domenica 28 novembre 2010

ABBIAMO UN SOGNO: NON AVER BISOGNO DI EROI

Il testo dell'appello è un filino troppo ottimistico, per usare un eufemismo, ma ho deciso lo stesso di unirmi ai 4035 aderenti, tra cui Dario e Jacopo Fo Salvatore Borsellino e Serge Latouche, perché solo dei visionari hanno la possibilità per quanto improbabile di trovarsi pronti a dare le carte quando il banco è saltato, a salire in cassetta quando gli indiani hanno accoppato il cocchiere, a vincere le elezioni partendo da zero quando un'intera classe politica va a gambe all'aria. Né più né meno quello che ha fatto il visionario Berlusconi 17 anni fa, se ci pensate. Solo una visione, infatti, può rimpiazzare una visione, tanto è vero che fu con la visione dell'Europa Unita, antitetica (e pur "minore") rispetto al berlusconismo, che Prodi vinse due elezioni, sia pure con maggioranze troppo deboli per poter governare, mentre ciò che manca alla sinistra da troppo tempo è proprio una narrazione sociopolitica da sostituire al non più utilizzabile socialismo reale. Ed è proprio quella che può fornire il progetto dal nome Abbiamo un sogno: è molto meno utopico della sua etichetta, e questa è una delle cose che si capiscono leggendo direttamente come lo illustra Jacopo Fo.
...
Io però tra tutti i messaggi che l'appello passa voglio soffermarmi su uno in particolare, perché mi dà l'opportunità di spiegare una cosa che mi ronza in testa da un po'. Il passaggio è "la raccolta differenziata è mille volte meglio degli inceneritori", la cosa che mi ronza in testa è "perché non riesco a farmi piacere Roberto Saviano?". Nossignori, non ho letto Gomorra, e non sono andato a vedere il film di Garrone, regista cui pure avevo dato malriposta fiducia andando a vedere L'imbalsamatore e Primo amore, manieristici lenti e compiaciuti, prima di decidere che non mi piace. Prima però mi limitavo a rubricare la mia antipatia per il giovane fortunato scrittore partenopeo in tre diversi scontati capitoli: invidia per il successo anche economico, solita tendenza innata di noi sinistrorsi a dividerci e distinguerci anziché come i destrorsi fare fronte comune contro il nemico, contraddizione insanabile dello scrivere contro la camorra per un editore che - per restare ai fatti dimostrati giudizialmente - avendo bisogno di protezione anziché rivolgersi alle forze dell'ordine si metteva dentro casa per anni un boss mafioso.
Delle tre questioni, l'unica fondata obiettivamente, e quindi l'unica confessabile pubblicamente, era l'ultima. Cui però si aggiunge adesso l'altrettanto obiettivo fatto di co-condurre una trasmissione in tv, senza peraltro esserne capace (quindi per il solo fatto di essere personaggio, dunque all'interno della sintassi televisiva berlusconiana), prodotta da una società controllata dallo stesso editore di cui sopra. I miei amici di sinistra, di fronte a queste mie rimostranze (lo ammetto: condite anche da un'annosa antipatia anche per Fabiofazio) mi rispondono con una serie di obiezioni tutte riassumibili più o meno così: "eh ma oggi giorno se non fai così non lavori, se non sei dentro certi giri non lavori, e allora sono meglio gli oltranzisti integralisti ostracizzati che non riusciamo a vedere, o questi che grazie alla loro duttilità riescono a lavorare e allora si fanno vedere e sentire e mi fanno vedere finalmente in tivvù qualcosa di diverso, dalla Litizzetto ad Albanese a Paolo Rossi a Benigni, eccetera eccetera?". Pur essendo immediatamente denunciabile per logica (se quelli che danno veramente fastidio li hanno fatti davvero sparire e questi no, vuol dire che questi non danno veramente fastidio) se non per legittima suspicione (che ci sia un gioco delle parti tra editore-produttore e dipendenti), ho preso sempre per buona questa argomentazione difensiva, anche perché di solito proveniente da persone cui voglio bene e che stimo, della cui ottima fede quindi non ho ragione di dubitare. E tuttavia quella cosa in testa ha continuato a ronzare, fino a che...
Fino a che l'altra sera l'enfant prodige dell'anticamorra non si schiera apertamente per gli inceneritori. Ascoltandolo, mi si sovrapponeva al suo volto quello di un altro maitre a penser del progressismo, Veronesi: il luminare oncologo a favore dell'energia nucleare e per questo recentemente chiamato da Berlusconi a presiedere l'apposita Agenzia. Allora, non avendo nè il tempo nè la voglia di leggermi il mattone Mondadori e guardarmi tutte le comparsate televisive Vieni via con me compreso, mi metto a cercare in Rete, e scopro che Saviano:
  • ha posizioni perlomeno discutibili sulla questione israeliana;
  • sui rifiuti, prima di proporre la soluzione sbagliata inceneritori, dimostra di non conoscere le potenzialità di una vera raccolta differenziata e le vere cause dell'emergenza napoletana (per lui sempre il generico "la camorra");
  • sui rapporti tra lega e 'ndrangheta, forse alla fine ha fatto un favore a Maroni (che studia per premier, e 11 milioni ad ascoltarlo se li sognava), e se così fosse non si sa se è meglio per lui che gli venga attribuita la colpa o il dolo, ma in ogni caso l'interrogativo è "sottostare al diktat o farsi tagliare il programma"? Daniele Luttazzi non avrebbe avuto dubbi, figurarsi Enzo Biagi. E difatti.
Bocciato definitivamente Saviano, quindi?
Intanto, per capire che il problema rifiuti non ha regionalità nè latitudine, divertiamoci con la lettura di Carlo Bertani del caso Riso Scotti Energia: è davvero molto istruttivo su cosa ne è degli inceneritori (e potrebbe essere delle centrali nucleari) in questo scellerato Paese.
Ma poi, poiché non voglio dare torto ai miei amici, concludo per l'ipotesi che Saviano non sia in malafede, in fondo è un ragazzo catapultato dalla fortuna editoriale - sicuramente meritata - in un ruolo, quello dell'eroe, che incarna come personaggio non avendo (e non per colpa sua, ovviamente) né la statura né il mestiere o il ruolo di un Falcone. Egli è dunque, come si diceva negli anni settanta, "un compagno che sbaglia", come tanti di noi, anzi meno di noi, ma dato il ruolo che si trova a recitare ha una responsabilità tale, di fronte all'immenso seguito che ha, che certi errori non li può proprio fare. E allora chiudo, montandomi un po' (ookay: un bel po') la testa, parafrasando Cerami, con dei "consigli al giovane scrittore", nel caso voglia smentire i suoi sempre più numerosi detrattori (e non ricorrere a un "è tutta invidia" che a pronunciarlo si troverebbe in pessima compagnia):
  1. cominciando dal tenere duro sui pro-vita, dìa una sterzata cazzuta al programma, forte degli ascolti oceanici (che qualcosa ai vertici del PD dovrebbero dire, sulla voglia di sinistra che c'è nel Paese), tanto è l'ultima puntata, no? si documenti, se no si faccia passare le carte da Travaglio, sui rapporti tra mafia e Forza Italia nel 93/94, faccia qualche nome, parli fuori scaletta, vediamo se Masi è in grado di staccare la diretta e mettere le pecorelle...;
  2. chiusa la trasmissione, continui la sua meritoria opera di denuncia facendo un po' più di nomi e cognomi, magari di politici, lui che può permettersi di pagare gli avvocati (e tanto se il lavoro lo fa bene le cause le vince, come Travaglio appunto): lasci a noi piccoli poveri blogger le vigliaccherie;
  3. tagli il contratto con Mondadori, e magari anche con Endemol: non finirà sotto i ponti, ma acquisterà il credito minimo per parlare ad orecchie intasate da decenni di lordure, e però scafate, come le nostre;
  4. aderisca a un progetto politico alternativo, come quello di Abbiamo un sogno, gli porterà il suo contributo di visibilità, e in cambio magari un po' di incontri con un premio Nobel che ha dissimulato sempre il suo estremo coraggio con una maschera da giullare gli faranno dismettere quell'aria seriosa. 
    Ecco, il ronzio in testa non c'è più, ora so perché non amo il Saviano di oggi, e che percorso dovrebbe fare perché lo ami domani. Chi lo ama già oggi, prenda queste mie notazioni e indicazioni come auguri: il ragazzo si farà anche se ha le spalle strette, domani sarà Nobel anche lui, magari quando la scena italiana non avrà più bisogno del personaggio che interpreta.

      3 commenti:

      Michele Diodati ha detto...

      Ciao Gino, concordo con buona parte di ciò che hai scritto. Concetti simili ronzavano da tempo anche nella mia testa e hai fatto bene a dar voce al non detto: i santini sono detestabili, almeno quanto lo sono gli attacchi miopi e servili del Giornale e di Fede.

      Però, visto che tu hai dato - e giustamente - dei consigli a Saviano, permetti anche a me di darne un paio a te: leggi "Gomorra" e poi guarda anche il film. Prescindere da quella lettura significa avere un giudizio monco su Saviano, che, prima che un mediocre parlatore e conduttore TV, è un grande scrittore. Gomorra, il libro intendo, non è solo una cronaca, peraltro documentatissima, di fatti di camorra, ma è un testo letterario. Possiede la capacità di prendere lo squallore delle vicende criminali narrate e di trasformarlo in un racconto che per certi versi epico e sempre umanissimo. E lo fa con un linguaggio alto, che è una difficile commistione di classico e di moderno. Non è affatto un "mattone", ma un libro che scorre via rapidamente, senza annoiare mai. Quattro anni e mezzo fa, quando Saviano non era ancora nessuno, mi capitò di imbattermi in libreria nel suo libro; lo acquistai e ne fui rapito, tanto che scrissi un post sul mio blog (oggi defunto), nel quale riportavo alcune pagine che mi colpirono particolarmente. Potresti partire da lì: http://pesanervi.diodati.org/pn/?a=297.

      sandrokhan80 ha detto...

      Caro Gino, mi è piaciuto tantissimo il tuo post! Sono perfettamente d'accordo con i tuoi consigli a Roberto. Pensare che ha la mia stessa età e siamo cresciuti quasi negli stessi giri (senza mai incontrarci o scontrarci!) ed io mi sento ancora un bambino fregnone mentre lui è stato sottoposto a tutto il peso di questi incredibili 4 ultimi anni! Negli ultimi 4 anni mi sembra di aver svolto il ruolo di "difensore civico" di Roberto. L'ho difeso miliardi di volte perché tutti e tutto l'attaccavano (quasi sempre ingiustamente)ognuno su temi e con armi diverse... dalle volgarità alle finezze dialettiche!
      Il tuo post invece lo apprezzo perché fai le riflessioni giuste e sei intellettualmente onesto!
      Ti consiglio di leggere "Gomorra" che ne vale la pena.... alcune volte mi chiedo quanti lo abbiano veramente letto e quanti lo usino per bilanciare i piedi della poltrona davanti al televisore! Saviano è uno "scrittore", non un uomo televisivo, ne un giornalista, ne quantaltro. Per quanto riguarda Garrone ed il film molta gente in Campania che vive sul territorio mi ha espresso numerose perplessità, le stesse espresse dai Co'Sang http://blaluca.wordpress.com/2010/06/18/co-sang-intervista/ .
      Sul libro NO! E' ritenuto l'espressione genuina dell'animo di un ragazzo che viene da questa realtà, un'altra opera del realismo italiano, di ragazzo con notevole talento letterario!
      Poco fa ho fatto questo post nel mio blog in cui esortavo appunto a fare critiche "costruttive" ed "oneste" a Roberto.
      http://bruttosporcoecattivo.blog.free.fr/index.php?post/2010/11/28/bozza

      cugino ha detto...

      sono contentissimo di leggere commenti di questo tono, temevo piuttosto attacchi: per me è un buon feedback, significa che sono riuscito a rendere abbastanza il mio pensiero, che non è di critica o idolatria, ma di ragionamento.
      leggerò il libro, come faccio sempre coi bestsellers, appena passa di moda: ha aspettato umberto eco, aspetterà saviano.

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