mercoledì 28 aprile 2010

PRIVACY DI TE, PLEASE

Oggi 28 aprile, dalle 10 in poi, davanti al Senato si manifesta per la libertà di informazione. Il Segretario dell'Associazione Stampa Romana Paolo Butturini, in un appello a giornalisti, sindacati, partiti, associazioni, società civile e intellettuali, ricorda che
"Il Disegno di Legge 1611, firmato dal Guardasigilli Angelino Alfano, non vieta soltanto di pubblicare le intercettazioni, istituisce una vera e propria censura preventiva. Impossibilitato a cassare a valle le notizie scomode, il Governo risolve il problema vietandone la diffusione tout court. Non potremo raccontare ai cittadini che si è danneggiata la loro salute per arricchire qualche primario o casa di cura, non potremo dire ai risparmiatori che è stata operato un saccheggio ai danni del loro denaro, non potremo denunciare che gli elettori sono stati truffati grazie al voto di scambio con le mafie e così via. Non è in gioco il destino di un piccolo, per quanto importante, sindacato di categoria, a rischio sono la professione e il diritto dei cittadini a essere informati. Senza libertà non ci sarà contratto che ci possa tutelare, perché sarà definitivamente uccisa la ragione stessa dell’esistenza dei giornalisti."
La democrazia e l’informazione sono un patrimonio di tutti, tutelato dalla Costituzione, proprio quella Costituzione che il Capo del Governo più indagato della storia ha osato attaccare, a saper leggere le sue parole "indirette", addirittura il 25 aprile, il giorno che ha restituito agli italiani la loro dignità, peraltro trasformandolo da festa della liberazione a festa della libertà con dolo semantico neanche troppo sottile.
Mentre qualcuno si sta già preparando alla sua Caduta, organizzando un governo tecnico che ci metta nelle mani dell'FMI prima del crack anzichè dopo come tocca ai greci a meno che non trovino il coraggio di fare come gli argentini, ed evitando di discettare se sia meglio la padella o la brace, degli episodi ci ricordano che il problema dell'Italia non è Berlusconi ma sono gli italiani. Tra gli altri, ecco due perle:
  • Silvio al forum confindustriale di Parma che col consueto humour si vanta di essere "il più grande imputato di tutti i tempi nell'universo" e chiama a correi gli imprenditori presenti sfidandoli sul tema scheletri nell'armadio, proprio nel corso della campagna di marketing che accompagna l'approvazione della normativa antiintercettazioni, e riceve un'ovazione anzichè una selva di fischi come sarebbe toccato a chiunque in qualunque altro Paese occidentale;
  • i reggini che onorano il boss Tegano al momento dell'arresto - e va bene che è in corso la tipica offensiva contro il braccio militare della mafia condotta con lo scopo principale di tenere fuori dal mirino il cosiddetto terzo livello, hai visto mai ci fosse qualcuno con responsabilità di governo, ma il fatto stesso che qualcuno trovi il coraggio di una manifestazione di schieramento così pubblica la dice lunga su sistema di valori e rapporti di forza in seno alla cosiddetta società civile nella mia "povera patria".
Comunque, chi volesse sapere davvero a cosa servono le intercettazioni, qual'è la loro reale entità, quanto costano e cosa si rischia a limitarle, colpendo la libertà di stampa per giunta, dovrebbe sentire non le farneticazioni di un pluriinquisito dalle ricchezze di dubbia origine, ma le parole sante di un giudice di prima linea come Nicola Gratteri. Uno che la privacy ce l'ha limitata davvero, dalle esigenze di una scorta che lo deve difendere da proiettili non da souvenir, e che in certe circostanze prende il comando, non uno che se ne fa scudo per rivendicare il diritto di prenotarsi le zoccole per interposta persona.

1 commento:

cugino ha detto...

la replica dei (tanti) reggini sani: http://www.strill.it/index.php?option=com_content&task=view&id=67178

In evidenza

DEFICIENZA, NATURALE

Dell'argomento AI ne abbiamo già parlato come di uno di quei pericoli gravissimi verso i quali sarebbe opportuno porre argini non appen...

I più cliccati dell'anno