martedì 5 febbraio 2013

DÌ LA COSA GIUSTA

Cliccando sulla vignetta si carica l'originale a tutta pagina
pubblicata su Il fatto quotidiano, ma attenzione! può far
anche ridere, ma sicuramente fa piangere...
Anche se basterebbe leggere la vignetta qui accanto di Stefano Disegni per capire tutto, oggi mi lancio in un breve compendio di storia contemporanea, capitolo Seconda repubblica, paragrafo Partito Democratico. Il PD nasce come idea nel giro di Prodi, ed era un'idea giusta: c'era una legge elettorale maggioritaria, per quanto imperfetta, il che significa che le elezioni le vince quella coalizione che si presenta unita e riesce a conquistare i voti al centro. Infatti, nel 1994 il centrosinistra di Occhetto sommato ai centristi di Segni (uno dei promotori del maggioritario, che poi si presenta come schieramento terzo: un capolavoro di intelligenza logica prima che politica, non c'è che dire!) aveva più voti del centrodestra di Berlusconi, ma vinse quest'ultimo, nel 1996 invece Forza Italia e Lega sommati avevano più voti dell'Ulivo ma si presentarono separati e vinse (di poco) Prodi grazie all'alleanza (quanto precaria si sarebbe visto presto) con Bertinotti. Chi non mi crede vada a farsi i conti sul sito del Ministero dell'Interno, i dati ci sono ancora, fattostà che Berlusconi capì la lezione e blindò la coalizione nel 2001, e la capì così bene che nel 2006, di fronte a sondaggi svantaggiosissimi, cambiò la legge elettorale in extremis introducendo lo schifo con cui voteremo anche tra pochi giorni, un proporzionale a liste bloccate e premi di maggioranza bizzarramente diversi tra le due Camere grazie a cui: sappiamo in anticipo almeno il 90% dei nomi degli eletti (designati dalle segreterie nazionali dei partiti), ed è difficilissimo che una coalizione abbia la possibilità di governare durevolmente e con calma, come si è visto. Con un meccanismo del genere, solo un'idiota poteva accelerare il processo di creazione del Partito Democratico: col proporzionale prendono più voti liste separate e coalizzate che non un partito unico, perché pesa più il meccanismo di identificazione elettore/partito che non quello di scelta del meno peggio tra i candidati che possono essere eletti che invece funziona molto di più col maggioritario. In realtà, una legge elettorale che contempera i due meccanismi e con essi i due principi di rappresentatività e governabilità c'è: è il maggioritario a doppio turno che nei Comuni infatti funziona benissimo dal 1993, ma il governo Prodi era troppo fragile per riuscire a cambiare la legge elettorale, per cui c'era una sola cosa da fare: rimandare sine die la creazione del PD. Infatti Veltroni, proprio mentre il Cavaliere veniva abbandonato da quasi tutti i suoi alleati e persino la divisissima maggioranza prodiana avrebbe potuto infliggergli il colpo di grazia, accelera sul partito-frankenstein e dichiara prontamente, in teoria a tre anni dal voto, che la nuova creatura in ogni caso avrebbe corso da sola alle elezioni. Era il dicembre 2007, a gennaio giustamente Mastella fa cadere il governo, subito dopo Berlusconi recupera tutti i figliol prodighi e straccia malamente Uolter, che a questo punto avrebbe dovuto mantenere la promessa di andarsene in Africa e invece è ancora qua, lui e tutti i suoi epigoni. Bersani e Renzi in testa, che continuano a credere che le elezioni si vincano puntando a rubare l'1 per cento di elettori centristi alla destra, anche ora che al centro c'è un partito in grado di prendere ben più dei consensi che raccoglieva la Margherita (dalla cui unione coi DS nacque il PD), anziché a recuperare parte di quel 20/30 per cento di elettori di sinistra che tra partitini sotto soglia e astensionismo sono lì a smadonnare perché un governo sostenuto dal partito erede di quello che li difendeva li sta massacrando in nome dell'Europa.
Questa voragine era talmente grande che dentro vi è potuto crescere dal nulla un Movimento da 15/20 per cento, e ricoalizzarsi dietro a un magistrato un partito da 5%, e pensate ancora ci sono milioni di persone che non hanno deciso cosa votare e potrebbero persino votare PD, se dal PD venisse almeno un segno, una parola credibile, una cosa giusta. Adesso, coi sondaggi a picco per via dell'affaire MPS, una roba venuta fuori ad orologeria d'accordo ma se non c'era niente non veniva fuori niente e invece le responsabilità ci sono eccome, arriva il patetico quanto tardivo tentativo di recupare "parte" (sia mai si annullino del tutto, qualcuno potrebbe incacchiarsi...) della spesa prevista per i caccia a favore di "scuole e ospedali", patetico: e la TAV? e i quattro livelli di decentramento politico oramai solo utili a mantenere quattro livelli di classe politica parassita? la Lega e il suo federalismo, non erano avversari politici? perché non dire chiaro e tondo se andiamo su noi le Regioni le aboliamo, le Province le lasciamo come organi amministrativi senza potere politico né quindi organismi elettivi, e i centri di spesa disseminati in cinque livelli li razionalizziamo a due? e l'IMU alla Chiesa e alle fondazioni bancarie? e una patrimoniale? possibile che da quando Nanni Moretti implorò D'Alema di dire qualcosa di sinistra, il vizio baffetto lo ha passato a tutto il suo schieramento?
E non serviva nemmeno ricominciare a dire cose giuste tanto tempo fa: bastava avere l'intuito politico di capire che Berlusconi faceva il morto ma non lo era, annullare quella pagliacciata chiamata primarie (fatte in un clima di "chi vince va a Palazzo Chigi", ricordàtelo bene!), e sfiduciare da sinistra Monti prima che il Caimano potesse farlo da destra, rubando alla sinistra persino alcuni degli argomenti.
E già perché il condono tombale sarà un marchio di fabbrica della ditta Evasori Ladri & co. di Craxi Berlusconi e figli, ma l'IMU sulla prima casa non è che bisogna restituirla, non bisognava proprio metterla. E lasciare a Berlusconi argomenti keynesiani (dunque "socialdemocratici", ma già: nel PD sono tutti convinti monetaristi dunque liberali di destra) come la BCE prestatore di ultima istanza o il fronte comune con i PIIGS per ammorbidire le posizioni tedesche minacciando altrimenti l'abbandono di gruppo dell'Euro, è un paradosso prima che una bestialità politica che non si poteva non pagare.
In Italia l'adesione a un partito è vissuta spesso come una fede calcistica: aprioristicamente e indiscutibilmente. Ma spesso non è sempre: chi ragiona con la logica quando c'è da decidere le sorti del proprio Paese, che è come dire chi fa il proprio dovere di cittadino nel partecipare alla vita politica, è minoritario ma esiste. Esistiamo, e abbiamo tutti abbandonato il PD per rifugiarci (pur mantenendo uno spirito critico) negli unici schieramenti il cui programma contiene cose di sinistra: il Movimento 5 Stelle e poi (purtroppo, perché almeno al Senato è un voto "inutile" con questa legge elettorale) Rivoluzione civile. L'argomento con cui in genere veniamo attaccati, che così facendo rischiamo di privare il centrosinistra di quella vittoria netta che attende da sempre, è ribattibile perfino troppo facilmente: questo PD non è centrosinistra, è in impasse di parole e di idee, si prepara in ogni caso a governare nel solco di (e alleato con) una destra estrema e sanguinaria (di sangue del popolo), e se lo farà non sarà in mio nome.
E ora, per chi ancora ce la fa a leggere, alcuni approfondimenti:
  • Lauraetlory, ovvero un divertente tragico pezzullo sulla generazione dei 45/50enni, i "troppi", quelli che forse saremo gli ultimi ad avere avuto un lavoro fisso e una pensione, quelli che forse devono "passare" prima che i giovani possano risollevarsi;
  • Befani, ovvero come usare il risvolto dell'impianto teorico di Weber per spiegare la correlazione statistica tra cattolicesimo e corruzione;
  • Robecchi, ovvero persino nell'universo-Repubblica c'è chi dice ancora cose di sinistra, ovvero è ora di smettere di parlare di meritocrazia (ci avete rotto i cosiddetti, ormai lo abbiamo capito che è un trucco dei nepotisti) e tornare a parlare di uguaglianza;
  • Carnevali, ovvero come sopra (è sempre Micromega), ovvero come e perché l'uscita della crisi è verso sinistra, e comincia dal parlare di sviluppo anziché di crescita;
  • Di Paci, ovvero un po' di numeri sui danni che il ventennio berlusconiano ha fatto ai conti di questo Paese;
  • Carchedi, ovvero una satira horror/fantapolitica sui trent'anni seguenti la vittoria di Berlusconi alle elezioni prossime venture;
  • Baldrati, ovvero una satira un po' utopica un po' distopica sullo scenario opposto, l'instaurazione della Nuova Repubblica Popolare Italiana e le sue tre leggi fondamentali (arrivateci, a leggerle, vi prego);
  • Giannulli, ovvero usiamo il caso Mps per introdurre l'ergastolo per i reati finanziari più grossi;
  • Zibordi, ovvero premesse giuste e conclusione sbagliata, ovvero la globalizzazione è un problema ma l'Europa unita potrebbe farle da argine più che i vecchi Stati nazionali, se non fosse costruita partendo dal tetto (la moneta) anziché dalle fondamenta (l'economia reale e la piena occupazione);
  • Di Cori Modigliani, ovvero la guerra delle Christine, ovvero come l'Argentina sta dimostrando che un'altra strada c'è e una sinistra che si rispetti dovrebbe almeno studiarsela.

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