Ti riprometti di non pensare alla politica italiana per almeno quei pochi giorni attorno a Ferragosto, quelli che torni a casa per farti quel tuffo di testa in acqua partendo da terra che solo il mare di certa Calabria ti consente e che rappresenta il fischio d'inizio delle Ferie Estive, e quasi ci riesci.
Poi mentre ti rilassi con un bel libro, magari il primo di Teresa De Sio che consiglio a tutti per quanto è magico e nero, vicino a te si piazza una famigliola col bambinotto di quell'età indefinita attorno a un anno, due mesi più due mesi meno, che frigna e strilla e rompe i santissimi a tutta la spiaggia, a te, e anche ai genitori che visibilmente fanno ricorso a tutta la memoria biologica per non pigliarlo a pacchere. E pensi che i bambini sono dei tiranni. Che forse non è un caso che la vita per te abbia riservato altro destino. Che quasi tutti i tuoi amici da quando il primo frugoletto si è introdotto nella loro casa sono divenuti i loro schiavi. Alcuni, per sempre, ben dopo l'università. Ma tutti, almeno per quel periodo in cui l'erede non è che un tubo con un input e un output con un cervello che mentre sviluppa sinapsi esegue solo programmi volti alla crescita del corpo di cui è parte, come il software di VGER nel primo film di Star Trek. Perchè come dicono a Napoli, e certi dialetti sono imbattibili nella sintesi, "'a criatura nun buò sapè nient". Non c'è modo di farlo ragionare, l'hai voluta la bicicletta e ora pedali.
E poi pensi che in fondo, anche quando crediamo di crescere, tutti noi restiamo così almeno in parte, o a momenti. Tu compreso. E forse da questo punto di vista il bianco e il nero di un mondo di grigi sono quelli che tentano di frenare questo istinto primordiale e quelli che ci si abbandonano, non vogliono sapere niente, è l'universo intero che deve piegarsi al loro volere. D'altronde, sempre la fantascienza ci suggerisce, e qui è il mitico Blade Runner, che ciascuno di noi potrebbe essere un replicante appena creato e tutto quello che ricorda fino a un istante fa essergli stato inoculato dal creatore, e quindi, portandola alle estreme conseguenze logiche, essere l'unico essere dell'universo che per quanto gli riguarda muore con lui. Tra chi la pensa così, tutti tentano di dominare il proprio ambiente di riferimento, alcuni ci riescono, ma solo pochissimi riescono a dominare l'intera entità politica di appartenenza, piegandola ai propri voleri. Sono i tiranni, qualche migliaio su svariati miliardi da quando siamo bipedi. I tiranni sono dei bambini.
Allora ti ricordi che colui che da diciott'anni sta avvelenando forse mortalmente la scena politica del tuo Paese quando "scese in campo" ebbe a dichiarare, in un'intervista, di considerare l'elettore come "un ragazzino di dieci anni neanche troppo intelligente". Aveva ragione. Ma aveva ragione anche chi ci avvertì che non si sarebbe fermato fin quando non avesse avuto tutto quello che voleva, cioè tutto. Adesso ci proverà sul serio, tentando di portarci al voto anticipato con una legge elettorale truffaldina e prima che i suoi oppositori vecchi e nuovi si organizzino. I bambini non si toccano, per carità. Ma qui siamo sotto metafora, possiamo ben comportarci come avrebbe fatto un educatore di inizio secolo: diamogli un bel ceffone, e lasciamolo a frignare. E pensi pure che il mondo è tutto suo, rinchiuso dentro al box mentre noi spicciamo casa, che l'abbiamo lasciato in giro e guarda che ha combinato, a momenti la demolisce. Sti ragazzini, gli dai un dito e si pigliano il braccio, signora mia! Se ti fai mettere i piedi in faccia è finita, senti a me! Ma quale fame? ha mangiato pure troppo! ... (continuate a piacere, funziona con tutti i luoghi comuni sui bambini rompiballe, provare per credere...)
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