giovedì 23 agosto 2012

OVER

Ieri era l'Overshoot Day 2012, ogni anno casca prima. Significa che con oggi l'umanità ha finito di usare le risorse che il pianeta produce ogni anno (grazie al miracolo della sua distanza "perfetta" dal sole: in un modo o nell'altro tutto viene da li) e comincia a intaccare le riserve accumulate nei millenni. Il primo è stato il 31 dicembre del 1970, abbiamo cominciato ad accorgercene il 19 dicembre del 1987, ma la curva, come spiega bene questo pezzo, è iperbolica: l'anno scorso era a fine settembre!...
Stringi stringi, è questa la ragione per cui siamo condannati a passare da una crisi a un'altra, concreta come la terra, altro che speculazione finanziaria. La Rivoluzione industriale è iniziata grazie alla rivoluzione tecnologica che ha consentito di sfruttare l'energia accumulata nelle ere dal Pianeta sotto forma di carbone prima e petrolio poi. Questo ha consentito il circolo accumulo di capitali crescita della popolazione miglioramento delle condizioni materiali di sempre maggiori fasce della stessa, attraverso la dialettica capitalismo/socialismo. Perché da una parte creare sempre più merci necessita sempre più compratori, dall'altra più ricchezza gira più chi ne ha meno vuole la sua parte. Ed ecco la medicina moderna, l'allungamento della vita, l'infanzia protetta, e tutte quelle belle cose che hanno contraddistinto a una parte del mondo di surclassare il resto, d'altra parte se la media di risorse del pianeta procapite dev'essere uno (ed è già un disastro che tenda a uno virgola tre), se c'è qualcuno che vive con dieci ci devono stare nove che vivono con niente. E così via, per cui ecco la forbice tra primo e terzo mondo che si allarga, ecco le guerre per le risorse, eccetera. Il consumismo è stata la terzultima diavoleria che si sono inventati per fare durare un altro po' il giochino, la globalizzazione la penultima, il moltiplicatore monetario tramite il boom dell'economia finanziaria l'ultima, ma tutte e tre hanno da un lato dato un po' di tregua dall'altro aggravato il problema (e se si affermasse la MMT  e un nuovo keynesismo sarebbe un'altro espediente simile, dagli stessi esiti di medio termine, solo più equo per noi occidentali e di conseguenza più devastante per altri popoli e aspetti). Sotto metafora, il capitalismo è un veicolo a due ruote senza cavalletto e senza freni, in una discesa stretta tra le rocce: può restare in equilibrio solo correndo sempre di più, e fermarsi solo sfracellandosi. Fuori metafora, adesso siamo un mondo troppo pieno di gente, di merci, di moneta, rispetto a quante risorse produce. E un mondo talmente unico che la tendenza non può che essere all'equiparazione delle condizioni materiali di tutti salvo una ristretta élite di privilegiati, tendenza che si può arginare solo con barriere e conflitti di varia natura.
In altri termini, l'unica soluzione è la decrescita, che può avvenire o con un processo controllato di cui tutti siamo altamente consapevoli, soluzione migliore ma molto meno probabile che sta tentando di affermarsi in nicchie accademiche e sociali, o con un processo drammatico di cui sono consapevoli i pochi che lo governano, che non fanno che mascherarlo agli occhi di tutti parlando di crescita, spread, debito pubblico, e altre minchiate sovrastrutturali. A parte pochi ricchi più o meno illuminati, tutto il resto della popolazione mondiale dovrà avere a stento di che vivere, altro che ferie pagate macchina casa di proprietà. E' questo il progetto. E non basterà: dovrà morire tanta più gente quanto più ampia sarà la fascia di popolazione a cui si vorranno mantenere condizioni materiali di vita simili alle attuali, diciamo alle attuali di un brasiliano o di un cinese perché di un europeo o peggio di uno statunitense nel lungo termine non se ne parla, ecco cos'è la crisi che stiamo vivendo, nient'altro che questo. Una decrescita imposta dal sistema capitalista globale, incapace di uscire dai propri binari che tanto somiglia allo scorpione della famosa favoletta con la rana, come estrema ratio prima del tracollo. Un sistema che si comporta come un giocatore di poker che perde e continua ad aumentare le puntate per tentare un improbabile recupero e trovare una probabile rovina totale: è buio controbuio e over, e la chiamano "crescita".
La differenza tra i due scenari non è nelle condizioni materiali che potranno essere mantenute alla maggior parte della popolazione, di poco superiori nella "decrescita felice" che però dovrà confrontarsi comunque con le crisi globali incipienti per petrolio acqua energia eccetera, è nella quota di democrazia equità sociale cultura che può essere mantenuta. Il capitalismo, oggi, ha in mente solo una grande guerra e/o un totalitarismo sostanziale, e alla fine sarà indistinguibile dal suo fratello di latte socialismo reale. Occorre un'altro mezzo, occorre saltare giù dalla bici in corsa. Ora.

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