che non lo è ma in tempi di predominio della tecnologia si traveste da Scienza per assolvere alla sua funzione sociale di Culto ufficiale. Prima, non ne aveva bisogno: per migliaia di anni, chiunque detenesse il potere in qualunque società umana si dotava del supporto di una sua Casta sacerdotale che agiva in quanto tale senza mascheramenti. La gente comune, infatti, era totalmente presa dalle attività quotidiane indispensabili al proprio sostentamento immediato, a cui era perfettamente funzionale che ci fosse una mitologia ufficiale a rispondere immediatamente ad eventuali domande esistenziali, e naturale che chi si occupasse di tramandarla vi si potesse dedicare integralmente senza a sua volta doversi preoccupare del proprio, di sostentamento. La casta, insomma, si autososteneva, ed escogitava strumenti per regolare al minimo indispensabile l'accesso ad essa stessa; ad esempio, per imparare i geroglifici ci voleva una vita, e il fatto che fossero prerogativa esclusiva e accettata naturalmente dei sacerdoti (pare che spesso nemmeno i faraoni stessi li padroneggiassero, specie se assurti al trono molto giovani) era assieme garanzia di impermeabilità della casta e di autorevolezza indiscutibile delle sue superiori determinazioni.
Non farà eccezione nemmeno il moderno monoteismo cristiano: il pescatore analfabeta erede designato da un sovversivo giustiziato dai romani avrebbe alla fine originato una Chiesa capace di dominare il mondo per secoli, avocandosi la prerogativa di dispensare la Verità Divina in esclusiva, perseguitando in vari modi (spesso cruenti) chi osava metterla in discussione, fossero eretici ebrei islamici o protestanti (ma pur sempre correligionari, cioè ambenti a rimpiazzarli non a spazzarli via) prima, o scienziati razionalisti dopo. Non possiamo farci nulla, deve essere qualcosa di connaturato all'essere umani: come il Potere tende ad essere sempre al numeratore e i suoi sudditi al denominatore, e quindi ogni Rivoluzione si risolve sempre al massimo in un rimescolamento di attori nei ruoli fissi che la recita impone, così lo Stregone (più o meno organizzato in una gerarchia) tende a sedere al suo fianco per diffondere la sua Verità e perseguitare come Falsità tutte le voci dissonanti. Accade così anche per La Scienza: dopo aver elaborato il suo metodo e determinato attraverso la sua affermazione una mirabolante crescita delle condizioni materiali e spirituali (le due cose sono sempre estremamente connesse: senza culo pieno non si ragiona) di tutti, quando il sistema mostra la corda e si avvicina ai suoi limiti fisici, e madama la Scarsità torna a dominare, il Potere torna ad arroccarsi e chiama lo Stregone a difesa, e questo oggi è L'Ascienza, perché nel mondo di oggi deve prendere quelle forme per affermarsi. Ma la sostanza è sempre quella, sempre stregone rimane.
Come facciamo allora a distinguere? Beh, è difficile, come tutto ciò che implica la fatica di ragionare: attività molto più lenta e fisicamente onerosa (il cervello consuma energie, lo avrete sentito dire...) del lasciare che la "mente profonda" faccia da se. Ma è possibile, tenendo presente il cardine del pensiero scientifico: ogni verità scientifica, per potersi dire tale, deve essere dimostrabile, i protocolli per la sua dimostrazione devono essere resi pubblici perché chi voglia e possa li riproduca, e se nessuno ci riesce non è tale, inoltre deve essere sempre possibile in teoria dimostrare che è falsa, e anzi diciamo così ogni verità scientifica si può dire tale se è come se non vedesse l'ora in realtà che ne arrivi un'altra che la dimostri falsa, e così via fino alla prossima, eccetera. Quando si dimentica di questo assioma, e spesso nella storia lo ha fatto (basta leggersi qualunque compendio di storia della scienza, per scoprire i guai che ha passato quasi sempre chiunque abbia osato a mettere in discussione ciò che al momento la comunità scientifica ufficiale considerava verità assoluta: è capitato persino a Einstein, ed egli stesso poi fu scettico verso la quantistica, che pure quadrava certi suoi conti altrimenti difettosi e che pure è in pratica ciò che vi consente di leggere queste righe su un PC o di guardare la TV), anche la comunità scientifica si trasforma in casta sacerdotale, le sue affermazioni in dogmi. I suoi esponenti in sacerdoti, i suoi divulgatori in chierichetti. E rieccoci a Piero Angela, e alla cronaca.Oggi, se osi mettere in discussione il Sacro Vaccino, sei un eretico. Hai voglia a tentare di argomentare: avrei preferito un periodo di sperimentazioni a doppio cieco, come quelle previste normalmente per i farmaci per poter essere inseriti in prontuario, prima che cominciaste a somministrarli (a volontari, comunque), ma li avete imposti, peraltro col ricatto nemmeno con un obbligo che comportasse un'assunzione di responsabilità da parte dell'obbligante, e quindi di fatto avete fatto la sperimentazione a cielo aperto su un campione pari alla popolazione (e con un gruppo di controllo di renitenti sempre più risicato, e senza un gruppo di controllo cui somministrare inconsapevolmente il placebo, quindi con validità relativa, ma comunque). Ebbene, avete ottenuto risultati imbarazzanti: man mano che aumentavano i vaccinati e con sempre più dosi, i contagi aumentavano, fino a mille volte che prima. Come minimo, dovreste rannicchiarvi in un angolo in silenzio, sperando non arrivi la magistratura a indagare su eventuali tangenti. Invece, stanno ancora li a pontificare, sentenze apodittiche indimostrabili e indimostrate come "eh ma senza i vaccini chissà quanti contagi" oppure "eh ma i sintomi sono stati inferiori". Frasi che se vuoi ci puoi anche credere, per carità, ma essendo senza possibile controprova non hanno nessun, ripeto nessuno, fondamento scientifico. Ne avrebbe un po' di più affermare come reale la correlazione spuria che se aumentano i contagi allora sarà proprio colpa dei vaccini, ma da chi rispetta il metodo scientifico non la sentirete mai. Mentre per quanto riguarda gli effetti collaterali dei sieri stessi (già chiamarli vaccini è fargli onore, d'altronde gli hanno dato quel nome impropriamente proprio solo per potergli fare saltare la sperimentazione, in nome dell'emergenza), si nega e si insabbia (anche in casi eclatanti come questo), come per secoli per l'inquisizione, per decenni per i preti pedofili.
Insomma, i vari figuri che, appresso al Ministro (senza) Speranza ci hanno angariato per anni e si apprestano a riprendere a farlo in autunno (a meno che l'Agenda internazionale a cui obbediscono non ordini di insistere invece sul tasto "guerra"), si atteggiano a scienziati ma si comportano da Sacerdoti. E i giornalisti che ne recano il Verbo, dai poveracci che sennò li segano e non hanno di che campare su su fino ai soloni ben pagati come l'appena scomparso Immondo di Quark, ne sono i chierichetti. E no, non ho bisogno di essere un medico per dirlo. Mi basta quel poco che ho studiato di statistica e di sociologia, ma soprattutto quella malattia contratta da adolescente (quando dicendomi ateo mi meritavo ottimo in religione a forza di discussioni teologiche col prete, mentre i credenti uscivano dall'aula per andare a giocare in cortile) che mi costringe ad usare incessantemente quello che ho tra le orecchie.
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